È la più importante esercitazione di prevenzione anti terrorismo organizzata dai Paesi della Nato, si prefigge di neutralizzare i sottomarini e le imbarcazioni che utilizzano il Mediterraneo per scopi illeciti. È la “Proud Manta 11”, un’operazione iniziata il 4 febbraio e conclusa due giorni fa nel tratto di mare tra Catania ed Augusta, dove un sommergibile – attraverso una dimostrazione simulata – è stato neutralizzato con un’azione di controllo dalle forze alleate. Ad affondare il sottomarino con un siluro (finto) è stato un aereo Mpa partito dalla base Nato di Sigonella. L’esercitazione ha visto impegnate 8 unità navali, 6 sommergibili, 19 unità tra aerei ed elicotteri, appartenenti a 10 Nazioni (su 28) dell’Alleanza atlantica (Belgio, Canada, Francia, Germania, Grecia, Italia, Spagna, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti). La dimostrazione – partita dall’aeroporto militare “Maristaeli” di Catania, ed organizzata dal Comando alleato marittimo di Napoli – si è svolta sulla nave italiana “Etna” accompagnata dalla fregata tedesca “Luebeck”, con l’appoggio di cacciatorpediniere ed elicotteri messi a disposizione dagli Stati della Nato, sotto la direzione del Comando alleato delle forze sottomarine e della forza aerea marittima. “Con la Proud Manta 11 – spiegano gli ufficiali del Comando alleato di Napoli – la Nato si prefigge di addestrare gli equipaggi nelle tattiche anti sommergibile”. Non più dunque – o meglio, non solo – esercitazioni di guerra per fronteggiare un’altra potenza nemica, ma operazioni per prevenire un attacco terroristico. “E’ da 10 anni che la Nato promuove questo tipo di addestramento – dice David Steven Taylor, capo delle pubbliche relazioni del Comando marittimo di Napoli – , esattamente dall’11 settembre 2001, giorno dell’attacco alle Torri Gemelle di New York. Quest’azione ha garantito un decennio di tranquillità in tutto il Mediterraneo. Dopo la distruzione del World trade center, le nostre intelligence captarono una serie di movimenti sospetti proprio in queste acque. Da quel momento le forze Nato si sono mobilitate per ridurre al massimo il rischio di attacchi”. Tredici giorni di esercitazioni anche per sperimentare nuove tecnologie elettroniche che rendono più incisiva l’azione di controllo. Come i sonar, calati in mare dagli elicotteri, che hanno il compito di fornire informazioni sui suoni e sui rumori presenti in profondità e di trasmetterli a bordo dove vengono opportunamente filtrati e selezionati dai computer. “Se scopriamo un natante anomalo – spiega Taylor – informiamo la Nazione di competenza che farà gli accertamenti del caso”. “Questo tipo di sperimentazione – affermano i funzionari Nato – è fondamentale per determinare quali nuovi mezzi potrebbero essere impiegati in operazioni vere”. Nell’ambito di “Proud Manta 11” è stato collaudato dal centro di ricerca Nurc di La Spezia, in collaborazione con la Nato, il “glider”, un veicolo autonomo che ha il compito di accertare i livelli di salinità, di temperatura, di inquinamento e di densità delle acque marine. “Lo abbiamo testato per la prima volta in questa occasione – dice Michael Riven, scienziato del Nurc –. È uno strumento che può essere sfruttato per fare previsioni oceanografiche, ma anche per un supporto tattico nelle esercitazioni sottomarine”.
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