Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un articolo su Vittorio Sgarbi, dicendo che non esistono le minime condizioni perché egli vada invitato in televisione, soprattutto alla Rai che, in quanto servizio pubblico, è preposta all’educazione e alla crescita culturale del popolo italiano, specie delle giovani generazioni. Abbiamo spiegato la motivazione per la quale queste condizioni non ci sono.
A nostro avviso la presenza di Sgarbi in TV – quando parla di mafia, di politica e di corruzione – è assolutamente diseducativa (specie per quelle persone che non possiedono gli strumenti culturali per interpretare criticamente le cose che dice): primo perché insulta e si sovrappone prepotentemente ai suoi interlocutori non lasciandoli parlare; secondo perché le sue tesi in tema di mafia, di politica e di corruzione (“la mafia non esiste”; “Caselli è un assassino”; “Giammarinaro una brava persona, un eletto anche, che non condiziona l’attività della mia giunta”, e tanti altri sproloqui del genere) sono devastanti sul piano culturale in quanto sdoganano la cultura mafiosa e isolano pericolosamente gli anti mafiosi. Adesso Vittorio Sgarbi – che nei giorni scorsi è stato “premiato” assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia dal nuovo governatore Nello Musumeci – se la prende con un magistrato a rischio come Nino Di Matteo per i motivi che leggerete successivamente.
Ecco perché pubblichiamo e sposiamo la petizione lanciata da Manfredo Gennaro affinché il presidente della Regione Sicilia rimuova Sgarbi dalla carica di assessore. Questa la motivazione della raccolta firme – diecimila in due giorni – su change. (l.m.).
“Antonino Di Matteo è il coraggioso magistrato che rappresenta l’accusa al processo “scomodo” sulla trattativa Stato-mafia, destinatario di un vero e proprio piano di attentato di cui hanno parlato diversi collaboratori di giustizia, ancora operativo, per il quale sono stati acquistati almeno 150 kg di esplosivo.
Il neoassessore dell’esecutivo siciliano Vittorio Sgarbi ha rilasciato delle dichiarazioni gravissime e vergognose, sostenendo che «Nino Di Matteo ha tratto beneficio delle minacce di morte ricevute dal carcere da Totò Riina. Ha cavalcato l’onda per fare l’eroe».
Tali dichiarazioni non sono accettabili, a maggior ragione se provenienti da chi ricopre una carica istituzionale, e costituiscono una gravissima offesa a tutti i cittadini italiani. Inoltre di fatto rischiano di delegittimare e di esporre ad un rischio di morte ancora più elevato chi è in prima linea da 25 anni nella lotta alla mafia e alle sue collusioni più alte con la politica e l’economia.
Come cittadini non possiamo accettare che si ripeta la delegittimazione subita prima di morire da Falcone e Borsellino: non vogliamo altri eroi morti ma magistrati vivi e qualora dovesse accadere qualcosa al Dott. Di Matteo la reazione della società civile sarà fortissima.
Pertanto chiediamo:
a) Al Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci di rimuovere immediatamente dal suo incarico l’assessore Vittorio Sgarbi e di scusarsi formalmente con i cittadini per queste gravissime dichiarazioni che mai avrebbero dovuto avere luogo.
b) Al Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella e ai Presidenti di Camera e Senato, On. Laura Boldrini e Sen. Pietro Grasso, di dare un segnale chiaro ed inequivocabile, esprimendo la propria solidarietà al Dott. Di Matteo, ancora a serio rischio di attentato, inceppando così la macchina del fango e il tentativo di delegittimazione di un magistrato esemplare, colpevole solo di aver fatto il proprio dovere fino in fondo, e per questo inviso a tutti quei poteri criminali che non vogliono davvero la lotta senza quartiere alla mafia”.
Ritengo che il presidente Musumeci, debba immediatamente togliere la delega di assessore al volgare denigratore Sgarbi, per avere irrahionevolmente denigrato la dignità del dott. Nino di Matteo, uomo di grande e ineguagliabile coraggio.
Il Dott. Sgarbi è un professore ed un critico d’arte di altissimo livello, però non può fare l’assessore regionale in Sicilia perchè oltre a fare il suo lavoro di critico d’arte , fa dichiarazione che non riguardano il ruolo istituzionale che gli è stato conferito , quindi non abbiamo bisogno di critici che diano fiato alla voce ma di esponenti istituzionali che facciano i fatti.