Ci sono anche cinque preti siciliani nel dossier di 1300 pagine che Francesco Mangiacapra, escort-gigolò napoletano, frequentatore di giri religiosi, ha consegnato alla curia e alla Procura di Napoli, in cui tira in ballo oltre 50 sacerdoti di tutta Italia (compresi 9 seminaristi), accusati di aver organizzato un perverso sistema di sesso a pagamento, chat erotiche, frequentazione di locali gay, incontri a tre, orge, persino rapporti sessuali tra uomini in canonica. I preti dell’isola appartengono alle diocesi di Catania, Acireale (Catania), Messina, Piazza Armerina (Enna) e Palermo, ma ce ne sono dell’intero Meridione, da Acerra a Pozzuoli, da Roma a Salerno, da Barletta a Urbino, tutti fotografati e segnalati ai magistrati e al cardinale Sepe.
Nella documentazione che l’autore del libro “Il numero uno. Confessioni di un marchettaro” ha raccolto in mesi di frequentazioni di sacerdoti, monsignori e chissà cos’altro c’è spiegato per filo e per segno il gioco erotico di questi cinquanta preti in vena di depravazione e di sesso trasgressivo. Pagine in cui c’è proprio di tutto: chi è agli arresti domiciliari per abusi su minore e appronta tranquillamente incontri con altri uomini attraverso chat, chi non si accontenta dei rapporti virtuali e si organizza in canonica, chi si ubriaca e fa sesso in disco-gay, chi apre le porte del convento ai confratelli, chi si arrangia da solo (è il caso di un seminarista siciliano) con la web-cam al cospetto della Madonna di Fatima.
Nelle interlocuzioni che sarebbero state registrate c’è un vasto repertorio di frasi che rasentano il surreale: da quello che spiega all’interlocutore di poter disporre di “una struttura privata, un eremo nella foresta… per farlo in tre”, all’altro che dice all’amico che lo vorrebbe avere “come uno schiavetto, legato e ai miei ordini per un giorno intero”, o quello che dice di aver fatto “l’occhiolino al prete bono in chiesa” a quello che ammicca con frasi allusive: “Vuoi un bicchiere di vino?”. “Una banana magari, o no?”. “Un babbà”. “Sì, con crema bianca”.
Angelo Conti
Lascia un commento...