Partono di notte dal porto di Catania, percorrono diversi chilometri coperti da improbabili teloni di plastica, si fermano a Melilli (in provincia di Siracusa), scaricano i rifiuti speciali e se ne vanno.
Qualche notte dopo si ripete la stessa scena: da Taranto arriva l’eurocargo della Grimaldi Lines, “vomita” dal suo ventre di ferro altri camion, i quali percorrono l’itinerario fino a Melilli in contrada Bagali, sversando nella discarica lo stesso materiale.
Da diverse settimane succede che l’asse marittimo Taranto-Catania e l’asse stradale Catania-Melilli sia attraversato da navi e camion che trasportano il “polverino” proveniente dagli stabilimenti dell’Ilva di Taranto, una sostanza che “si presume sia tutt’altro che benefica”, stando almeno a quanto denunciato tramite una interrogazione presentata ai ministri dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, della Salute, delle Infrastrutture e dei trasporti, i parlamentari del Movimento 5 Stelle Giarrusso, Catalfo, Paglini, Serra, Cappelletti, Puglia, Santangelo , Donno e Moronese.
“Risulta agli interroganti – si legge nel documento – che diversi cittadini ed attivisti del territorio siracusano hanno documentato, tramite video, nella notte tra il 14 e 15 dicembre 2016, il passaggio di camion provenienti dal porto di Catania con carichi di materiale polveroso e coperti soltanto con teloni, modalità del tutto inadeguata a non far disperdere nell’ambiente la sostanza durante le operazioni di trasporto”.
Secondo i parlamentari, la polvere che si trova nei convogli può disperdersi nell’ambiente durante il tragitto. “La modalità di carico e di trasporto di tale rifiuto polveroso risulta non rispecchiare le regole poste a tutela della salute pubblica” , anche perché, insistono gli interroganti, la Cisma Ambiente SpA di Melilli (Siracusa), la società che gestisce la discarica con regolare autorizzazione della Regione Sicilia, “già alcuni anni fa sarebbe balzata agli onori della cronaca per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi dell’Ilva nella discarica di Melilli, considerata dalla Regione in un primo momento area ad elevato rischio ambientale”.
A parere di Legambiente il trasferimento del “polverino” da Taranto a Melilli, da un lato ridurrebbe gli impatti sulla Puglia, ma irragionevolmente li caricherebbe su una zona della Sicilia altrettanto inquinata e sofferente.
Con questa interrogazione i parlamentari pentastellati ribadiscono la richiesta – avanzata oltre un anno fa, “ma rimasta inevasa” – di chiarimento in merito all’effettiva pericolosità dei rifiuti condotti in Sicilia provenienti dall’Ilva, nonché i presupposti di liceità dell’intera operazione. Così come chiedono nuovamente di “monitorare la situazione epidemiologica e ambientale dell’area circostante alla discarica di contrada Bagali, nonché delle aree ad elevato rischio ambientale” del Polo petrolchimico di Augusta, Priolo e Melilli. Il M5S, in poche parole, chiede al governo quali provvedimenti urgenti intende adottare per risolvere questa situazione giudicata insostenibile.
Barbara Contrafatto
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