Un brano istruttivo, quello della maggioranza della Commissione parlamentare antimafia, per capire come lo Stato, da quattordici anni, voglia mortificare la verità sulla morte di Attilio Manca.
Commissione antimafia: “Manca appariva tranquillo, tanto da scherzare… Tranquillo continuava ad apparire alla donna (Monica Mileti, la persona condannata a 5 anni e quattro mesi per avergli ceduto, secondo il Tribunale di Viterbo, la dose mortale di eroina, ndr) nelle ore successive nel corso di un serrato scambio di telefonate e sms; tranquillo appariva anche all’infermiere Riccardi che incontrò Manca quella stessa sera al suo ritorno da Roma”.
L’Informazione: Attilio Manca dunque “appariva tranquillo”. Poco dopo si legge:
Commissione antimafia: ”Manca era soggetto a sbalzi umorali – come affermato dalle persone a lui vicine – … Ciò si sarebbe verificato poco prima che egli si recasse a Roma alla ricerca di eroina e dunque in un momento di per sé peculiare”.
L’Informazione: Delle due l’una: o Manca “appariva tranquillo” (il riferimento è all’arco temporale che va dal pomeriggio alla sera del 10 febbraio 2004, quando si reca a Roma) oppure, nelle stesse ore, era “soggetto a sbalzi umorali”. Purtroppo l’indagine ufficiale non è riuscita a chiarire neanche questo. E la Commissione antimafia, nella sua relazione, non lo fa rilevare. Eppure dalle numerose testimonianze di colleghi, amici e familiari del medico risulta che lo stesso avesse uno stato d’animo sereno e allegro, tutt’altro che “umorale”. In ogni caso, anche se avesse avuto il carattere descritto nella relazione, non si comprende come questo si possa collegare con la mai provata “ricerca di eroina”.
Commissione antimafia: “Dai rilievi fotografici effettuati nell’abitazione del medico sembrerebbe che Attilio Manca avesse fatto uso della seconda siringa di eroina in bagno; dopo averla chiusa al fine di gettarla e di non lasciare tracce in casa – così come aveva fatto con la prima siringa – veniva colto da malore”.
L’Informazione: Veniva colto da malore? Apprendiamo per la prima volta questo particolare. Ringraziamo la Commissione antimafia per questa preziosa delucidazione, ma su quest’ultimo particolare avremmo gradito maggiori ragguagli scientifici. Così come avremmo accettato maggiori chiarimenti sull’”uso della seconda siringa in bagno, dopo averla chiusa – come si legge nel documento – per non lasciare tracce in casa”: 1) perché è non affatto dimostrato – dal rilevamento delle impronte digitali sulle iniezioni, che hanno dato esito neutro, nel senso che non si è trovato nulla – l’uso di una prima siringa; 2) perché non è affatto dimostrato l’uso della seconda siringa; 3) perché non è affatto dimostrato il motivo per il quale Attilio si sarebbe dovuto bucare in bagno; 4) perché non è affatto dimostrata l’esigenza della vittima di non lasciare tracce in casa. Da dove si traggono queste conclusioni?
Commissione antimafia: Attilio Manca “lasciava cadere l’iniezione sul pavimento e si recava nella vicinissima camera dove si buttava sul letto, a pancia in sotto, lasciando le pantofole per terra, in perfetta corrispondenza con i suoi piedi”.
L’Informazione: A parte il fatto che – come abbiamo fatto rilevare nelle puntate precedenti e come si evince dalle foto – una pantofola si trova dall’altra parte del letto (l’altra non si vede), in posizione opposta a quella dei piedi, ci chiediamo da quale altro dato scientifico trae spunto quest’altra ricostruzione.
Commissione antimafia: “I segni delle punture rinvenute nel braccio sinistro, non sono, in assoluto, incompatibili con il mancinismo del Manca. Il GIP, a tal proposito, ha affrontato la questione del mancinismo dei medici, specie di quelli che praticano la laparoscopia, concludendo che tale mancinismo non può essere puro. In ogni caso – e anche a prescindere dalle dichiarazioni degli amici di Barcellona i quali ricordavano che il Manca, come di solito avviene per gli assuntori di eroina, era aduso ‘bucarsi’ su entrambe le braccia, non stupisce che un medico possa egualmente, data la manualità acquisita, effettuarsi un’iniezione con qualunque mano indifferentemente”.
L’Informazione: Tutto è possibile, ma tutto dovrebbe avere una logica, e se si afferma il contrario deve essere provato. Perché la Commissione antimafia non dice da quali testi universitari il Gip di Viterbo ha tratto questa conclusione, se tutti i colleghi dell’urologo hanno affermato che Attilio effettuava qualsiasi cosa sempre con la mano sinistra? L’accusa esibisce come “prova” un articolo apparso sulle pagine di medicina del Corriere della sera, in cui si parla genericamente delle operazioni in laparoscopia effettuate con tecnica “bimanuale”. Leggete quello che scrive il Giudice per le indagini preliminari di Viterbo Salvatore Fanti: “L’operazione di autoinoculazione, con la destra, di sostanza stupefacente, pur essendo atto di precisione, non può essere esclusa da parte di un chirurgo esperto come Attilio Manca sicuramente abile ad attingere al vaso sanguigno interessato”. Infatti non può essere esclusa, ma non può neanche essere data per certa. In questo caso si dà per certa una cosa incerta. Leggete il resto: “È peraltro notorio”, prosegue il Gip, “che nessuno usa solo una mano per eseguire tutte le operazioni quotidiane”. Giusto! Se guidiamo, se nuotiamo, se applaudiamo, usiamo tutt’e due le mani. A meno che il Gip non si riferisse alle operazioni in cui l’arto “prevalente” esegue l’azione principale e quello debole l’azione “secondaria”. Ma anche in questo caso la “certezza” che Attilio Manca abbia usato la mano destra per bucarsi non sta in piedi: semmai avrebbe dovuto emergere come ipotesi. Ma siccome gli “amici di Barcellona” ci “ricordano che il Manca, come di solito avviene per gli assuntori di eroina” (di solito? E chi l’ha detto? ndr), era aduso ‘bucarsi’ su entrambe le braccia, non stupisce che un medico possa egualmente, data la manualità acquisita, effettuarsi un’iniezione con qualunque mano indifferentemente”. E se lo dicono gli “amici di Barcellona” possiamo crederci. Quel che è grave è che lo ripetano, dandolo per acquisito, dei magistrati e dei componenti di maggioranza di una Commissione antimafia.
Commissione antimafia: Attilio ha potuto effettuare l’iniezione con la mano destra perché “sorretto dall’uso di uno specchio, come sembra accaduto nel caso di Manca ove l’iniezione cadutagli dalle mani è stata ritrovata quasi in corrispondenza con lo specchio del bagno, e se si considera anche la non remota possibilità che il dottor Manca abbia inteso deliberatamente inocularsi al polso sinistro, cioè proprio dove egli portava l’orologio – come si nota da alcune sue fotografie diffuse su Internet – al fine di celare facilmente i segni di agopuntura”.
L’Informazione: Una frase che si commenta da sola. Quindi ci perdoni il lettore se riteniamo di non aggiungere nulla.
Commissione antimafia: “Le siringhe trovate chiuse, con il tappo di protezione, teoricamente possono deporre, al contrario, proprio per l’auto-inoculazione, cioè, ben si potrebbe sostenere che Manca, non solo era portato, per mestiere, con un gesto quasi automatico, a chiuderle prima di gettarle, ma aveva tutto l’interesse a non lasciare tracce nella sua abitazione (frequentata da più persone); e che, anzi, potrebbe apparire inverosimile che l’eventuale aggressore avesse chiuso le siringhe e, per di più, diversificandone il luogo di ritrovamento, così rendendo meno spettacolare e meno evidente l’uso di ben due iniezioni di eroina e, dunque, l’overdose”.
L’informazione: No comment. Lo faccia il lettore.
Commissione antimafia: “Lo stesso dicasi per l’assenza di materiale per la preparazione dell’eroina e del laccio emostatico che, si potrebbe dire, solo in caso di messinscena sarebbero stati lasciati in bella vista. La mancanza di laccio emostatico, inoltre, potrebbe ben giustificarsi con la manualità del medico o eventualmente con l’esperienza dell’abituale assuntore di stupefacenti. La capacità di Manca, inoltre, per la sua qualità di medico, di saper dosare l’eroina e dunque evitare l’overdose, è un argomento privo di portata probatoria…”.
L’Informazione: Non abbiamo parole.
Commissione antimafia: Inoltre, in assenza di dati che specifichino l’epoca di impiego delle due siringhe – ad esempio, una la sera prima e l’altra la mattina dopo, ovvero contemporaneamente – ma essendo verosimile, dato lo stato di overdose, la loro utilizzazione in sequenza, può anche ritenersi verosimile che Manca abbia fatto uso della seconda dose di eroina proprio nella fase di obnubilamento o di euforia dovuta alla prima somministrazione”.
L’Informazione: Anche in questo caso, ci asteniamo da commenti: dobbiamo riprenderci dallo choc.
Luciano Mirone
4^ puntata. Continua
Un caso di clamorosa ingiustizia
Manca, collega di alcuni miei familiari era considerato un medico brillante e scevro di tossicità
Chi ha voluto la sua morte e perché rimane ancora un mistero