Cominciano ad affiorare le prime contraddizioni sui metodi usati dall’Amministrazione comunale di Belpasso sull’affidamento del Piano regolatore generale (Prg). Un Piano che – secondo i risultati del bando istituito nel 2012 dall’ex commissario regionale Angelo Sajeva – doveva essere redatto da un illustre professionista come il prof. Leonardo Urbani e che invece, con una decisione a sorpresa del sindaco Caputo (“per risparmiare i quasi 200mila Euro di parcella”), sarà redatto da alcuni dipendenti dell’Ufficio tecnico comunale, con la consulenza di un professionista esterno classificatosi in zone più basse della graduatoria rispetto a Urbani.
“Il bando è una procedura che prevede una oggettiva selezione qualitativa dei partecipanti. Questa procedura è stata buttata nel cestino perché si è voluto seguire un percorso di tipo discrezionale che, secondo me, offre minori garanzie per una comunità”.
Misura le parole Ignazio Lutri per spiegare il suo punto di vista sulle procedure seguite a Belpasso per conferire l’incarico del nuovo Prg.
Romano, architetto e componente dell’equipe del professor Urbani, Lutri è responsabile di una società di architetti e ingegneri, la “Muving srl”, con sede a San Gregorio di Catania, che attualmente opera sul Piano regolatore di Cosenza e ha lavorato sul Prg di Agrigento. Qualche anno fa la “Muving” ha curato i Piani strategici dell’Area etnea, “un’occasione – dice il professionista – per consentire alle Amministrazioni un programma di sviluppo condiviso per captare i fondi strutturali dell’Unione europea”.
Architetto Lutri, chi è Leonardo Urbani?
“Leonardo Urbani ha redatto numerosi Piani regolatori sia in Sicilia che nel resto d’Italia. E’ stato docente di Urbanistica all’Università di Palermo, buona parte degli urbanisti siciliani (e non solo) sono stati suoi allievi o collaboratori. Insomma è un nome molto riconosciuto nel settore”.
Perché è importante che il progettista di un Piano regolatore sia “esterno” all’ambiente in cui opera?
“Perché deve avere la dovuta imparzialità e capacità di astrarsi rispetto a delle pressioni esterne che possono essere molto forti. Non c’è dubbio che un progettista esterno ha uno sguardo ‘terzo’ rispetto a un territorio, ma anche una visione ampia, che a volte può mancare al progettista locale”.
Scusi, ma un professionista locale non conosce meglio il territorio?
“Sì, però spesso il locale ha una visione precostituita del territorio, non è detto che sia capace di leggere, di suggerire e di trarre degli spunti importanti”.
Un progettista di Prg viene raggiunto da pressioni per le aree edificabili?
“Sempre”.
Il Piano regolatore di Belpasso – approvato nel ’93 – presenta aspetti scandalosi, sia per quanto riguarda la zona storica, sia per quanto riguarda le aree edificabili. Questo non la dice lunga sulle pressioni cui un progettista può andare incontro?
“Senza dubbio. La capacità di guardare oltre è fondamentale”.
La “Muving srl” si è associata temporaneamente con altre società per realizzare il Prg di Belpasso. Può spiegare il meccanismo che regola queste società di imprese?
“Il codice degli appalti consente, quando si partecipa a una gara, di riunire più soggetti professionali ed economici al fine di mettere insieme le esperienze e i requisiti che consentano di partecipare. Nel caso specifico era stata costituita un’associazione temporanea di imprese che comprendeva lo studio del prof. Urbani, l’ing. Puleo, suo collaboratore storico, la mia società e un’altra società, la ‘Politecnica ingegneria’ di Modena. Questi soggetti avevano i requisiti per partecipare alla gara. Mettere insieme un’equipe del genere, capeggiata dal prof. Urbani, vuol dire avere un alto livello tecnico-scientifico, e allo stesso tempo una capacità di sviluppare il lavoro sul territorio”.
L’alto livello tecnico-scientifico è un requisito fondamentale per redigere un Piano regolatore?
“Assolutamente. Tutte le fasi di analisi, di indagine e di conoscenza richiedono una presenza assidua di professionisti locali, ovviamente diretti e coordinati da Urbani”.
Quindi anche dei professionisti di Belpasso – qualora il Prg fosse rimasto ad Urbani – avrebbero potuto lavorare?
“Certe attività vengono svolte da giovani laureati debitamente inquadrati in un metodo (in questo caso quello di Urbani) e coinvolti in questo lavoro”.
Di quali attività si tratta?
“Nella prima fase bisogna procedere ai rilievi sul territorio. E’ fondamentale fare un censimento casa per casa, studiare la tipologia edilizia, vedere quante famiglie ci abitano o ci abitavano, accertare la qualità del costruito e degli spazi pubblici. Questo lavoro possono farlo i professionisti del posto, che collaborano con i titolari dell’incarico”.
I vincitori di un bando di gara da chi vengono scelti?
“C’è una Commissione di gara nominata dall’Ufficio gare regionale (Urega), composta solitamente da terne di giuristi e di tecnici. Il concorso si svolge analizzando tre aspetti fondamentali: innanzitutto l’ammissibilità giuridica del partecipante (la laurea, l’iscrizione a un Ordine professionale e a una cassa previdenziale, ecc.), poi offerta tecnica, il curriculum, le esperienze, la relazione metodologica, infine il ribasso”.
Come commenta la decisione del Comune di Belpasso?
“Il Prg è un momento fondamentale della vita di una città. Vuol dire programmare lo sviluppo del territorio e la tutela delle sue risorse per i prossimi decenni. Puntare su un buon Piano regolatore con un illustre progettista vuol dire programmare un futuro di un certo livello, tanto più oggi, che le casse dei comuni sono ai minimi termini. Sulle scelte relative al territorio risiedono molte possibilità dell’Amministrazione di acquisire risorse economiche attraverso delle opere di trasformazione, di rinnovamento e di riqualificazione”.
In che senso?
“Oggi alcuni soggetti come l’Unione europea affidano finanziamenti soltanto se i Prg sono coerenti e conformi con le loro direttive. Si tratta di una questione fondamentale perché consente alle Amministrazioni di ottenere dei contributi importanti”.
Interessante.
“Se hai delle opere di riqualificazione urbana comprese nel Piano regolatore, si crea la precondizione per ottenere dei finanziamenti europei”.
Se un Prg prevede, ad esempio, la valorizzazione del centro storico o del paesaggio agricolo, l’Unione europea lo finanzia?
“Certamente. Oppure si possano ipotizzare delle aree produttive che abbiano dei requisiti ambientali ed ecologici particolari”.
Perché è importante un Piano regolatore fatto bene? La qualità della vita, l’economia, il turismo, la socializzazione dipendono da questo?
“Il Prg può aiutare una comunità a migliorare. Il fatto che dei cittadini possano condividere il progetto dello sviluppo del territorio è una cosa fondamentale”.
Quale dovrebbe essere la filosofia del Piano regolatore di Belpasso?
“Belpasso si trova fra due grandi risorse naturali e ambientali: il Parco dell’Etna e la Valle del Simeto. Uno dei temi principali è la costituzione di un sistema di relazioni naturalistico-ambientali che vanno tutelate. Diversi comuni hanno capito le grandi risorse dell’Etna, ma non tutti hanno compreso le potenzialità della Valle del Simeto. Lavorare su questo è di fondamentale importanza”.
7^ puntata. Continua
Questo testo sostituisce il precedente.
Scrivo come persona interessata (sono in attesa da anni che mi si approvi il Piano di Lottizzazione Ecologico in Via Fiume … che da tutte le parti è considerato rivoluzionario, innovativo e nella direzione giusta per qualificare il territorio di Belpasso e non solo in termini ecocompatibili) e pertanto il mio commento potrà essere di parte.
Premetto che anche secondo i tecnici stessi del Comune (cittadini responsabili e consapevoli dei loro limiti a causa del mancato aggiornamento nel tempo), occorre un pool di specialisti per redigere il Piano che dovrà regolare il territorio in quanto le competenze all’interno dell’UT non ci sono.
E’ sufficiente constatare il lavoro quotidiano di routine che svolgono meritoriamente, dal momento che non si tratta di redigere un Regolamento e delle Norme scopiazzando i documenti già esistenti in altri Comuni vicini o passati da tecnici esterni compiacenti né tanto meno bastano dei buoni disegnatori che ci sono per suddividere sulla carta le aree con le varie destinazioni omogenee e completarle con le varie legende.
Premetto ancora che per elaborare un PRG come si deve, ossia con scienza e coscienza, la somma prevista di 200 mila euro non è affatto sufficiente, a meno che non si vogliano escludere tutti gli specialisti che non abitano in Siiclia o nei dintorni di catania e favorire quelli che abitano o lavorano durante la settimana vicino Belpasso …
Ragione per cui non mi sembra che la partecipazione al bando sia stata ampia e qualificata se penso ai solii specialisti italiani che operano in Italia e spesso anche all’Estero …. che non hanno studio o abitazione o collegamenti in Sicilia o a Catania ….
Chi ha già partecipato alla redazione del Piano del Govermo del Territorio sa quanti soldi si spendono per la fase di raccolta documenti e dati, aggiornamento, elaborazione delle soluzioni, confronti con la cittadinanza, le organizzazioni e le associazioni presenti sul territorio, le varie istituzioni che interagiscono determinando spesso pesanti condizionamenti accompagnati da forti ed inaccettabili ritardi specie quando la macchina amministrativa funziona male come nella maggior parte degli enti pubblici siciliani.
Certamente scegliere un professionista locale e per locale intendo dire, che opera in Siiclia e tanto meglio se collegato ad altri studi che operano vicino Belpasso, ciò può comportare delle economie di scala che un illustre professionista di Venezia non può applicare in quanto magari il suo pool qualificato anche a livello internazionale deve sostenere spese che vanno al di là dell’importo non significativo messo a disposizione dal Bando.
Ci sono le spese di trasferta che incidono, gli incarichi periferici a società specializzate che garantiscono la restituzione dei dati e delle informazioni in maniera sistematica ed attendibile, modalità di lavoro che costano perché garantiscono migliori e pià affidabili risultati.
E poi c’è anche una maggior sicurezza nella restituzione della soluzione asettica da condizionamenti locali che possono sicuramente farsi sentire in un ambiente siciliano caratterizzato da clientilismo, familismo, do ut des, ancora più grave che nel resto dell’Italia di cui le cronache giudiziarie nazionali e locali si occupano ad iosa.
E’ chiaro che la posizione dell’arch. Romano è di difesa del “particulare” lavoro che gli è venuto meno ma l’arch. Romano sa che se la partecipazione fosse stata più aperta, più garantista, forse ogggi sarebbe qui a rispondere a nome del suo illustre professore sul fatto che dei professinisti non locali si sono aggiudicati l’incarico magari non conoscendo la realtà della Sicilia ed in particolare di Belpasso.
Ma allora mi domando, se la stragrande maggioranza dei lavori progettati ed eseguiti in Sicilia fanno capo a studi professionali ed imprese locali, come mai o sono inadeguate o cadono a pezzi o sono incompiute?
E quasi tutte le opere sono state e sono oggetto di scandali ed inchieste giudiziarie ?
Cosa c’è dietro all’insistenza di voler comunque assegnare l’incarico al pool che fa capo all’illustre professore Leonardo Urbani che viene da Palermo ma si appoggia anche a studi della Provincia di Catania?
La vaga promessa di far lavorare tecnici locali, magari in nero coinvolgendo i figli gli amici i parenti di cittadini influenti ed interessati a che le scelte vadano in una certa direzione ?
Ma questo non significa proprio promiscuare ed inquinare il lavoro che deve essere svolto con discrezionalità ed imparzialità?
Forse che gli autori del PRG decaduto sono stati meno condizionati di quanto potrebbero esserlo i tecnci del Comune di Belpasso se venisse loro confermato l’incarico ?
Eppure i professionisti del decaduto PRG che a mio avviso e non solo mio, se leggo gli articoli di Luciano Mirone, non hanno operato con scienza e coscienza, venivano da Palermo e non da Belpasso o da Copenaghen ….
Erano nostrani amici degli amici.
Il problema non è da dove viene un professionista ma la sua etica e la sua morale, le sue competenze, la sua capacità di leggere i fatti e di interpretarli nel modo migliore, aggiunta ad una visione innovativa, oggi io dico ecocompatibile dello sviluppo sociale e fisico del territorio.
E’ chiaro che se i tecniici del Comune di Belpasso avessero avuto nel tempo la possibilità di aggiornarsi continuativamente, ovviamnete a spese del Comune, che deve considerarli come risorse proprie da formare con cura ed attenzione al servizio della comunità, oggi la scelta del Sindaco sarebbe incontestabile così come lo è stata quella di numerosi Sindaci italiani, come quelli di diversi Comuni dell’Emilia Romagna, del Veneto e del Friuli.
Non a caso sono le Regioni più avanzate che stanno consolidando il loro sviluppo ecocompatibile a 360 * a livello delle più importanti regioni europee della Germania, della Danimarca, della Svizzera, dell’Austria, della Svezia.
Non mi sembra che in questo dibattito, però, sia emerso quello che deve essere il carattere pregante del PRG di Belpasso, delle sue regole e normative: l’ecologia applicata all’urbanistica ed all’edilizia, che si sintetizzano in una sola parola: Bioarchitettura.
Riprendo le parole scritte da Luciano Mirone sul questo periodico a proposito della revisione del Piano Regolatore:
“la buona o la cattiva qualità di un Piano regolatore può determinare una buona o una cattiva qualità della vita di una comunità, a seconda di come viene concepito e gestito, poiché ci sono Piani regolatori che puntano sulla cementificazione e Piani regolatori che puntano sullo sviluppo sostenibile.
Nel primo caso si garantisce un benessere parziale, temporaneo e limitato a poche persone, con ricadute negative sul piano economico e sociale man mano che si esaurisce l’onda lunga della saturazione delle aree.
Nel secondo si garantisce un benessere duraturo, pulito e globale, poiché quel Prg punta sulla riqualificazione dei centri storici, sulla salvaguardia del paesaggio e su una cementificazione contenuta, quindi su una precisa identità storica e urbanistica, sull’aggregazione dei suoi abitanti, sulla valorizzazione dell’economia, sull’attrazione di un turismo di qualità”
Ebbene, gli amministratori, i rappresentanti dei cittadini, i cittadini stessi, gli opreratori economici, oggi sono di fronte ad un bivio: perseverare ancora nelle scelte di cementificazione selvaggia che hanno prodotto uno scempio nel Capoluogo, nelle Frazioni e nelle aree di espansione, inseguendo i benefici economici immediati, spesso disattesi oppure creare le condizioni permanenti di uno sviluppo armonico, sostenibile, a misura d’uomo, virtuoso capace di incentivare attività economiche legate strettamemte alla valorizzazione del territorio così come accade nelle Regioni più sviluppate dove i Parchi Naturali sono una risorsa aggiuntiva e non un rifugio per coloro che della politica fanno una professione e non un servizio.
Sono linee che devono essere recepite dai redattori dei Piani, professionisti esterni o tecnici comunali, attraverso un programma di conferenze, dibattiti, convegni come era stato fatto a suo tempo negli anni ’70 ed ’80 per promuovere la istituzione del Parco Naturale dell’Etna, anche se poi la sua gestione fallimentare è finita come al solito nelle mani di politici di professione, già dimostratisi incapaci ed incompetenti nell’amministrazione dei propri Comuni,