Apparentemente un incontro di fine anno. In realtà un vertice urgente dai toni molto aspri indetto da Federparchi Sicilia, cui hanno preso parte anche il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna, e il presidente Parchi e riserve Angelo Di Marca.

Una riunione urgente (la seconda in tre anni) dove si è commentato duramente il tentativo – contenuto nella finanziaria regionale – di creare delle macro aree per accorpare i Parchi siciliani istituiti trent’anni fa. Ecco allora, ad esempio, che il Parco dell’Etna avrebbe dovuto essere unificato al Parco fluviale dell’Alcantara, e il Parco dei Nebrodi a quello delle Madonie, per abbattere i costi di gestione che evidentemente, per la Regione Siciliana, sono eccessivi. Il tutto contenuto in due articoletti della finanziaria formulati dagli assessorati al Bilancio e all’Ambiente, che, in seguito alle proteste arrivate a stretto giro di posta, sono stati ritirati nel giro di qualche giorno. Anche perché – secondo quanto è emerso dal dibattito di ieri mattina organizzato nella sede del Parco dell’Etna di Nicolosi dalla presidente Marisa Mazzaglia, dal presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, e dal presidente del Parco delle Madonie Angelo Pizzuto – il governatore della Regione, Rosario Crocetta, avrebbe confidato a qualcuno di essere stato tenuto all’oscuro di questi due articoli contenuti nella finanziaria.

Un momento della riunione di Federparchi con le associazioni ambientaliste, svoltasi nella sede del Parco dell’Etna di Nicolosi

Nel corso della riunione è stato stigmatizzato il modus operandi della Regione, la quale, “da un lato, organizza tavoli di confronto con i responsabili degli enti per migliorare i Parchi, dall’altro riduce la loro efficacia di intervento territoriale attraverso un accorpamento” che – a parere degli intervenuti – non solo non risolverebbe i problemi economici, ma aggraverebbe le difficoltà presenti nei diversi Parchi (non ultime, per esempio, le violazioni di legge commesse in diverse zone della Sicilia: basti ricordare il grave attentato organizzato contro Giuseppe Antoci – fortunatamente fallito – per le denunce dello stesso contro una serie di irregolarità).

Il tentativo di accorpare i parchi naturali presenti in Liguria – è stato detto nel corso dell’incontro – è fallito miseramente, al punto da indurre ultimamente quella Regione a decentrare le competenze, come aveva fatto in precedenza.

Non è la prima volta che in Sicilia si tenta una operazione del genere. Nel 2012, ad esempio, la giunta Lombardo cercò di far passare un progetto simile. E anche in quel caso Legambiente protestò con gli stessi contenuti espressi oggi: “Legambiente Sicilia manifesta tutta la propria incredulità ed opposizione alla proposta formulata dal Governo Regionale nell’ambito della Finanziaria di accorpare il Parco dell’Alcantara al Parco dell’Etna, con la motivazione di ridurre i costi di gestione”. E poi: “E’ una norma assurda e sbagliata, che non riduce sensibilmente i costi e che finirebbe per rendere ingovernabile il nuovo Parco Etna-Alcantara”. E ancora: “Una proposta che fa a cazzotti con la natura e la storia dei territori: l’Alcantara nasce sui Monti Nebrodi ed il tratto montano del fiume fa parte già del Parco dei Nebrodi. L’Etna non c’entra nulla! I parchi hanno senso se sono istituzioni vicine ai territori amministrati”.

La riunione di ieri al Parco dell’Etna è stata anche un’occasione per proporre alla Regione il miglioramento del sistema dei Parchi e delle Riserve in Sicilia. “Siamo convinti che le nostre proposte saranno recepite”, hanno detto all’unisono i partecipanti.

Redazione