Chiedono a tutti – cittadini, associazioni e giornalisti liberi – “uno sforzo nel diffondere la petizione e per informare su quanto sta accadendo. I cittadini che credono in un’altra Italia, diversa da quella di Sgarbi, Musumeci, Micciché e Berlusconi, non si arrendono perché le Istituzioni non sono ‘cosa loro”. C’è un pezzo di Società civile che non vuole Vittorio Sgarbi come assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia e, , forte delle 27mila firme raccolte, rilancia la richiesta al governatore dell’Isola, Nello Musumeci. Una nuova presa di posizione dopo che Sgarbi ha dichiarato che non lascerà la Sicilia nemmeno se dovesse essere eletto senatore alle elezioni politiche del 4 marzo: “Leggo – dice il critico d’arte – che in caso di elezione al Senato lascerei l’incarico di assessore regionale ai Beni culturali. Nulla di più falso. Io lascerei la Sicilia solo se mi chiedessero di fare il ministro”.
E così stamani i componenti del comitato spontaneo che chiede a Musumeci la rimozione del suo assessore sono tornati all’attacco con un nuovo comunicato: “Oltre che essere senza vergogna – si legge – Sgarbi dimostra anche di non avere alcuna coerenza e dignità”.
“Ricordiamo – insiste il comitato – che la petizione promossa dai cittadini per chiedere la RIMOZIONE IMMEDIATA di Sgarbi e la doverosa solidarietà a Nino Di Matteo ha ormai raggiunto le 27mila adesioni, nonostante il quasi totale silenzio mediatico”.
L’iniziativa – è scritto nella nota – “è stata promossa all’indomani delle sue incommentabili dichiarazioni sul pm Di Matteo, pronunciate alla trasmissione ‘Agora’ il 5 dicembre 2017”. La frase “incriminata” – secondo i firmatari della petizione – sarebbe questa: “Nino Di Matteo ha tratto beneficio delle minacce di morte ricevute dal carcere da Totò Riina. Ha cavalcato l’onda per fare il martire”.
“Riteniamo assolutamente indecente – si legge ancora – che le Istituzioni abbiano ignorato le dichiarazioni gravissime di Sgarbi e non lo abbiano rimosso autonomamente dall’incarico, così come consideriamo aberrante e pericoloso per la democrazia che Sgarbi dichiari, senza suscitare una ribellione delle coscienze e una rivolta civile, di ambire addirittura a cariche pubbliche ancora più importanti e delicate (magari Ministro della Giustizia di un ipotetico governo Berlusconi?)”.
“Per questo motivo – seguita il comunicato – la petizione continua, con sempre maggiore convinzione, fino al raggiungimento dell’obiettivo. Abbiamo provveduto intanto ad inoltrare ufficialmente al Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci le prime 27mila adesioni, insieme al testo della petizione pubblica, così come al Presidente della Repubblica Mattarella e ai Presidenti di Camera e Senato Boldrini e Grasso”.
Barbara Contrafatto
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