Da Lorenzo Laudani, docente di Lettere in pensione ed ex assessore del Comune di Belpasso, riceviamo questo contributo al dibattito sul Prg, che pubblichiamo.
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Secondo le previsioni del Piano Blu per il Mediterraneo (UNEP-MAP), nel 2025 il numero dei turisti crescerà fino a 350 milioni.
La valorizzazione del ricco patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale, costituisce il principale punto di forza e di maggiore attrattiva per i soggetti non locali. Il recupero del patrimonio costituisce, pertanto, uno degli investimenti di maggior senso di prospettiva soprattutto in territori difficili come la Sicilia
Il turismo culturale, generato a partire da una proposta di accoglienza territoriale incentrata sul “Patrimonio” di un contesto, è uno strumento capace, in un’area debole, di attivare congiuntamente sviluppo economico e qualità della vita.
Il Turismo in Sicilia nei prossimi anni continuerà certo ad essere “sole e mare”, ma dovrà essere capacità dell’isola, in particolare delle sue zone interne, di attrarre turisti dotati di superiori capacità di spesa
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Per questa ragione si dovrà necessariamente strutturare un sistema locale fortemente orientato all’attrazione, all’accoglienza, al coinvolgimento di una “persona che viaggia”, avviando una progettazione sul recupero e sulla valorizzazione di contesti e paesaggi, con una progressiva politica di conservazione dei beni e delle tipicità locali, di qualificazione del territorio, dei servizi e degli operatori.
L’accettazione territoriale di un’ipotesi di sviluppo incentrata sul turismo culturale potrebbe allora produrre effetti di rompenti a favore della qualificazione del territorio, del paesaggio, della società e della stessa mentalità locale, specialmente in un teatro come quello siciliano dove, tra scenari di per sé splendidi e ricchi di risorse culturali e ambientali, la qualità degli attori e dei loro interventi dovrebbe essere certamente migliore.
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Il turismo culturale, può svolgere un ruolo politico e sociale di riequilibrio tra regioni ricche e povere, purchè si percepisca fino in fondo che il cliente turista non è solo una temporanea fonte di reddito ma è prima di tutto “un uomo che si sposta”, cui bisogna assicurare la migliore permanenza possibile in mezzo a uomini dotati di saper fare, buon gusto, capacità di creare “civiltà” e mantenere armonia.
PAESE ALBERGO O ALBERGO DIFFUSO
Il modo di fare turismo sta cambiando: soggiorni più brevi, all’insegna del risparmio, ma soprattutto con il desiderio di entrare in contatto diretto con la storia, l’arte, la cultura e l’enogastronomia delle tante realtà locali di cui è ricco il nostro Paese. Accanto alle strutture ricettive tradizionali, si affermano sempre di più nuove forme di ospitalità attente alla rivalutazione dei territori e alla valorizzazione delle tipicità. È questa la filosofia del business innovativo del Paese Albergo o Albergo Diffuso, di una struttura cioè che mette a disposizione degli ospiti camere e/o appartamenti ubicati non nello stesso edificio, come nei classici alberghi, ma in immobili diversi, all’interno di un borgo. Un albergo diffuso che si sviluppa sul territorio, con un’unica reception che fa anche da “ufficio di promozione turistica” e dove, volendo, si può prevedere anche un bar e una sala ristorante. Per chi conosce bene il proprio territorio ed è alla ricerca di un’attività piacevole e dinamica, che può richiedere un impegno anche solo stagionale o non continuativo, aprire un Paese Albergo rappresenta un’opportunità di business di grande attualità e buoni guadagni. Gli alberghi diffusi sono un’innovazione in campo turistico e puntano su una caratteristica fondamentale del territorio italiano: le piccole e affascinanti realtà
Norme per il Riconoscimento dell’Albergo Diffuso in Sicilia | Testo Definitivo Approvato
Di seguito il testo definitivo, approvato, della legge sull’Albergo Diffuso, prima legge parlamentare partorita dalla Regione in questa legislatura e scritta di proprio pugno dai nostri portavoce. (Disegno Di Legge ARS Nn. 230-120-76-152. Legge Approvata Il 24 Luglio 2013.)
UNA SINTESI PARZIALE DEI SITI DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE NELLA STESURA DEL PIANO
- Belpasso e l’Etna storia delle eruzioni più significative che hanno interessato il territorio
- 1669 (dalle bocche effusive ed eruttive ( monti Rossi) fino a Catania (castello Ursino) e al mare, pensare a strade di accesso per la visita ai luoghi più caratteristici ( grotte di scorrimento, chiese, luoghi sacri tele e dipinti)
- Eruzione 1886, 1910, 1983, 2000 strade per accesso ai luoghi
TURISMO RELIGIOSO
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AREA DELLE APPARIZIONI
- 1235 S. MARIA DEL PASSO oggi MADONNA DELLA GUARDIA
- ( la storia si lega alla regina Eleonora D’Angiò, al sito la Guardia della vecchia Malpasso, alla madonna della Guardia di Marsiglia, della Val D’Aosta, di Genova. I rapporti familiari della regina ci collegano con S. Luigi IX Re di Francia, con S. Ludovico, vescovo di Tolosa, con Santa Margherita d’Ungheria, con i francescani e il loro convento, rifatto nella nuova Belpasso con il duomo Messina e con l’area dell’Argimusco e il comune di Montalbano Elicona, con Catania e la chiesa di S. Francesco all’Immacolata dove è stata seppellita e con il culto di S. Lucia e dell’Immacolata a Belpasso.
Una storia a sé ha la chiesa e la statua della Madonna della Guardia con i simboli che la rivestono legata a tante vicende storiche e naturali eruzioni e terremoti ed altro.(siti visitabili, documenti storici, foto, tele ed altro documentano questo tema)
- 1704 MADONNA DELLE Grazie oggi MADONNA DI MOMPILERI
- 1986 MADONNA DELLA ROCCIA oggi REGINA DELLA PACE
PIAZZE E CHIESE
INTERNI E TELE DELLE CHIESE (CHIESA MADRE, DI BORRELLO, S.ANTONIO,CONVENTO S.ROCCO)
Monumenti
ITINERARI NEL CIRCONDARIO
Percorsi storici e naturalisti entro un raggio di circa Km. 20 da Belpasso
- Il Ponte dei Saraceni è un ponte in pietra risalente al IX secolo sul fiume Simeto. Collega il territorio di Adrano con quello di Centuripe, presso il passo del Pecoraio, e benché sia denominato Ponte dei Saraceni è una costruzione normanna.
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Adrano Il castello, insieme a quelli vicini e simili di Paternò e Motta Sant’ Anastasia, rientrerebbe in un sistema difensivo di età normanna volto a controllare la valle del Simeto, il pieno controllo di Catania e dei passi che portavano a Troina, Regalbuto e Randazzo. In quest’ottica può essere messo in relazione con il Ponte dei Saraceni
Museo Archeologico Etneo
- Paternò Il Castello negli anni seguenti ospitò re e regine, tra i quali Federico II di Svevia, la regina Eleonora d’Angiò e la regina Bianca di Navarra. Il castello di Paternò e i territori sottoposti, infatti, furono inseriti nella cosiddetta Camera Reginale che venne costituita da Federico III d’Aragona come dono di nozze alla consorte Eleonora d’Angiò e che poi venne ereditata dalle Regine che si susseguirono, sino alla sua abolizione.
- Motta S. Anastasia La torre di Motta (o Dongione) fu costruita tra il 1070 e il 1074 (pare sul rudere di una torre araba) per volontà del gran conte Ruggero il Normanno. Il massiccio torrione a pianta rettangolare (con dimensioni:21,54 x 9 x 17,10 m) è alto circa 21 metri e rappresenta una tipica struttura a carattere difensivo del tardo medioevo. La copertura a terrazza conserva la quasi intatta merlatura,(22 merli a testa arrotondata) se non fosse per uno dei 22 merli che nel 2010 è stato colpito da un fulmine, ma prontamente restaurato.
- chiesa Misericordia
- La civita Area dell’abitato di civita, circuito murario (i settori mancanti sono indicati con linea tratteggiata, le mura)
- le salinelle
15^ Puntata. Continua
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