“Le aree edificabili sono il vero punto dolens del Piano regolatore di Belpasso. Tutto gira lì. Su quelle superfici. Dove si concentrano gli interessi di tante persone. Attorno alle grandi arterie sono nati tutti gli insediamenti più importanti, dalla circonvallazione che costeggia il centro abitato alla strada statale che costeggia Etnapolis. Sono i terreni più appetibili e disponibili, dove si può investire, e dove c’è il vero business È lì che si gioca tutto. Su questo non so che intenzione abbia realmente l’Amministrazione comunale”.
E se lo dice il capogruppo consiliare del Pdl, partito nel quale milita uno che con le aree edificabili ha una certa dimestichezza (l’ex sindaco di Belpasso, Alfio Papale, ingegnere e attuale deputato regionale), vuol dire che la notizia gode di una certa attendibilità.
È flemmatico Nino Prezzavento, e misura le parole. Con garbo e con ironia lancia delle stilettate nei confronti dell’attuale sindaco Carlo Caputo: “Come valuto le Direttive generali del Prg? Positivamente. Ma è bene precisare – seguita Prezzavento – che si tratta di prerogative che spettano al Consiglio comunale, non al sindaco. Il quale sta facendo un mega show permettendosi pure di dichiarare sui Social network che le Direttive sono opera sua. Non è così Sono delle Direttive che ci riserviamo di integrare con ulteriori proposte, su cui voglio essere riservato perché con questa Amministrazione non si sa mai”.
Che giudizio dà sull’iter relativo al Prg?
“L’attuale Amministrazione ha voluto portare avanti una procedura di cui si assume tutte le responsabilità. Il bando di gara per la revisione del Prg era stato aggiudicato a persone esterne, e però il sindaco ha ritenuto opportuno attingere alle proprie professionalità. Se da un lato qualcuno si preoccupa che possano esserci molte pressioni a livello locale nel momento in cui il Prg viene gestito dall’Amministrazione comunale, dall’altro si dice che con una firma illustre come il prof. Urbani, che si è aggiudicato il bando, ci sarebbero state minori interferenze. Non possiamo saperlo ora, vedremo col tempo”.
Perché parla di interferenze?
“Credo che le interferenze ci siano sempre quando viene redatto un Piano regolatore, sia quando l’incarico è dato a personale interno, sia quando è dato a professionisti esterni. Gli interessi attorno a un Prg sono sempre molto forti. Ma se l’incarico lo conferisci a un personaggio autorevole come Urbani, i rischi diminuiscono notevolmente”.
Solo per questo?
“No. Un professionista esterno (e soprattutto illustre) guarda con occhio diverso un territorio rispetto ad un professionista che quel territorio ce l’ha sempre sotto gli occhi. Un professionista che viene da fuori, per giunta illustre, a mio avviso vede le cose con una prospettiva che un locale non riesce a vedere”.
Non si pecca di eccessiva esterofilia?
“Quando ci sono delle professionalità esterne è giusto valorizzarle, anche se ritengo, come ho detto, che una scelta del genere vada giudicata in futuro, fermo restando che l’ingegnere Sebastiano Leonardi (funzionario dell’Ufficio tecnico che, assieme a sei dipendenti comunali, revisionerà il Prg, ndr) e l’ingegnere Biagio Bisignani (Esperto urbanistico del sindaco) sono delle persone assolutamente preparate”.
Perché Sajeva, invece di affidare l’incarico all’Ufficio tecnico comunale (come prevede la legge), ha deciso di istituire un bando (seguendo comunque la legge, che stabilisce il conferimento dell’incarico a un professionista esterno se l’Ufficio tecnico è giudicato “inadeguato”)?
“Non credo che Sajeva avesse interesse a fare una scelta del genere. Da quello che so, l’ingegnere Leonardi era molto oberato di lavoro, essendo un professionista molto produttivo che opera sempre con grande impegno: redigere un Prg significa togliere molto tempo alla normale amministrazione di un Comune. Dunque ritengo che Sajeva abbia istituito il bando per questa ragione”.
Nel frattempo le mansioni di Leonardi sono cambiate?
“Il sindaco Caputo ha tolto Leonardi dal settore Urbanistica (dove ha messo l’arch. Santo Caruso) affidandogli i Lavori pubblici e il randagismo”.
Entrando nello specifico delle Direttive, cosa ritiene più interessante?
“La riqualificazione del centro storico e l’incentivazione dell’agricoltura e del turismo. Belpasso non ha mai puntato sulle risorse come l’Etna e la Valle del Simeto, così come si è resa scarsamente conto di avere dei prodotti agricoli di prima qualità (alcuni dei quali usufruiscono del marchio Dop Monte Etna). Un punto essenziale riguarda la salvaguardia idrogeologica, su cui mai nessuno ha posto attenzione. Negli ultimi anni, a causa dei cambiamenti climatici e della cementificazione, si registrano danni ingenti anche dalle nostre parti”.
Come concilia quest’ultima considerazione con il fatto che il vostro leader, il deputato regionale Alfio Papale, non sia stato un grande campione della salvaguardia del territorio?
“Il territorio di Belpasso è vastissimo (70 chilometri quadrati); non puoi controllarlo con 10 Vigili urbani”.
Ma i mega capannoni in area agricola sono sotto gli occhi di tutti.
“Il problema è che quei capannoni sono nati per la trasformazione dei prodotti agricoli, come prevede la legge. Successivamente sono stati adoperati per altre attività”.
Un sindaco sensibile alla tutela e alla bellezza del territorio non dovrebbe intervenire in tutti i modi per evitare lo scempio, a prescindere dall’ambiguità di certe leggi e dal numero dei Vigili urbani?
“Ripeto: con pochi Vigili urbani si può fare ben poco”.
Come prevede l’integrazione delle periferie?
“E’ un altro problema che il Prg deve porsi. Se non comprendiamo che deve esserci una reale integrazione fra il centro e le periferie, probabilmente l’esigenza di autonomia da parte della frazione di Piano Tavola non cesserà. Tutte le periferie devono capire che bisogna vivere il centro, così come il centro deve comprendere i bisogni delle periferie”.
12^ puntata. Continua.
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