La signora è gasatissima. “Finalmente qualcuno sta facendo il culo ai neri”. E se c’è gente che non è d’accordo, pazienza, “ormai comanda Salvini e state certi che farà pulizia”. E alla parola “pulizia” si pavoneggia, cerca la compiacenza degli astanti, fa una breve pausa e sbotta: “Perché non se ne può più!”.
Il discorso che fino a un paio di anni fa pochi avrebbero avuto il pudore di fare in pubblico, lo senti in un’ora qualunque di un giorno qualunque dell’anno del Signore 2018 sulla corriera per Taormina che brulica di gente, mentre in tutt’Italia si registrano omicidi di extracomunitari per futili motivi, aggressioni e scene di razzismo che montano man mano che il verbo salviniano passa dai Social e dalle tivù.
La signora è una persona perbene ed è pure siciliana, taorminese “ciento pe’ ciento”: si capisce dall’accento e dalle ottime conoscenze di politica locale che snocciola con piglio sicuro: “Te lo raccomando il nuovo sindaco, un comunista, uno che si è fatto la campagna elettorale difendendo gli extracomunitari. Ma ora è arrivata la Lega, glielo facciamo vedere noi a questi”.
Ascolti e capisci che negli anni Trenta succedeva più o meno così, la battuta, la risata, il sarcasmo, la quotidianità, la frustrazione per i problemi economici, il capro espiatorio da inventare, la violenza.
La gente ascolta, ma non si capisce se è d’accordo o annoiata, convinta o paurosa. Qualcuno vorrebbe reagire, ma comprende che è tempo perso, perché ormai si dovrebbe litigare dappertutto, in spiaggia come al bar, dal medico come al ristorante. E fra la protesta e la presa per il c…, preferisce la presa per il c…, con una serie di battutacce che esaltano la signora.
Salvini è quello che ci voleva… E’ vero che ce l’aveva con i meridionali, ma va perdonato per quello che sta facendo… E poi, se i comunisti vogliono i neri, perché non li ospitano a casa loro…
La signora va in brodo di giuggiole. Adesso è più incontenibile del Vajont quando inondò Longarone: “Lei sì, caro signore, che ha capito tutto. La vorrei baciare”. Prende altro coraggio e alza la voce: “Che le devo dire… Ora a Taormina pure gli zingari chiedono l’elemosina. C’è un tizio senza una gamba che ogni giorno mette da parte un sacco di soldi. Secondo lei si può continuare così?”.
E il decoro…il fascino della località turistica… sporcato pure dai mendicanti… Ha fatto bene il sindaco di Catania, salviniano, di destra e pure indagato, a farli sbaraccare dal centro… Ha ragione signora… Non se ne può più.
La corriera arriva. La gente scende, qualcuno si rivolge a noi in dialetto: “Cci dicissi ‘a signora di chiudirisi ‘nta ‘na jaggia”, dica alla signora di chiudersi in una gabbia. Scoppiamo in una risata e ci perdiamo fra le bellezze di Taormina.
Luciano Mirone
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