La mia azienda è nata 13 anni fa grazie ad un mutuo a medio termine a tasso zero della CRIAS, la Cassa Regionale per le Aziende Artigiane siciliane. Noi avevamo solo un’idea imprenditoriale nella testa. Nulla più. Grazie alla CRIAS abbiamo acquistato macchinari tecnologicamente avanzati che ci hanno consentito di rimanere sul mercato, metter su una buona produttività e prepararci (oggi) alla presentazione di nostri prodotti in varie fiere internazionali. Come noi, tante altre imprese hanno avuto accesso in 60 anni a prestiti e aiuti finanziari. Non c’è panificatore, meccanico, parrucchiere, elettricista, impiantista, falegname o fabbro che non conosca o non abbia avuto a che fare con la CRIAS. Quando la banca non risponde, alla fine c’è sempre la CRIAS. Il criterio più importante di valutazione? Non il rating bancario, ma essere iscritto all’albo delle imprese artigiane e lavorare.
Questa premessa mi serve per far capire di cosa sto parlando.
Ebbene, oggi il Governo Musumeci completa l’opera di Crocetta e Baccei: lo svuotamento e l’immobilizzazione della Cassa Regionale degli Artigiani. Tutto è partito nella scorsa legislatura, quando Baccei ebbe l’illuminante intuizione di trasferire i fondi delle partecipate e degli enti regionali (fra cui la CRIAS) nel grande calderone del bilancio regionale, in modo da far fronte ai vari buchi di bilancio. La naturale conseguenza è stata la trasformazione di questi enti in contenitori vuoti.
Oggi c’è il Governo Musumeci che rincara la dose: con le direttive del 9 febbraio non solo ripercorre lo stesso schema Baccei, ma ripartisce ai vari enti nuovi adempimenti, praticamente impraticabili nell’immediato, con la naturale conseguenza di bloccare qualsiasi tipo di erogazione a favore delle aziende artigiane. Si teme molto di più in realtà: che la CRIAS faccia parte di un piano per costruire una nuova banca che passi da criteri di valutazione civilistici (i criteri con cui ha operato CRIAS in questi 60 anni) a criteri pubblicistici. Questa manovra trasformerebbe la CRIAS uguale uguale a tutte le altre banche sancendo la morte definitiva della funzione per cui era nata: essere d’aiuto alle imprese artigiane.
Voglio dire ora una cosa al Presidente Musumeci e ai suoi sostenitori. Per far sì che diventi bellissima, non è necessario sempre e per forza rivoluzionare proprio tutto. Basta alcune volte migliorare l’esistente, renderlo efficiente, persino riformare. Non cancellare quanto di buono già esiste. Di questo gli artigiani siciliani vi ringraziano, perché perseguendo questo percorso state rendendo impossibile l’accesso al credito per le aziende siciliane e, in definitiva, state sancendo la loro morte. Sperando, come ovvio, di un ritorno sui vostri passi.
Andrea Maione
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