Per descrivere la bellezza dell’ulivo pugliese ci vorrebbe un poeta. Come fai a raccontare una pianta centenaria (i contadini parlano di alberi anche di mille anni) che ha visto passare uomini, epoche e storie, il tronco imponente, la corteccia rugosa, la chioma superba che arriva a terra? Oggi questo patrimonio dell’umanità – dieci milioni di ulivi sparsi in tutta la Puglia – rischia di scomparire o di essere ridimensionato, malgrado la tutela prevista dalla legge regionale. Il suo killer ufficiale ha un nome, Xilella, un batterio che sarebbe arrivato dal Costarica ben nascosto in una pianta di caffè. Ma sulla nocività di questo strano e volubile killer non ci sono prove (almeno sugli ulivi). Per questo la Puglia si è spaccata. Per molti la Xilella è il paravento dietro il quale si nasconde la vera malattia: il denaro.
È dal 2010 che in Puglia si nota un fenomeno strano: le foglie di diversi alberi centenari si essiccano. Da allora è scattato l’allarme: alberi estirpati, con il rischio che quel paesaggio unico al mondo rischia di essere cancellato.
Una lotta fra due culture: da un lato la produttività delle associazioni di categoria che prevede la coltivazione intensiva di un’altra specie di ulivo più resistente ed economica; dall’altro la salvaguardia del paesaggio, dell’identità, della bellezza e del turismo (volano dell’economia pugliese assieme all’agricoltura). Una lotta antica. Ma la “lotta antica” – secondo una corrente di pensiero – può essere solo apparente, perché nasconde le perversioni dell’era moderna.
“Da quando c’è la psicosi della Xilella, il costo degli uliveti è crollato. Chi vuole fare delle speculazioni può approfittare del momento. Un esempio? Nel comune di Nardò (Lecce) è previsto un insediamento turistico che ha ricevuto i visti favorevoli delle autorità competenti. Peccato che il progetto ricada in un uliveto di cinquecento anni fa. E questa non è che la punta dell’iceberg”. Il problema infatti va visto nella sua complessità.
Il professor Nicola Grasso, docente di Diritto costituzionale presso l’Università del Salento, non ha peli sulla lingua. Da anni è impegnato in mille battaglie contro l’illegalità, le mafie, la cementificazione. “Gli ulivi del Salento – dice – sono delle opere d’arte perché esprimono il senso della storia, della bellezza e della natura. È giusto lottare per tutelarli”.
Quando inizia questa storia?
“Il caso Xilella è delicatissimo perché si presta a numerose strumentalizzazioni. Viaggiamo su molte ipotesi e pochi dati concreti. Nel 2010, in alcune zone del Salento degli ulivi centenari (pochi in verità), hanno iniziato a mostrare dei segnali anomali di disseccamento. Non si è mai capita la causa, ma improvvisamente nel 2013 alcuni ricercatori dell’Università di Bari hanno immaginato che questo fenomeno fosse attribuibile al batterio della Xilella, noto fino a quel momento per aver distrutto le viti in California e gli agrumeti in Brasile”.
Si tratta di dati scientificamente certi?
“No. Una serie di studi condotti dall’Università di Berkeley in California hanno dimostrato che l’ulivo non viene attaccato dalla Xilella”.
E allora?
“Da quel momento si è fatta largo la tesi secondo la quale esiste un ceppo della Xilella, detto pauca, che ha la caratteristica di attaccare gli ulivi. Peccato che in questi anni non sia stata pubblicata una sola ricerca scientifica che lo dimostri inequivocabilmente, tant’è che dalle analisi effettuate si è accertato un fenomeno strano: diversi alberi secchi non hanno il batterio della Xilella, mentre alberi in buone condizioni ce l’hanno. Questo vorrà dire qualcosa”.
Cosa?
“Che si dovrebbe approfondire la ricerca. Anche perché altri studi parlano di un insieme di cause: i funghi, l’impoverimento del terreno, il calo delle difese immunitarie, l’uso massiccio di diserbanti, il cambiamento climatico”.
Qual è l’interpretazione più verosimile?
“Che in assenza di riscontri seri la Xilella rischia di diventare un alibi, perché darebbe la possibilità di chiedere degli indennizzi esorbitanti a livello europeo, e soprattutto darebbe vita a una forma di cambiamento del sistema di coltivazione, con forme speculative che stanno alla base di tutto”.
In che senso?
“Nel senso che espiantando questi ulivi monumentali (piante altissime con delle chiome difficilmente coltivabili in quanto richiederebbero operai e costi altissimi) si passerebbe all’idea di sostituirli con delle cultivar (così si chiamano) più facili da lavorare in modo intensivo. L’idea è quella di cavalcare l’onda della Xilella per ridurre i costi. Questo però comporterebbe lo stravolgimento del paesaggio, con conseguenze devastanti”.
Dunque che sta succedendo in Puglia?
“In questi giorni c’è stata una grande protesta degli agricoltori, che stanno soffrendo per delle perdite economiche notevoli: alcuni ulivi seccano e loro non sanno che fare. La richiesta che viene fatta alla politica è: autorizzateci a espiantare questi ulivi e a piantarne di nuovi”.
E quindi si stanno creando due movimenti contrapposti: uno a favore dell’espianto e un altro a favore della tutela?
“Esatto. L’adesione alla tesi più semplicistica (gli ulivi muoiono per Xilella) dà l’avvio al procedimento di espianto, chiaramente avallato dall’Unione europea. Questo incontrerebbe i desiderata di una parte delle associazioni di categoria che vedrebbero di buon occhio l’espianto di questi alberi centenari, i quali, lo ripeto, sono poco produttivi. Solo che l’Ue ha posto il divieto di reimpianto. Quindi allo stato attuale se tu espianti degli ulivi non puoi piantarne altri”.
Un paradosso.
“L’Unione europea prescrive che in una zona definita infetta debbano essere espiantati gli ulivi malati anche nei casi in cui, pur presentando il batterio della Xilella, sono apparentemente sani. C’è poi la zona di contenimento (nella fascia più a nord, in provincia di Brindisi) dove non solo l’albero infetto deve essere tagliato, ma devono essere eliminati anche quelli che si estendono nel raggio di cento metri, dai cinquecento ai seicento alberi sani. L’Ue per evitare che i nuovi alberi possano ammalarsi, vieta il reimpianto. Per questo la Coldiretti, le associazioni di categoria e gran parte della scienza ufficiale stanno tentando di individuare una cultivar resistente. Una inchiesta della procura della Repubblica di Lecce ha prefigurato un disegno”.
Un disegno?
“Sì, una volontà di modificare il tessuto paesaggistico e produttivo della zona. Un professore dell’Università di Bari è arrivato a teorizzare l’istituzione di un museo degli ulivi monumentali: dopo l’espianto di tutti gli alberi, ha detto, ne lasceremo una cinquantina, giusto per ricordare com’era il Salento fino ai primi anni del Ventunesimo secolo”.
È vero che nel Salento ci sono degli agricoltori che con metodi tradizionali hanno salvato i loro ulivi?
“Certamente. Hanno praticato determinati accorgimenti nel trattamento della pianta. I risultati sono stati straordinari. All’interno di una zona fortemente colpita hanno trattato i loro ulivi (che sorgono a distanza di pochi metri da quelli malati) con tecniche antiche che prevedono prodotti come la calce ed altro per combattere le malattie. L’uso di questi metodi ha portato ad una rinascita delle piante. La scienza ufficiale li ha bollati come santoni, ma nessuno ha dimostrato scientificamente perché in Puglia alcuni ulivi seccano. Nessuno ha mai spiegato perché la malattia non si propaga a cerchi concentrici (come sarebbe logico in caso di contagio), ma a macchia di leopardo”.
L’esempio di questi agricoltori è stato seguito da altri?
“Sì, ma si tratta di iniziative isolate. Su questo argomento non c’è una linea univoca, molti uliveti sono parcellizzati o abbandonati”.
Secondo lei quando si risolverà questo caso?
“Quando ci sarà una ricerca scientifica seria e indipendente. Il decreto ministeriale del giugno 2015, che ha recepito una direttiva europea (a mio parere violando l’articolo 33 della Costituzione, cioè la libertà di ricerca), prescrive che tutte le ricerche devono essere autorizzate dal Servizio fitosanitario nazionale o regionale. Viene vietata la movimentazione delle piante malate. Quindi se il ricercatore di Berkeley vuole fare un’indagine, deve farla in loco dopo aver chiesto l’autorizzazione alle strutture burocratiche”.
Questo cosa ha causato?
“Ha frenato fortemente l’indagine, che comunque sarebbe costata tantissimo. Di fatto la ricerca è stata monopolio quasi esclusivo di alcuni enti che operano in Puglia, che però sono stati tacciati di conflitto di interessi dalla stessa Procura di Lecce”.
Perché?
“Se sostengo una tesi in maniera non dico veemente, ma molto convinta, non posso essere l’unico organo deputato a fare le analisi. Una ricerca del genere andrebbe aperta, permettendo ad istituti nazionali e internazionali (eventualmente con l’aiuto di finanziamenti pubblici) di potere svolgere studi approfonditi. Una questione delicata come questa dovrebbe avere un ampio respiro. Le uniche pubblicazioni scientifiche che riguardano il rapporto fra ulivo e Xilella sono quelle dell’Università di Berkeley. Fino a quando questa ricerca non viene smentita siamo autorizzati a dire che l’ulivo è resistente alla Xilella”.
Che idea si è fatto di questa storia?
“Un problema serissimo come il disseccamento dell’ulivo viene strumentalizzato, cavalcato e piegato a determinati interessi. Però se lo dici (come ha fatto la Procura di Lecce) rischi di essere tacciato come complottista. Da quando si è data la colpa alla Xilella c’è stato un susseguirsi di proposte di legge, richieste di finanziamenti, polveroni e mobilitazioni in grande stile”.
Cosa dovrebbero fare le istituzioni?
“Dovrebbero preoccuparsi di più del paesaggio e dell’integrità di qualcosa che è veramente rappresentativa dell’identità culturale e storica del nostro Paese, piuttosto che consentire speculazioni, cementificazioni, stravolgimenti che non fanno altro che impoverire un Paese vecchio sotto tutti i punti di vista, ivi compresa l’esaltazione di modelli di sviluppo superati”.
Luciano Mirone
Informatevi, studiate un poco e soprattutto vergognatevi. Dichiarazioni aberranti e fuori dal mondo. Di seguito un elenco parziale delle ricerche e pubblicazioni scientifiche sull’argomento:
2013 Saponari M., Boscia D., Nigro F., Martelli, G. P., 2013. Identification of DNA sequences related to Xylella fastidiosa in oleander, almond and olive trees exhibiting leaf scorch symptoms in Apulia (southern Italy). Journal of Plant Pathology, 95, 659–668.
2014 Cariddi C., Saponari M., Boscia D., De Stradis A., Loconsole G., Nigro F., Porcelli F., Potere O., Martelli G.P., 2014. Isolation of a Xylella Fastidiosa strain infecting olive and oleander in Apulia, Italy. Journal of Plant Pathology (2014), 96 (3), 1-5.
2014 Djelouah K., Frasheri D., Valentini F., D’Onghia A. M. & Digiaro M., 2014. Direct tissue blot immunoassay for detection of Xylella fastidiosa in olive trees. Phytopathologia Mediterranea, 53.
2014 Loconsole G., Potere O., Boscia D., Altamura G., Djelouah K., Elbeaino T., Frasheri D., Lorusso D., Palmisano F., Pollastro P., Silletti M.R., Trisciuzzi N., Valentini F., Savino V., Saponari M., 2014. Detection of Xylella fastidiosa in olive trees by molecular and serological methods. Journal of Plant Pathology (2014), 96 (1), 1-8.
2014 Saponari M., Loconsole G., Cornara D., Yokomi R.K., De Stradis A., Boscia D., Bosco D., Martelli G.P., Krugner R., Porcelli F., 2014. Infectivity and transmission of Xylella fastidiosa by Philaenus spumarius (Hemiptera: Aphrophoridae) in Apulia – Italy. Journal of Economic Entomology, 107(4):1316-9.
2014 Saponari M., Boscia D., Loconsole G., Palmisano F., Savino V., Potere O., Martelli G. P., 2014. New Hosts of Xylella fastidiosa strain CoDiRo in Apulia. Journal of Plant Pathology (2014), 96 (2), 603-611.
2014 International Symposium on the European Outbreak of Xylella fastidiosa in Olive, Gallipoli/Locorotondo (21-24 October 2014). Journal of Plant Pathology, 96, S4.97.
Oral Presentations
Occurrence of Xylella fastidiosa in Apulia. International Symposium on the European Outbreak of Xylella fastidiosa in Olive. Boscia D. S4.97
Potential vectors of Xylella fastidiosa in Europe. Bosco D., Almeida R., Czwienczek E., Stancanelli G., Gregoire J.C., Caffier D., Hollo G., Bragard C.
Phytosanitary regulation against Xylella fastidiosa from a European union perspective. Cardon G.H.
Diseases induced by Xylella fastidiosa subsp. pauca: ecology, epidemiology and management. Coletta Filho H.D.
Survey of Auchenorrhyncha in the Salento peninsula in search of putative vectors of Xylella fastidiosa subsp. pauca CoDiRO strain. Cornara D., Loconsole G., Boscia D., De Stradis A., Yokomi R. K., Bosco D., Porcelli F., Martelli G. P., Saponari M. S4.98
Observations on the biology and ethology of Aphrophroridae: Philaenus spumarius in the Salento peninsula. Cornara D., Porcelli F.
Some approaches aiming at citrus variegated chlorosis control in Brazil. de Souza A.A., Cristofani- Yaly M., Della Coletta-Filho H., Machado M. A.
An innovative monitoring model of Xylella fastidiosa in Apulia. D’Onghia A. M., Santoro F., Yassen T., Djelouah K., Guario A., Percoco A., Caroppo T., Valentini F. S4.99
Draft genome sequence of Xylella fastidiosa strain CoDiRO. Giampetruzzi A., Chiumenti M., Saponari M., Donvito G., Italiano A., Loconsole G., Cariddi C., Martelli G.P., Saldarelli P.
Control strategies for Xylella fastidiosa. Hopkins D.L.
Identification and characterization of xylella fastidiosa isolated from coffee plants in France. B. Legendre, S. Mississipi, V. Olivier, E. Morel, D. Crouzillat, K. Durand, P. Portier, F. Poliakoff, M. A. Jacques. S4.100
Interlaboratory validation of molecular and serological diagnosis of Xylella fastidiosa strain CoDiRO in susceptible host plants. Loconsole G., Potere O., Elbeaino T., Frasheri D., Frisullo S., Palmisano P., Boscia D., Saponari M.
The olive quick decline syndrome: state of the art. Martelli G.P. S4.101
Identification and characterization of fungal species associated with the quick decline of olive. International symposium on the European outbreak of Xylella fastidiosa in olive. Nigro F., Antelmi I., Ippolito A.
EPPO supporting the evolution of phytosanitary systems in member countries. Petter F., Grousset F., Suffert M.. S4.102
Historical perspectives on xylella fastidiosa and their relevance for the future. Purcell A.H.
Isolation, genotyping and preliminary data on the pathogenicity of Xylella fastidiosa CoDiRO strain. Saponari M., Loconsole G., Almeida R., Coletta-Filho H., Martelli G. P., Boscia D. S4.103
Risk assessment of Xylella fastidiosa at the European Food Safery Authority. Stancanelli G., Almeida R., Bosco D., Bragards C., Caffier D., Gregoire J. C., Parnell S., Strona G., Mosbach-Schulz O., Czwienczek E., Hollo G.
Modelling the spread of xylella fastidiosa in apulia, Italy. White S.M., Bullock J.M., Hooftman D.A.P., Chapman D.S.
Posters
Genome-wide transcriptome analysis of olive leaves affected by quick decline syndrome. Antelmi I., De Miccolis Angelini R.M., Pollastro S., Nigro F. S4.107
Xylella fastidiosa not found on olive and oleander in a Croatian 2014 official survey. Bjeliš M., Popovic L., Buljubašic I., Jergan Š., Plavec J., Fazinic T., Ivic D., Krizanac I.
The possible role of oleander in the epidemiology of Xylella fastidiosa in the Salento peninsula. International Symposium on the European Outbreak of Xylella fastidiosa in Olive. Boscia D., Potere O., Loconsole G., Saponari M., Delle Donne A., Susca L., Martelli G. P. S4.108
Field observations on the behaviour of different olive cultivars in response to Xylella fastidiosa infections. Boscia D., Saponari M., Palmisano F., Loconsole G., Martelli G.P., Savino V.
Identification and diversity assesment of Xylella fastidiosa from infected olive trees in Apulia (southern Italy). Camele I., Mang S.M., Elshafie H.S., Sasso M., Frisullo S.
Extensive literature search to build a database on the host range of Xylella fastidiosa. Czwienczek E. Almeida R., Bosco D., Stancanelli G., Gregoire J.C., Caffier D., Hollo G., Mosbach-Schulz O., Strona G., Bragard C.
Xylella fastidiosa in naturally infected plants in southern Apulia: an ultrastructural study. De Stradis A., Saponari M., Loconsole G., Potere O., Boscia D., Martelli G.P. S4.109
Fluorescence-based portable format of isothermal lamp reaction for detection of Xylella fastidiosa. Dreo T., Pirc M., Jakomin T., Kogovšek P., Ravnikar M.
Intra and inter-laboratory evaluation of molecular methods for the detection of Xylella fastidiosa. Legendre B., Olivier V., Molusson D., Mississipi S., Couton A., Hervouet M., Moisson M., Poliakoff F.
Multilocus sequence typing reveals the genetic distinctiveness of Xylella fastidiosa strain CoDiRO. Loconsole G., Almeida R., Boscia D., Martelli G. P., Saponari M. S4.110
Use of a new SNP-based assay and multilocus ssr markers to assess the genetic diversity in Xylella fastidiosa subsp. pauca and its potential application to the study of the olive quick decline syndrome in Italy. Montes-Borrego M., Lopes J.R.S., Jiménez-Díaz R.M., Navas-Cortés J.A., Loconsole G., Saponari M., Landa B.B.
Survey for the presence of Xylella fastidiosa subsp. pauca strain CoDiRO in some forestry and ornamental species in the Salento peninsula. Potere O., Susca L., Loconsole G., Saponar, M., Boscia D., Savino V. N., Martelli G. P.
Development of an information acquisition system for the field monitoring of Xylella fastidiosa. Santoro F., Favia G., Valentini F., Gualano S., Guario A., Percoco A., D’Onghia A.M. S4.111
Preliminary results of a survey of weeds as potential hosts of Xylella fastidiosa strain CoDiRO. Susca L., Potere O., Marullo S., Savino V. N., Venerito P., Loconsole G., Saponari M., Boscia D., La Notte P.
Recently developed methods for in situ detection of Xylella fastidiosa in olive trees and insects. Yaseen T., Djelouah K., Valentini F., Elbeaino T., Frasheri D., Digiaro M., D’Onghia A.M.
2015 Bergsma-Vlami M., van de Bilt J.L.J., Tjou-Tam-Sin N.N.A., van de Vossenberg B.T.L.H., Westenberg M., 2015. Xylella fastidiosa in coffea arabica ornamental plants imported from Costa Rica and Honduras in the Netherlands. Journal of Plant Pathology, Vol 97, No 2
2015 Giampetruzzi A., Chiumenti M., Saponari M., Donvito G., Italiano A., Loconsole G., Boscia D., Cariddi C., Martelli G.P., Saldarelli P., 2015a. Draft Genome Sequence of the Xylella fastidiosa CoDiRO Strain –; Genome Announcements (January/February 2015), Vol. 3 Issue 1 e01538-14.
2015 Giampetruzzi A., Loconsole G., Boscia D., Calzolari A., Chiumenti M., Martelli G. P., Saldarelli P., Almeida R.P.P., Saponari M., 2015b. Draft Genome Sequence of CO33, a Coffee-Infecting Isolate of Xylella fastidiosa – A.; Genome Announcements (November/December 2015) Vol. 3 Issue 6 e01472-15.
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2016 Moussa I.E.B., Mazzoni V., Valentini F., Yaseen T., Lorusso D., Speranza S., Digiaro M., Varvaro L., Krugner R., D’Onghia A.m., 2016. Seasonal fluctuations of sap-feeding insect secies infected by Xylella fastidiosa in Apulian olive groves of southern Italy. Journal of Economic Entomology. 109(4), 2016, 1512–1518. doi: 10.1093/jee/tow123.
2016 Saponari M., Boscia D., Altamura G., D’Attoma G., Cavalieri V., Loconsole G., Zicca S., Morelli M., Tavano D.,
Loconsole G., Susca L., Potere O., Martelli G.P., Palmisano F., Dongiovanni C., Saponari A., Fumarola G., Di Carolo M.,
2016. Pilot project on Xylella fastidiosa to reduce risk assessment uncertainties. EFSA-Q-2014-00533 EFSA Supporting Publications, 13(3), 1–60.
2016 XII Congress of Italian Society of Plant Pathology (Rome 19-22 September 2016)
Section Xylella fastidiosa. Journal of Plant Pathology, Vol 98, No 4sup (2016)
Oral Presentations
THE EU RESEARCH PROGRAMS IN RESPONSE TO THE XYLELLA FASTIDIOSA EMERGENCY. D. Boscia, M. Saponari. S25
POTENTIAL DISTRIBUTION OF XYLELLA FASTIDIOSA AND ITS INSECT VECTOR PHILAENUS SPUMARIUS IN THE MEDITERRANEAN BASIN. L. Bosso, M. Di Febbraro, G. Cristinzio, A. Zoina, D. Russo.
MONITORING OF XYLELLA FASTIDIOSA IN AN ITALIAN PEST-FREE AREA (LATIUM REGION). V. Modesti, N. Pucci, S. Lucchesi, L. Campus, S. Loreti, S26
DETECTION OF XYLELLA FASTIDIOSA: VALIDATION AND IMPLEMENTATION OF ROUTINE TESTING METHODS. G. Loconsole, D. Boscia, O. Potere, S. Zicca, G. Altamura, F. Palmisano, V. N. Savino, M. Saponari.
TEST PERFORMANCE STUDY FOR VALIDATION OF DETECTION METHODS OF XYLELLA FASTIDIOSA. S. Loreti, N. Pucci, M. Saponari, G. Loconsole, F. Gaffuri, V. Modesti, S. Lucchesi, O. Potere.
A GENOME-WIDE APPROACH TO REDEFINE XYLELLA FASTIDIOSA TAXONOMY. S. Marcelletti, M. Scortichini, S27
A METAGENOMIC INVESTIGATION OF THE MICROBIOME OF XYLELLA FASTIDIOSA-INFECTED OLIVES. A. Giampetruzzi, M. Saponari, G. D’Attoma, M. Morelli, M. Chiumenti, D. Boscia, P. Saldarelli,
RAPID SCREENING TESTS FOR DIFFERENTIATING XYLELLA FASTIDIOSA ISOLATES. M. Saponari, M. Montes-Borrego, G. D’Attoma, L. De La Fuente, G. Loconsole, B. B. Landa,
TRANSMISSION OF XYLELLA FASTIDIOSA TO DIFFERENT HOST PLANTS BY NATURALLY INFECTED PHILAENUS SPUMARIUS. V. Cavalieri, D. Cornara, C. Dongiovanni, G. Altamura, D. Boscia, F. Porcelli, D. Bosco, M. Saponari.
ESTABLISHMENT OF AN EXPERIMENTAL FIELD TO EXPLORE THE DIFFERENTIAL OLIVE CULTIVAR RESPONSE TO XYLELLA FASTIDIOSA INFECTION. M. Saponari, F. Palmisano, C. Dongiovanni, V. Cavalieri, G. Altamura, G. D’Attoma, G. Loconsole, M. Morelli, A. Saponari, D. Tavano, S. Zicca, D. Boscia. S28
Posters
http://www.sipav.org/main/jpp/index.php/jpp/article/view/3779/2421
21. EXPLOITING PATHOGEN CONFUSION STRATEGY TO ACHIEVE XYLELLA FASTIDIOSA BIOCONTROL. G. D’Attoma, M. Saponari, M. Morelli, A. Giampetruzzi, V.N. Savino, D. Boscia, P. Saldarelli. S42
68.THE H2020 PONTE PROJECT WEB SITE: AN ON- LINE RESOURCE FOR SCIENTIFIC DISSEMINATION ON EMERGING PEST DISEASES. M. Morelli, M. Saponari, D. Tavano, D. Boscia, A. Obradović. S55
71. MONITORING OF XYLELLA FASTIDIOSA IN MARCHE REGION, CENTRAL-EASTERN ITALY. S. Murolo, V. Mancini, R. Foglia, J. Concas, A. Servili, S. Nardi, G. Romanazzi. S56
84. SURVEY FOR THE PRESENCE OF XYLELLA FASTIDIOSA subsp. PAUCA STRAIN CoDiRO IN THE NATIVE FLORA OF THE SALENTO PENINSULA. O. Potere, L. Susca, F. Civita, S. Marullo, G. Loconsole, M. Saponari, D. Boscia, V.N. Savino, P. La Notte. S59
104. EVALUATION OF A SAMPLING METHOD FOR XYLELLA FASTIDIOSA DETECTION IN OLIVE TREES. L. Susca, O. Potere, V. Roseti, F. Civita, G. Loconsole, D. Boscia, V.N. Savino. S64
2016 Landa B.B., Montes Borrego M., Navas Cortés J.A., 2016. Situación actual de Xylella fastidiosa en Europa y riesgo para la sostenibilidad del olivar. I Congreso Ibérico de Olivicultura (2016), Badajoz 13-15 April 2016.
2017 Steven M. White S.M., Bullock J.M., Hooftman D.A.P., Chapman D.S., 2017. Modelling the spread and control of Xylella fastidiosa in the early stages of invasion in Apulia, Italy. Biol Invasions (2017). doi:10.1007/s10530-017-1393-5.
2017 Strona G., Corrie Jacobien Carstens C.J., Beck P.S.A., 2017. Network analysis reveals why Xylella fastidiosa will persist in Europe. Scientific Reports | 7: 71 | DOI:10.1038/s41598-017-00077-z.
2017 Boscia D., Altamura G., Di Carolo M., Dongiovanni C., Fumarola G., Giampetruzzi A., Greco P., La Notte P., Loconsole G., Manni F., Melcarne G., Montilon V., Morelli M., Murrone N., Palmisano F., Pollastro P., Potere O., Roseti V., Saldarelli P., Saponari A., Saponari M., Savino V., Silletti M.R., Specchia F., Susca L., Tauro D., Tavano D., Venerito P., Zicca S., Martelli G.P., 2017. Resistenza a Xylella fastidiosa in diverse cultivar di olivo. Informatore Agrario n. 11/2017, pp. 59-63.
è assurdo tutto questo.Io sono convinta che tutto questo dipenda da un gioco politico: hanno preso un batterio da un laboratorio lo hanno disperso x aria contagiando tutto il territorio volandoci sopra .Così facendo il terreno perde quota le multinazionali costruiscono gli stupidi vendono estirpano.ma non si considera il fatto che gli ulivi facevano vivere aziende e famiglie d’ alte onde noi siamo solo dei numeri che devono pagare le tasse al posto dei grandi che ridono vedendoci affondare.Quindi i nostri ulivi non si toccano
Scusate ma questo articolo è solo una rassegna delle tesi più romanzesche e strampalate che ho letto in questi anni. Intanto gli ulivi continuano a seccare in barba a tutte le teorie negazioniste e complottistiche, finte cure new-age, messe in campo da cantanti, attori, bloggers, haters e a quanto pare anche costituzionalisti (tutti evidentemente grandi esperti di Scienze Agronomiche).
La cosa che più mi sconcerta è l’incoscienza con cui si fanno affermazioni senza alcun supporto di dati scientifici….così con la stessa leggerezza con cui si racconta una barzelletta.
Visto che tutti s’improvvisano esperti di ciò che non sono permettetemi la stessa licenza in virtù della quale m’improvviso psicologo e affermo che l’epidemia di Xylella fastidiosa ha innescato una disfunzione cognitiva (epidemica a quanto pare) riconducibile all’effetto Dunning-Kruger. L’effetto Dunning-Kruger (si veda Wikipedia) “è una distorsione cognitiva a causa della quale individui poco esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità autovalutandosi, a torto, esperti in materia. Come corollario di questa teoria, spesso gli incompetenti si dimostrano estremamente supponenti”…..
Giuseppe Ciccarella e Pierfederico Lanotte se lo ritenete opportuno procedete con le querele , e querelate anche me. Se non lo fate allora evitate commenti provocatori.
Sono un piccolo proprietario (non coltivatore diretto) e ricordo che, oltre 15 anni fa, uscendo da Gallipoli, a sx dello scorrimento veloce per Santa Maria di Leuca, si notava chiaramente che gli alberi di un piccolo oliveto seccavano a vista d’occhio. Molto più tardi è uscita la lunga telenovela ”xylella”. Ebbene a tempo d’oggi non ho ancora capito cosa devo fare (pure io ho vari alberi secchi in feudo di Alliste). Ho chiesto informazioni ad associazioni agricole ai frantoiani, buio assoluto , la risposta? Non abbiamo capito niente! Cari amministratori, regionali, nazionali, quando vi decidete a darci risposte chiare e non di parte. Scusate se poi non mi presento ai seggi.
È un peccato non valorizzare il patrimonio pugliese, non dare importanza alle ricchezze della terra. Un appello a tutti gli amanti della natura di organizzare una raccolta fondi per salvare la natura, non provatela
qualcuno si e’ divertito con gli aerei a buttare sopra qualcosa c’ e’ di mezzo gente che se girate potete trovare l articolo ,,io l ho letto e giuro i nomi si sanno e meriterebbero torture e condanne ,noi ci fidavamo di queste persone invece hanno abusato di leggi e del loro lavoro,se ne dicono tante ma sta di fatto che di notte qualcuno ha fatto cio che non doveva,,e ora la bellezza del salento e’ morta ,niente e nessuno potra’ recuperarla ,sicuro vogliono piantare alberi resistenti ,opera di complotti economici ma lasciamo stare il complotto nessuno doveva permettersi a fare il danno che hanno fatto gli alberi stanno seccando giu vedi la ricrescita,il piu albero che amavo il cosiddetto guerriero,,pure e’ stato ripulito ,,,perche tutto seccato,voglio e pretendo una condanna ,perche i nomi si sanno ,di chi sia stato,,appena trovero di nuovo l articolo giuro ve lo faro vedere ,sono amareggiata ,triste,incazzata,,,,hanno distrutto il nostro salento,il nostro futuro ,il nostro olio,,mi auguro che vengano fatti seccare con lo stesso materiale liquido o aeriforme che hanno buttato dal cielo,,,,coloro che hanno fatto questo danno,,
Già, quel lungo elenco di ricerche a conferma della patogenicità ulivo-xylella è un lungo elenco degli stessi nomi di ricercatori.
Proprio a dimostrazione di quanto si dice nell’articolo. La tua nota aiuta a confermare tutto. Grazie!