Iniziamo dall’immagine del bambino trovato spiaggiato qualche anno orsono o dai neonati figli di migranti morti ieri? O forse potremmo fare un bel primo piano sul governatore della Sicilia, Nello Musumeci, che dichiara felicemente, l’accordo-con-la-Lega-è-cosa-fatta, oppure potremmo parlare del silenzio dei 5S che alla Regione siciliana si preparano ad allearsi con Salvini, dopo averci fatto il governo a Roma? Che dite, oppure parliamo della “tolleranza zero” nelle spiagge contro i Vu’ cumprà, che in un sol colpo risolverà tutti i problemi dell’Italia. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Del resto, quei bambini trovati esanimi a mare sono figli di un dio minore, un dio al quale non bisogna rendere conto perfino quando commettiamo atti impuri, quindi che crepino pure, troveremo sempre un alibi pronto per l’uso, mentre tutti contenti e giulivi facciamo acqua gim sulla spiaggia di Pozzallo e le navi cariche di gente stremata vagano a qualche centinaio di metri da quei corpaccioni opulenti che saltellano sulla sabbia.
Però, a pensarci bene, quando trovarono il corpicino di quel bimbo – Aylal si chiamava e aveva tre anni – che con i suoi familiari scappava dalla guerra in Siria, fiumi di lacrime inondarono i Social, ci fu una gara alla frase più commovente del web e tutti per un giorno ci sentimmo più buoni, come a Natale. Almeno allora l’ipocrisia coprì i nostri istinti più beceri e ci illudemmo che l’Italia era il popolo di poeti santi navigatori e cazzate varie che è sempre stato. Oggi di fronte ad altri bambini morti, alle contemporanee dichiarazioni di Salvini e all’ostinato silenzio dei 5S, non c’è neppure un tappeto sgangherato che copre la polvere che ottenebra le nostre coscienze.
Facebook in questo senso è un formidabile specchio della “pancia” del Paese: ad essere criminalizzato non è Salvini, ma Leoluca Orlando che dichiara: “I migranti a Palermo non sono un problema. Io apro le porte”. Orlando-chi?-Quello-che-attaccò-Falcone?-Patetico.
Sì certo, ieri Roberto Fico ha detto che lui i porti li avrebbe aperti, ma è stato zittito immediatamente dal suo leader Di Maio: “Il presidente della Camera parla a titolo personale”, stop, fine delle trasmissioni.
La verità è che i 5S e i Musumeci – di cui pure in passato abbiamo seguito attentamente certe posizioni sulla questione morale – sono andati al potere, e adesso, pur di non perderlo, preferiscono sdoganare il razzismo. Ci chiediamo perché in certe realtà locali – Belpasso, provincia di Catania, per esempio – i seguaci di Grillo, in cinque anni di presenza all’Assemblea regionale siciliana, non abbiano mai preso una posizione nei confronti dell’Amministrazione comunale. Alla vigilia dell’ultima campagna elettorale fonti interne hanno promesso fuochi e fiamme sull’ultimo quinquennio di centrodestra al Comune. Niente di tutto questo. E’ stata la campagna elettorale più noiosa degli ultimi quarant’anni, con vittoria, ovvia, di Diventerà bellissima (movimento del governatore siciliano) e di una strana alleanza fra qualche fascista con qualche elemento che si definisce “di sinistra”. Anche in quel caso i 5S hanno brillato per il loro silenzio. Le piccole realtà locali, a volte, ti fanno capire da dove spira il vento.
Luciano Mirone
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