Non solo non pagano l’imprenditore che aveva eseguito dei lavori di ristrutturazione, ma lo minacciano pesantemente di non reiterare le richieste: se continui “ti spacchiamo la faccia”, gli hanno detto. E se si fosse rivolto ai carabinieri, certi amici lo avrebbero massacrato e gli avrebbero pure incendiato i locali.
Per questa ragione, in seguito alle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, i carabinieri hanno oggi tratto in arresto due soggetti originari di Biancavilla: Salvatore GIOCO, 28 anni, e Alfio MAUCERI (38). Sono ritenuti responsabili del reato di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, perché, “in concorso tra loro”, si legge nel comunicato diffuso dagli inquirenti, “avevano minacciato un imprenditore locale”.
La Procura della Repubblica del capoluogo etneo, dopo le indagini delegate alla Stazione dei carabinieri di Biancavilla, aveva disposto il fermo dei due malviventi. Che però non veniva convalidato dal Gip. A quel punto la Procura presentava analoga richiesta alla Quinta Sezione Penale del Tribunale, che emetteva nei confronti di GIOCO e di MAUCERI ordinanza di custodia cautelare in carcere, confermata il 20 giugno scorso dalla Corte di Cassazione.
Salvatore Gioco, in particolare, è ritenuto esponente di spicco del clan “Toscano-Tomasello-Mazzaglia”, attivo nel comune di Biancavilla e considerato articolazione della famiglia catanese “Santapaola-Ercolano”.
GIOCO, in quanto sorvegliato speciale, risponderà anche dell’aggravante prevista dal codice antimafia. Lo stesso soggetto, inoltre, lo scorso 19 marzo veniva arrestato dai carabinieri per associazione mafiosa in esecuzione di ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip di Catania.
I riscontri investigativi svolti, caratterizzati anche da attività di riprese video, hanno permesso di ricostruire minuziosamente l’azione estorsiva.
L’indagine, svolta a seguito delle operazioni “Onda d’Urto”, “Reset” e “Ambulanze della Morte”, “evidenzia ancora una volta – si legge nella nota – “la vicinanza della Procura delle Repubblica di Catania e dell’Arma dei carabinieri alla cittadinanza di Biancavilla e sottolinea altresì la serrata attività investigativa finalizzata a infrangere il muro d’omertà ancora presente nella provincia catanese”.
Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria gli arrestati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Catania Bicocca.
Barbara Contrafatto
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