Un diverbio per un incidente stradale stava per finire in tragedia, con di un ragazzo di 21 anni che, a causa di un colpo di pistola sparato da un giovane di due anni più grande (il ventitreenne Riccardo Pelleriti), finisce in prognosi riservata all’ospedale Cannizzaro di Catania. I fatti si sono verificati nella serata di sabato scorso. Teatro iniziale della tragedia, Adrano, in provincia di Catania, dove intorno alle 22,30, in seguito a un incidente stradale tra uno scooter e un’auto, i due hanno cominciato a discutere animatamente. Il litigio poco dopo si è spostato nel comune limitrofo di Biancavilla, nella zona delle case popolari di via Dell’Uva. A un certo punto il più grande dei due, estrae un’arma calibro 7,62 marca “Soviet”, detenuta illegalmente, e spara un colpo all’addome nei confronti del ventunenne che si è accasciato al suolo ferito ed è stato urgentemente ricoverato presso l’ospedale “Cannizzaro” di Catania in prognosi riservata.
Per questo la Direzione distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania ha emesso decreto di fermo di indiziato di delitto, eseguito dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Paternò e della Stazione di Biancavilla nella mattinata del 9 Settembre scorso nei confronti di Riccardo Pelleriti, “in quanto – si legge dal comunicato della Procura – poneva in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte del giovane di anni 21”.
Il fermato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Catania – “Piazza Lanza”. Le ipotesi di reato contestate sono quelle di tentato omicidio e di lesione aggravate.
Nella foto: Riccardo Pelleriti, il tentato omicida
Barbara Contrafatto
Buongiorno
Ma uccide o no?
Per una spiacevole cattiva interpretazione del comunicato stampa emesso oggi dalla Procura della Repubblica di Catania, abbiamo parlato di “omicidio” e non di “tentato omicidio” in merito al diverbio avvenuto sabato scorso tra un 21 e un 23, sfociato successivamente in un colpo di arma da fuoco che ha ferito gravemente, ma non ucciso (fortunatamente) il più piccolo dei due. Del deplorevole errore ci scusiamo con gli interessati, con i loro familiari e con i lettori.