Ci sono almeno 6 buoni motivi perché i cittadini di Belpasso non dovrebbero votare per l’ex sindaco Alfio Papale per le prossime elezioni regionali del 28 Ottobre. Cinque motivi non causati da accanimento personale, ma da un ragionamento che scaturisce da una realtà che è sotto gli occhi di tutti.

Prima di parlare dei motivi per i quali, a mio avviso, i belpassesi non dovrebbero votare Papale, vorrei parlare degli aspetti positivi di questa persona che amministra Belpasso dalla fine degli anni Settanta.

Sul piano caratteriale, Papale non è una cattiva persona, anzi, è una persona disponibile, fin troppo, e come tutti i politici della Prima Repubblica, ha capito che la disponibilità porta voti, i voti creano potere, e il potere crea ricchezza, anche a prescindere dalle tangenti che, siamo convinti, l’ex sindaco, fino a prova del contrario, non ha mai preso.. Alcune strutture come la palestra comunale e il Parco comunale – non sappiamo se grazie a lui o grazie a qualche assessore più volenteroso – bisogna dire che funzionano.

Il resto è un disastro. Non solo per quanto riguarda le disfunzioni, ma per quanto riguarda il tessuto urbanistico e socio economico.

1) Proviamo a fare una passeggiata sia di giorno che di sera a Belpasso. Cosa vediamo? Giovani allo sbando costretti a bivaccare sui gradini della villa comunale o delle scuole elementari. Cani randagi che soprattutto la sera si impadroniscono del paese e incutono terrore a chi si avventura a fare una passeggiata. Una condizione pietosa dei Giardini pubblici, diventati un deserto: sono davvero lontani i tempi in cui la “Villa” era frequentata dalle famiglie, dalle comitive e dai bambini. Strade e piazze poco sorvegliate. Frazioni allo sbando. L’elenco potrebbe continuare, ma fermiamoci qui.

2) Ogni volta che fa campagna elettorale, l’ex sindaco ha la cattiva abitudine di appropriarsi delle opere altrui, dicendo di esserne stato il realizzatore. Non è vero che il Parco, la piscina, la circonvallazione, la ristrutturazione dell’Arena Caudullo ed altre opere pubbliche, siano state opera sua. Sono opera dell’Amministrazione precedente guidata da Saro Spina. Il fatto che Papale menta sapendo di mentire, dimostra due cose: a) che le spara grosse sfidando l’evidenza; b) che offende l’intelligenza dei cittadini, che crede di manipolare come gli pare.

3) Negli anni della sua sindacatura, Papale ha sperperato un sacco di denaro pubblico per consulenti ed esperti nominati, il più delle volte, non in base alle competenze, ma in base all’appartenenza politica o alle amicizie; raramente in base ad un equo e democratico criterio di rotazione dei professionisti locali. Mentre un tempo le sue vaste clientele erano circoscritte a Belpasso, adesso che c’è l’esigenza di estendere il potere in altri ambiti, il suo paese non esiste più, è scomparso dal radar di bordo. Questo dimostra che il sindaco uscente non è quel generoso personaggio che lui stesso vuol far credere di essere: è soltanto un opportunista che ragiona in base alla logica del “do ut des”, dell’elargizione dei favori per ricevere voti, a seconda del momento e delle convenienze.

4) Da quando fa politica, Papale non fa altro che promettere qualcosa a tutti. Per accrescere il suo potere. Bisogna riconoscere che, al pari dei Signorotti di epoca medievale, qualche favore l’ha pure fatto, ma moltissimi no. Del resto, come si fa a dare tutto a tutti? Non si può. Specialmente in un periodo di vacche magre come questo. Ma intanto continua ad illudere un sacco di gente. Conseguenza: ha diseducato un popolo perché lo ha abituato al sistema della raccomandazione. Un fenomeno che si chiama “corruzione delle coscienze”, il peggiore dei mali in quanto priva l’essere umano della libertà, della capacità di pensare, di dare il voto alle persone veramente oneste. Obiezione: ma è l’unico? No, non è l’unico, e non è neanche il peggiore. Contro obiezione: ma una comunità ha il dovere di riflettere sul suo futuro, partendo da chi domina la scena pubblica da oltre trent’anni?

5) Adesso, sia lui che il suo entourage (quell’entourage che parla malissimo di lui quando lui è di spalle, che ne parla benissimo quando è di fronte, quell’entourage già pronto a saltare sul carro del vincitore in caso di sconfitta) ci raccontano la storiella che bisogna “dare una mano” al “candidato paesano”. Certo, non una, ma due mani, se il “candidato paesano” avesse fatto gli interessi del paese, ma se ha fatto i propri, infischiandosene del paese, allora un cittadino ha il dovere di guardare “oltre”, cioè di valutare le candidature alternative presenti a Belpasso e nel territorio. Dove i candidati onesti ci sono.

6) Ma il danno maggiore, Papale, lo ha commesso (e continua a commetterlo) a livello edilizio. Sia nei confronti del centro abitato, che nei confronti del territorio. Nei confronti del centro abitato perché è responsabile – assieme ad altri tecnici locali impegnati, nell’arco degli ultimi decenni, in Amministrazione – di gravissime demolizioni di manufatti antichi con conseguente costruzione di edifici anonimi, di “pipituna”, che hanno stravolto l’identità del paese. E nei confronti del territorio perché – in quanto primo cittadino – è responsabile di non aver vigilato sia sull’abusivismo edilizio, concentratosi soprattutto nei Villaggi adiacenti alla frazione di Piano Tavola, sia sulla costruzione di orrendi capannoni in cemento armato realizzati in zona agricola, costruzioni che hanno devastato uno dei paesaggi agricoli più belli della Sicilia. Obiezione: ma i capannoni portano lavoro. Sì, certo, portano lavoro, ma vanno costruiti nelle aree industriali e nelle aree commerciali (previste dal Piano regolatore). Se si costruiscono nelle aree agricole (come è successo e come sta succedendo), si commette un abuso e un’azione orrenda.

Questo nella migliore delle ipotesi.

Nella peggiore, il discorso si aggrava: perché se è vero che Alfio Papale risulta proprietario – come si dice da un sacco di tempo, ma di cui onestamente non ci sono le prove – di molti terreni dove si stanno svolgendo certe operazioni, le responsabilità del sindaco uscente sarebbero doppiamente gravi. Innanzitutto perché, approfittando della sua funzione, potrebbe essere in palese conflitto di interessi, poi perché avrebbe perpetrato un danno di una gravità inaudita in quanto nessuno ha il diritto di infliggere ferite di quella portata alla natura, specie quando è bella. Ma il danno incommensurabile riguarda anche lo sviluppo della sua comunità, specialmente in campo turistico e agricolo. A maggior ragione se si tiene conto che l’attuale modello economico, basato sull’industria pesante, è miseramente fallito. Ma siccome non vogliamo pensar male, demandiamo il compito di far luce su questo aspetto ai magistrati.

Ma ragioniamo un attimo su quello che succede a Piano Tavola, una frazione che negli ultimi decenni, assieme ai Villaggi prospicienti, ha registrato un incremento abnorme di abitazioni abusive.

Basta recarsi in questi Villaggi – che ricadono proprio in territorio di Piano Tavola – e chiedere agli abitanti: chi ha progettato le vostre case? I nomi sono sempre i soliti, e assieme ai “soliti”, indovinate chi c’è?

Ora si dà il caso che una legge regionale del 2000 consenta alle frazioni che superano i 5mila abitanti di chiedere l’autonomia. A causa dell’abusivismo edilizio (e del conseguente incremento di popolazione), Piano Tavola ha raggiunto da alcuni anni i numeri richiesti. E vuole l’autonomia. Dopo durissime polemiche fra gli abitanti di Belpasso e gli abitanti di Piano Tavola, la questione è stata momentaneamente accantonata grazie a dei cavilli giuridico-burocratici. Momentaneamente, appunto. Siamo sicuri che con l’ulteriore edificazione (abusiva), in futuro non si ripresenterà più drammatica di prima. Su questo l’ex sindaco non ha niente da dire?

In compenso vagheggia la “Grande Belpasso”, un ulteriore inganno attraverso il quale porta avanti il suo vero disegno: una “saldatura” tra Belpasso, i Villaggi e Piano Tavola all’insegna di una mega colata di cemento che dovrebbe saturare tutto il territorio. Col risultato che la campagna sta sparendo e l’intero territorio potrebbe trasformarsi in una invivibile jungla di cemento come quegli orrendi comuni alla periferia di Catania, diventati ormai “paesi dormitorio”. Conseguenze: una micro criminalità sempre più invasiva, un tessuto sociale sempre più sgretolato, una tranquillità e una identità sempre più compromesse.

Il voto del 28 Ottobre, per i cittadini di Belpasso, sarà un referendum sul futuro.

 

Post scriptum: che sorpresa (e che delusione!) constatare che un altro ex sindaco di Belpasso, Saro Spina, ex Pci-Pds-Ds, appoggi ufficialmente Daniele Capuana, ex Pdl, ed ex assessore di Raffaele Lombardo, oggi transitato al Partito democratico con l’auspicio di Enzo Bianco, altro ex tutto (ministro dell’Interno, sindaco di Catania, eccetera eccetera eccetera), il quale, pur di contare di più nel suo partito, non trova di meglio che presentare un riciclato del Pdl.

Egregi signori, ma non vi rendete conto che l’elettorato si disorienta con scelte così ambigue? Non vi rendete conto che le vostre scelte portano la gente a dire “sono tutti uguali”? Non vi rendete conto che Grillo e l’antipolitica vincono per questo? Temo di no. E allora, egregi signori, se avete perso il contatto con la realtà, non sarebbe il caso che togliate il disturbo anche voi?