Gianni Russo è un geometra prestato alla Società civile che in modo moderato ti propone di fare le “piccole rivoluzioni”, sia in campo urbanistico che politico. Le “piccole rivoluzioni” che sconvolgono assetti, disegni e affari di una città come Belpasso.
Per la sua dirittura morale e le sue denunce, si è spesso attirato l’ostracismo degli ambienti più reazionari, come quando, senza alcun motivo, gli fu respinta la richiesta di diventare socio della Banca popolare di Belpasso, contemporaneamente all’accoglimento della stessa da parte del rappresentante del “Malpassoto” in città. Fatti che spiegano meglio di un libro di sociologia cos’è la mutazione antropologica di un popolo.
Gianni Russo è uno che ha sempre tenuto la schiena dritta, lottando per lo sviluppo sostenibile e per un Piano regolatore a misura d’uomo, pagando per questo dei prezzi molto alti anche all’interno della sinistra, in cui ha sempre militato.
C’è una foto che lo ritrae sorridente accanto al giudice Antonino Caponnetto – fondatore del “pool antimafia di Falcone e Borsellino – dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio, quando decine di belpassesi, soprattutto militanti della Rete, decisero che doveva essere lui il candidato a sindaco della Società civile. Non gli andò bene, ma non importa, quell’esperienza è rimasta indelebile nella storia del movimento progressista di Belpasso. Da allora ha deciso di non impegnarsi più in politica, un campo che prima frequentava stando all’interno del Pci, dove spesso, per la sua intransigenza, veniva considerato una sorta di eretico.
Tanti i ricordi che mi legano a lui. Il primo che affiora – se si parla di Piano regolatore – è il viaggio che nel ’93 facemmo a Catania presso la Sovrintendenza ai Beni culturali per fare apporre un vincolo di inedificabilità del centro storico. Era successa una cosa incredibile: il Piano regolatore – senza uno studio appropriato – prevedeva che una parte della centralissima via Roma, dal quartiere Sant’Antonio a piazza Umberto, poteva essere demolita, mentre l’altra metà – da piazza Umberto alla fine della via – doveva rimanere intoccabile. La cosa pazzesca e che era prevista la demolizione di diversi manufatti di pregio – dopo quelli che negli anni precedenti erano stati abbattuti – come il Collegio Magrì, il Collegio delle Orsoline, il Palazzo Coronella, il Palazzo Spina. Per la via Vittorio Emanuele, invece, il Prg aveva previsto un altro incredibile paradosso: la demolizione della parte destra (cosa che avvenne, con edifici antichi provvisti di palmento, giardini arabi e archi in pietra lavica) mentre la parte sinistra (chissà per quale arcano motivo) era considerata “sacra”. Un mostro urbanistico che la dice lunga su come la politica belpassese abbia agito negli ultimi decenni. Pare che all’epoca, qualche potente ingegnere, avendo ricevuto la soffiata del vincolo, si fosse premurato ad avvisare i colleghi: “Suddu ha sdirrubbari in centru storicu, megghiu d’ora non c’è”. Che, tradotto in italiano, vuol dire: se devi demolire in centro storico fallo subito. E infatti vennero tirati giù altre testimonianze edilizie di un paese che a poco a poco perdeva la sua identità.
Gianni, perché l’attuale sindaco – dopo che un urbanista autorevole come l’architetto Leonardo Urbani si era aggiudicato una regolare gara indetta dal Commissario regionale per redigere il Prg di Belpasso – decide di revocargli l’incarico e di affidarlo all’Ufficio tecnico comunale? L’ufficio tecnico – a prescindere dalla capacità dei suoi dipendenti – ha gli strumenti per redigere un Prg?
“Dipende. In effetti non si tratta di fare un nuovo Piano, ma di migliorare quello scaduto. Questo si può fare, a mio modesto avviso, in due modi: uno sarebbe quello di piegarsi al Piano regolatore esistente e quindi di completare la prevista zona C, che ancora è quasi vuota, magari con le indicazioni che il sindaco e il Consiglio hanno già dato, riempendo le aree edificabili. Si tratta però di superfici piuttosto circoscritte per potere pensare a un progetto di ampio respiro con parcheggi, zone a verde, piazze e luoghi sociali. Per l’ipotesi numero 1, il lavoro dell’Ufficio tecnico potrebbe bastare. Ma a mio avviso è molto limitata”.
Prima di parlare dell’ipotesi numero 2, fermiamoci un attimo. L’Ufficio tecnico – nel momento in cui deve revisionare un Piano – non rischia di essere, suo malgrado, un luogo di pressioni da parte di molti cittadini che farebbero le loro legittime rivendicazioni?
“In teoria sì. Dipende dalle persone che lavorano al Piano. Se sono deboli, il rischio esiste seriamente. Basta guardare i disegni del vecchio Piano regolatore per comprendere le pressioni che in passato ci sono state a Belpasso. Si vede benissimo come scompaiano zone storiche, piazzette e strutture sociali. È chiaro che ci troviamo di fronte a una situazione di grave anomalia”.
Passiamo all’ipotesi numero 2.
“E’ un po’ più articolata della prima. Per affrontarla non credo che sia sufficiente il lavoro dell’Ufficio tecnico: anche se i suoi dipendenti sono bravi, giovani e preparati, non mi pare che abbiano molta esperienza urbanistica”.
Cioè?
“Limitiamo la zona C esistente, lasciando una fascia di 50 metri e spostiamo l’area edificabile nei Villaggi del Pino e delle Ginestre, in modo da estenderla verso il centro abitato di Belpasso. L’idea è quella di costruire con una tipologia abitativa a villette e non palazzi entro poco spazio, con poco verde e con poco respiro, come si è fatto finora. Otterremmo due vantaggi: non ghettizzeremmo ulteriormente queste realtà e realizzeremmo delle singole abitazioni dando respiro al paese creando una realtà più a misura d’uomo”.
Puoi spiegare meglio?
“Propongo un collegamento fra il centro abitato e i Villaggi del Pino e delle Ginestre attraverso un tipo di edilizia contenuta e dei servizi comuni come parchi, piste ciclabili, strutture religiose, impianti sportivi, scuole, eccetera. Dico di creare tutto questo per avvicinare il centro alle periferie più vicine, e al tempo stesso per ridurre la quantità di cemento attraverso l’allargamento dello spazio disponibile. Per far questo, ovviamente, ci vogliono urbanisti che abbiano esperienza di Piani regolatori. Purtroppo all’Ufficio tecnico non ci sono”.
Si tratta, però, di agglomerati sorti abusivamente.
“In passato molti abitanti hanno costruito la loro casa e sono stati ingannati. Il discorso è molto lungo. Non c’è dubbio, tuttavia, che questi Villaggi siano cresciuti in disordine. In ogni caso le cose sono due: o li demolisci, oppure li armonizzi col centro abitato. Realizzare qualche bambinopoli ogni tanto, significa volerli lasciare nel ghetto”.
Questi due Villaggi, che da molti anni hanno problemi di strade, di piazze, di illuminazione, di collegamenti, con una soluzione del genere, automaticamente verranno risanati?
“Certamente. Tutta l’area dove la gente ha costruito la propria casa, dovrebbe essere considerata la nuova zona C, con l’aggiunta delle aree limitrofe preposte a nuova edificazione. In questo modo, queste realtà verrebbero regolarizzate, risanate ed inglobate in una struttura urbanistica più ordinata”.
Non credi che questa proposta potrebbe essere criticata?
“Certo. Non è detto che sia la migliore. È un’ipotesi”.
A tuo avviso l’Amministrazione comunale sta sposando la prima o la seconda ipotesi?
“E’ presto per dirlo. Credo che al momento non può dare indicazioni precise perché la gente si preoccuperebbe di comprare o di vendere i terreni. Il Comune, invece di concentrarsi su polemiche sterili, dovrebbe promuovere degli incontri con tutte le componenti della città, per sentire la gente, farla parlare, farla confrontare”.
Il sindaco dice che gli incontri ci sono stati.
“Solo un paio, ma a livello più formale che sostanziale, con la partecipazione di pochi tecnici e di qualche abitante dei Villaggi. Non basta. Preferiremmo più dialogo e meno polemiche”.
Però, onestamente, le linee generali che ha enunciato l’Amministrazione comunale – più verde, meno cemento, il ripristino della caratteristica “maglia a scacchiera” – lasciano ben sperare. O no?
“Sono concetti condivisibili, bisogna vedere come vengono applicati. Temo che lasciando l’attuale zona C, aumenterà il caos viario ed edilizio, con l’aggravante che i Villaggi del Pino e delle Ginestre resteranno isolati”.
Quindi può esserci contraddizione fra il dire e il fare?
“Nessuno garantisce che certi propositi verranno rispettati”.
Cosa pensi dell’Ufficio tecnico di Belpasso?
“Per le pratiche che ho fatto io, l’Ufficio tecnico ha sempre richiesto la massima regolarità della documentazione, cosa alla quale ho sempre cercato di attenermi scrupolosamente. Per altri soggetti, non mi pare che sia stato sempre così”.
2^ puntata. Continua
Se affrontare il dibattito sulla redazione della Variante al PRG del comune di Belpasso deve essere un “cumulo di sole polemiche” , forse è meglio non dire nulla ed aspettare quel che verrà nel tempo.
Viene spontaneo pensare, però, che l’occasione di questo tardivo dibattito può ancora ritenersi “tempestivo” stante che il Consiglio Comunale, in ossequio alla volontà di approfondimento sul tema delle direttive ha inteso sospendere la discussione sul punto iscritto all’Odg.
E’ opportuno che si faccia una breve riassuntiva PREMESSA, che non è di poco conto, infatti, và ricordato che la redazione della Variante di PRG è un “obbligo” di legge e che stante il tempo della originaria approvazione (anno 1993), ci si trova oggi in ritardo sui tempi previsti che regolamentano la materia.
Già precedenti amministrazioni avrebbero dovuto provvedere, ma tutto questo, è stato iniziato e non completato per quella “storica inezia” che ha contraddistinto certi periodi della politica belpassese, tuttavia trova riscontro che alcuni atti preparatori sono stati avviati, (vedi incarichi di “adeguamento dello studio geologico”, “adeguamento dello studio agricolo forestale”, “redazione V.A.S.”, Valutazione Ambientale Strategica”, cartografia…).
Dimessosi il sindaco dell’epoca, prima della scadenza del mandato, il comune di Belpasso è stato retto per un periodo dal Commissario Straordinario, dott. Angelo Saieva, il quale nel corso della sua gestione, ha indetto nei modi di legge il bando di gara per il “Conferimento di incarico professionale per la revisione del PRG del territorio del comune di Belpasso”, per un importo base di Euro 193.000.
Espletate le formalità di gara è risultato vincitore il noto Urbanista e Professore Emerito arch. Leonardo Urbani.
Solo per dovere va detto che il Commissario aveva dato incarico, quale esperto, all’arch. Carmelo Caprì, professionista operante prevalentemente in provincia di Palermo, perchè lo coadiuvasse nei “… rilevanti procedimenti amministrativi in materia di urbanistica e pianificazione territoriale” con un compenso mensile, onnicomprensivo di ogni onere, di Euro 4.061,56, per il tempo del mandato (art. 14 L.R. 7/92).
Eletta la nuova amministrazione, a sorpresa, con delibera di Giunta veniva dato mandato all’ufficio di non procedere all’aggiudicazione della gara. Veniva anche resa una nota che “sarebbe stato predisposto un protocollo d’intesa con la Prefettura per l’istituzione di un osservatorio permanente per la legalità, tendente a realizzare un controllo che impedisse eventuali favoritismi o peggio infiltrazioni malavitose sulla revisione del PRG”.
Attorno a questa scelta non si è detto molto, sono circolate alcune voci e nulla più.
Successivamente con altro atto deliberativo veniva costituito l’Ufficio di Piano, e venivano indicati una equipe di tecnici interni all’ufficio (il Dirigente titolare dell’Unità Urbanistica ing. Salvatore Leonardi, oggi destinato ad altri incarichi, e sei collaboratori subordinati) che nei tempi e con le modalità di legge si occupassero della redazione della Variante al Prg.
A supporto del Sindaco è stato dato “incarico fiduciario di esperto” di consulente personale, all’ing. Biagio Bisignani, professionista che ha operato nel territorio, diretto conoscitore di importanti realtà imprenditoriali locali, per una “collaborazione esterna ad alto contenuto di professionalità”, stante che tale rapporto “… non prevede alcun obbligo per il capo dell’amministrazione comunale di verificare, preventivamente, la sussistenza o meno all’interno dell’organizzazione burocratica amministrativa di soggetti che posseggono i requisiti professionali per assolvere ai compiti oggetto dell’incarico esterno”, facoltà concessa all’organo politico dell’ente locale (Corte dei Conti, sentenza 334/2008).
Tale incarico verrà compensato con un importo mensile a tempo nella misura di Euro 1.150,00 netti oltre oneri fiscali e per una durata di mesi otto, prorogabili.
In data 20/11/2014 il Sindaco ha fatto pervenire alle Associazioni professionali locali, Ingegneri–Architetti, Geometri e Avvocati un invito scritto e con pubblici manifesti a partecipare ad un Incontro-dibattito sulla revisione del PRG. In tale occasione (al tempo nessuna bozza di direttiva è stata posta in discussione) poche sono state le presenze (circa 15 professionisti) e pochissimi gli interventi, tuttavia, a mente va ricordato, che sono state avanzate una serie di indicazioni regolamentari e la riunione si è conclusa con l’auspicio che entro il mese di gennaio dell’anno a venire sarebbero stati riconvocati (mai ricevuta altra convocazione).
In data 9/4/2015 il Sindaco ha organizzato (comunicato a mezzo manifesti) un incontro con gli abitanti dei quartieri periferici (circa 10 le persone interessate presenti).
Oltre queste riunioni ufficiali non risulta che ve ne siano state altre con le formalità della pubblica partecipazione, eppure la L.R. 15/91 pone a raccomandazione del Consiglio Comunale l’attivazione di questo strumento di partecipazione.
Solo per ricordarlo: (Preliminarmente all’affidamento dell’incarico per la redazione della Variante al P.R.G., i comuni dovranno provvedere ad adottare le “DIRETTIVE GENERALI”, che richiederà una progettazione commisurata alle scelte di pianificazione del proprio territorio. Tali direttive generali dovranno formare oggetto di apposita deliberazione comunale. Dette “direttive generali”, possano essere adottate sulla base di un’apposita relazione, redatta da parte dell’ufficio tecnico comunale, tesa ad individuare le problematiche urbanistiche per il comune ed i criteri informatori del P.R.G., necessari per un’adeguata pianificazione del territorio comunale. Con detta relazione l’U.T.C. dovrà, in linea generale, descrivere i caratteri del TERRITORIO e degli ABITATI allo scopo di individuare le esigenze di assetto e di sviluppo degli stessi. Sarà indispensabile descrivere lo STATO DI FATTO nei suoi aspetti fondamentali con particolare riguardo nella descrizione dell’AMBIENTE FISICO DEL TERRITORIO, delle CARATTERISTICHE AMBIENTALI e del PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE. Rappresentare l’adeguatezza dello stato di attuazione dello strumento urbanistico comunale vigente, in rapporto alla situazione demografica del comune. In ultimo il consiglio comunale, oltre alla relazione dell’U.T.C., DOVRA’ altresì ACQUISIRE SUGGERIMENTI ed INDICAZIONI MEDIANTE CONFERENZE CON LE FORZE CULTURALI, SOCIALI, SINDACALI, IMPRENDITORIALI E PRODUTTIVE LOCALI, che, in quanto operanti nell’ambito del territorio comunale, sono DIRETTAMENTE INTERESSATE ALLE SCELTE DI PIANIFICAZIONE che il comune andrà ad adottare – Circolare ARTA 1/92)
Tutto ciò è suffragato anche da una “Comunicazione del Consiglio del Parlamento Europeo (2004) che testualmente recita: “La partecipazione del pubblico al processo decisionale è il presupposto per realizzare la sostenibilità”. Pertanto il processo di trasformazione urbana richiede conoscenza, cultura e partecipazione consapevole, svolgendo un ruolo pedagogico nei confronti della “cittadinanza attiva”, per l’apporto da un lato, di consapevolezza dei valori, delle risorse e dei rischi presenti, e dall’altro, per la comprensione e perseguimento di scelte strategiche condivise – (da stampa)
La revisione del Piano Regolatore Generale di Belpasso dovrà essere lo strumento che consente di rendere la città moderna e competitiva.
Le direttive rappresentano il primo passo previsto dalla legislazione siciliana che dovrà essere condiviso con i rappresentanti della vita sociale della comunità.
Realizzare una buona stesura del PRG è una sfida semplice e ambiziosa allo stesso tempo se si riuscirà a coniugare l’attualità con il futuro ruolo che la città sarà capace di relazionare con le Aree contermini e con l’Area Metropolitana di Catania in generale.
Le modalità precipue vengono dettate dal metodo di ascolto che si intende estendere ai cittadini, attraverso la concertazione con le associazioni di categoria, enti morali, sodalizi, singoli cittadini, etc.
Belpasso deve ambire ad una nuova forma amministrativa e consociativa con i comuni contermini.
Bisogna aumentare la quantità e la qualità degli spazi comuni e rispondere alla domanda di residenza, attualmente tanto variegata (vedi centro, villaggi, edilizia diffusa), ormai definitivamente mutata: essendo necessario realizzare alloggi con dimensioni ridotte rispetto al passato, economicamente più appetibili rispetto a quelle di cui il mercato dispone, introducendo le innovazioni tecnologiche in termini energetici e nella qualità architettonica.
E’ indispensabile ripensare al patrimonio scolastico esistente e al pregresso fabbisogno.
Il nuovo strumento di regolazione del territorio, dovrà consentire anche la messa a sistema delle risorse naturali, culturali, del paesaggio storico e delle aree agricole.
Occorre convertire le distanze spaziali in distanze temporali, pensare ad una rete di servizi di mobilità; riordinando le funzioni (scuole, attrezzature di svago e tempo libero, etc.).
Impostare un nuovo assetto della rete viaria interna da collegare agevolmente all’assetto viario dei trasporti pubblici, attraverso la valutazione degli aspetti di pianificazione secondo principi di economicità delle opere previste.
Particolare attenzione va data allo studio del centro storico con eventuale riperimetrazione quale occasione di attivazione del processo di riuso.
Nel campo della cultura, particolare attenzione dovrà darsi al patrimonio esistente (Bibblioteca, Teatri, ex Tribunale, Musei diffusi, Opere Pie, attività varie) dove potranno trovare allocazione la Casa della Cultura, la Casa delle Differenze, il Laboratorio della Legalità, il Laboratorio permanente di Progettazione della Città, il Laboratorio delle Pari Opportunità, etc.
Pensare una città in cui dovrà nascere un elevato livello di qualità della vita, dove gli spazi urbani possono aiutare a realizzare i nostri progetti e a muoverci in maniera più agevole, risparmiando tempo. Il tutto facendo del bene all’Ambiente. Grazie al web e alle tecnologie l’accesso ai servizi sarà più semplice, ed è anche possibile organizzare gli spazi urbani per favorire la mobilità, risparmiando tempo e rendendo la città veramente “smart” (intelligente).
Grazie a questa evoluzione dell’utilizzo della Rete, tutti gli oggetti che si trovano in città (arredi urbani, edifici pubblici, monumenti, etc) possono acquisire un ruolo attivo e diventare collettori e distributori di informazioni sulla mobilità, sul consumo energetico, sui servizi e l’assistenza al cittadino, sull’offerta culturale e turistica e molto altro ancora.
Si propongono alcune indicazioni:
– Le Direttive del nuovo Piano devono fornire, attraverso la valutazione dei dati socio-economici e di analisi territoriali, l’attuazione del PRG vigente, individuandone le criticità e fornire le indicazioni per il loro superamento, in quanto le caratteristiche principali pensate a quel tempo sono sensibilmente cambiate. Forse anche per una non appropriate gestione dello strumento stesso e per la facilità di “trasformazione” attuata che ha concesso molto ad alcuni e pochissimo a tanti (vedi ambiti produttivi e strutture annesse fantasma);
– Occorre pensare alle tecnologie e servizi per la mobilita, allo sviluppo sostenibile, al coinvolgimento dei cittadini, alla facilitazione dell’accesso ai servizi, alla comunicazione efficace, alla ottimizzazione delle risorse;
– Occorre dimensionare il nuovo piano secondo strategie tematiche compatibili per uno sviluppo sostenibile, secondo le previsioni della VAS (Valutazione Ambientale Strategica, mai discussa in Consiglio Comunale o portata a conoscenza dei cittadini. (la Valutazione Ambientale Strategica è un processo di valutazione ambientale previsto dalla Direttiva europea n. 42 del 2001, recepito a livello regionale con LR 12/2005, che affianca un piano o un programma, aiutandolo a prendere scelte strategiche per uno sviluppo sostenibile. Al fine di assicurare la più ampia condivisione delle strategie e delle scelte di piano, è fondamentale che tutto il processo di VAS sia caratterizzato dal coinvolgimento e dalla partecipazione dei diversi attori territoriali, soggetti tecnici competenti in materia ambientale, gli enti territorialmente interessati dal piano ed il pubblico);
– “Revisionare” il PRG costituisce il momento di verifica della dotazione dei servizi, della loro fruibilità, delle esigenze della cittadinanza. Occorre coniugare gli interessi sociali e quelli produttivi attraverso un sistema concreto di opportunità;
– Pensare ad un sistema di mobilità, stante la perdurante congestione veicolare particolarmente evidente nelle arterie principali e nelle immediate adiacenze, attraverso la programmazione di percorsi alternativi e/o migliorabili (vedi collegamenti con la circumvallazione est);
– Pensare ad un sistema di collegamento con l’abitato di Piano Tavola e quindi di collegamento con la strada a scorrimento veloce Catania-Paternò, attraverso l’adeguamento dell’attuale tracciato, prevedendo un ammodernamento con una arteria stradale a più corsie munita di spartitraffico, che accorcerebbe i tempi di percorrenza verso la città di Catania. Inoltre andrebbe potenziato mediante l’allargamento dell’attuale carreggiata il collegamento fra la rotonda in località Baggiana (zona Dais-Di Fede) sino all raggiungimento di contrada Pantano-Valcorrente-Etnapolis;
– Vincolare e realizzare allo sbocco di queste strade di collegamento, al fine di ottimizzare i tempi di spostamento verso la città di Catania, due aree da destinare a “parcheggi scambiatori” in prossimità delle stazioni della futura metropolitana nelle località Piano Tavola e Valcorrente;
– Valorizzazione i beni diffusi esistenti, individuare le “dimensioni” culturali di sviluppo e fornire indicazioni mirate a fondare la crescita del territorio, quali vettori di opportunità di sviluppo, di coesione e integrazione sociale;
– E’ necessario approfondire, attraverso le dinamiche economiche e commerciali attuali, il fabbisogno di alloggi fra quelli esistenti e non occupati che viene posto sul mercato secondo valutazioni personali dei proprietari, che condizionano negativamente il recupero di molti edifici. In conseguenza una valutazione errata comporterebbe un dimensionamento ridotto del Piano;
– Necessita una corretta rivisitazione del perimetro delle zone A, attraverso una accurate analisi del contesto edilizio, del tessuto urbano e delle presenze storiche;
– Individuare un sistema di parcheggi lungo i percorsi principali della città ed in prossimità degli ambiti più trafficati;
– Il Piano dovrà indicare, quale finalità strategica, un ruolo “centrale” all’interno del sistema dell’area metropolitana di Catania, attraverso una programmazione della rete viaria e degli interscambi con gli ambiti sovracomunali;
– Il nuovo Piano deve affrontare e risolvere attraverso un dettagliato corpo normativo, agile nell’applicazione, senza possibilità di intepretazioni, l’introduzione delle COMPENSAZIONI URBANISTICHE, ad oggi non ben definite perchè prive di “FATTIBILITA’ GIURIDICA”, quindi difficilmente applicabili. Basti pensare che sarebbe vanificata l’applicazione di una DIA (Dichiarazione Inizio Attività) o di una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) sulle aree sottoposte a diritti edificatori trasferibili;
– Realizzare un piano di studio delle aree marginali (agglomerati abusivi), attraverso la verifica dello “stato delle concessioni in sanatoria”, analizzando “benefici e classificazione” e “proposte di riqualificazione”, attraverso una severa ricognizione delle volumetrie esistenti e una conseguente perimetrazione dei comparti meritevoli di essere studiati, ai quali deve essere attribuita la giusta dotazione di aree per servizi (verde, parcheggi, etc.) nella misura prevista dalla normativa vigente. Solo per memoria di chi legge, da un calcolo approssimativo facilmente verificabile, le aree interessate dall’abusivismo (condonate o meno) ed il centro edificato di Belpasso (Piano Tavola e Giaconia esclusi) stanno in un rapporto di circa 5/1.
Per non vanificare le aspettative dei residenti e data la enorme superficie di territorio interessata sarebbe opportuno effettuare uno studio preliminare alle direttive (perimetrazione ed individuazione), le cui risultanze dovrebbero essere sottoposte all’attenzione dei cittadini interessati ed alla responsabilità del Consiglio Comunale che dovrà con apposita deliberazione approvarne le scelte. Trascurare questa azione progettuale di supporto alla Variante, che interessa diverse migliaia di ettari di territorio compromesso in forma sparsa e spontanea dalla cementificazione, sarebbe un errore ed un “invito” agli “interessati” a proseguire nell’abusivismo abitativo;
– Occorre salvaguardare alcune emergenze ambientali e storiche esistenti e renderle fruibili alla collettività attraverso particolari forme di CONVENZIONI (pubblico-privato);
– Necessita realizzare piccoli impianti sportivi per gli “anziani ed i diversamente abili” da dislocare in prossimità dei punti di maggiore assembramento (piazze, parchi, aree a verde, etc.);
– Valorizzare, adeguare e realizzare nuovi progetti per il mondo dell’istruzione, utilizzando alcuni contenitori esistenti (ex Tribunale, palazzo Bufali, palazzo M. Magrì e individuando aree idonee per la costruzione di nuovi immobili scolastici;
– Individuare un’area per la realizzazione di un Centro Direzionale da ubicare fra gli abitati di Belpasso e Piano Tavola e comunque in area facilmente raggiungibile dalle diverse realtà imprenditoriali della zona produttiva del territorio (zona Industriale e zona Commerciale);
– Individuazione di un’area per la realizzazione di un Mercato Ortofrutticolo da individuare su uno degli assi principali di attraversamento del territorio;
– Revisionare il Regolamento Edilizio introducendo gli aggiornamenti normativi rendendolo strumento di “chiarezza univoca” per tutti;
– Revisionare le Norme di attuazione introducendo maggiori e più esatte articolazioni, ad “evitare continue diverse interpretazioni a seconda della “stagione” di chi sta al timone dell’Ufficio Urbanistica.
Infine sarebbe utile realizzare di un “Link telematico del Piano” sul sito web del Comune, ove mettere a disposizione di tutti, i dati raccolti, da rendere pubblici nello stato di avanzamento delle procedure di Piano e di VAS, dove i cittadini portatori di conoscenza, possono seguire ogni fase operativa e partecipativa.
Queste solo alcune questioni importanti che devono emergere dalla redazione della VARIANTE al PRG di Belpasso.
Carmelo Pappalardo – architetto