Pronunci “miele” e pensi subito a Zafferana Etnea, con i suoi produttori, le sue piccole aziende, la sua economia basata in gran parte sul prezioso nettare che nel corso degli anni ha preso il posto di altre fonti di reddito come la pastorizia, la produzione di vino e di uva.
Il concetto è stato espresso ieri nel corso dell’incontro fra l’Amministrazione comunale, gli imprenditori locali (molti dei quali di giovane età), i rappresentanti della Regione Sicilia, il presidente dell’Associazione Provinciale Apicoltori Etnei, Fabio Marino, e il presidente della Coldiretti di Catania, Andrea Passanisi. Una tavola rotonda svoltasi nell’ambito dell’Ottobrata, la mostra mercato dei prodotti tipici dell’Etna, vetrina delle eccellenze artigianali ed enogastronomiche locali.
Un’occasione per affrontare i problemi che vive il comparto: i furti delle arnie, l’uso dei pesticidi, il nubifragio di alcuni giorni fa che ha interessato le zone di Palagonia, Ramacca, Scordia, Lentini in cui si trovano molte arnie degli apicoltori zafferanesi.
“Negli ultimi anni – spiega l’apicoltore Sebastiano Di Prima, titolare di una azienda di famiglia nata circa cento anni fa, nonché presidente della Coldiretti di Zafferana – assistiamo ad un numero sempre crescente di furti di arnie. I furti vanno denunciati, perché non sono un fatto personale che interessa solo chi li subisce. Le denunce non devono spaventarci e le forze dell’ordine devono essere accanto a noi per aiutarci a sconfiggere il fenomeno”. “Nelle ultime annate – aggiunge Di Prima – abbiamo avuto un calo della produzione del miele, ma mai come quest’anno. La causa di sta nell’uso di molti prodotti tossici in agricoltura, autorizzati dall’Unione Europea, che provocano una grande moria di api. Avevo una postazione di cento arnie a Francofonte, nel siracusano. Un’azienda agricola ha utilizzato diserbanti così tossici da provocarmi la perdita delle mie cento arnie in quanto sono morte tutte le api. L’inquinamento prodotto dai pesticidi e dagli erbicidi nuoce molto alle api. Non solo. Queste sostanze tossiche, vanno a finire anche nel latte, nei derivati, nelle verdure, insomma in molti prodotti che noi mangiamo e che sicuramente non fanno bene alla nostra salute. Per non parlare dell’inquinamento elettromagnetico che disorienta le api. le quali lavorano di meno e, quindi, producono meno miele”. Di Prima avverte: “Le api svolgono una grande funzione di impollinazione delle piante e dei fiori e la loro mancanza altererebbe tutto l’ecosistema. Le api sono fondamentali per l’agricoltura e per la sopravvivenza dell’uomo”.
Un altro problema affrontato è quello dei laboratori per la smielatura: “Noi produciamo un prodotto che ci fa bene – seguita Di Prima – . La produzione del miele non può sottostare allo stesso disciplinare di produzione del latte, dell’olio, del vino o di altri alimenti. Il miele è diverso da tutti gli altri alimenti, è un prodotto finito, è inattaccabile. Non è un prodotto artificiale. La burocrazia dovrebbe essere più snella anziché complicarci la vita”.
La moderatrice dell’incontro, Chiara Guglielmino, ex consigliera comunale, solleva un altro problema: “Il miele importato di provenienza europea non si può bloccare – risponde Di Prima – , ma il miele di Zafferana deve essere tutelato da un consorzio e da un marchio che rispettino un disciplinare”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Ignazio Coco, anche lui ex consigliere comunale, titolare di un’azienda di commercializzazione di miele: “Occorre puntare su uno standard di qualità. Il consumatore che desidera consumare il miele di Zafferana sa come scegliere il prodotto e sa leggere l’etichetta, sapendo ben distinguere i mieli di origine italiana, da quelli di origine europea e da quelli cinesi. Gli apicoltori italiani rappresentano l’eccellenza e Zafferana ha uno standard qualitativo elevatissimo che si contraddistingue in tutta Italia”.
Il presidente della Coldiretti Andrea Passanisi si rivolge ai numerosi apicoltori presenti in sala, soprattutto giovani: “E’ fondamentale l’aggregazione”, dice. “Il proprio vicino non va visto come una minaccia, ma come un valore aggiunto. Propongo un osservatorio sui prezzi, sul commercio da istituire sotto la vigilanza e il coordinamento del Comune”.
Passanisi affronta anche il problema del maltempo che ha colpito alcuni Comuni della Piana di Catania: Lentini, Scordia, Palagonia, Ramacca, in cui i fiumi sono esondati allagando campi, aranceti e limoneti. La situazione sta tenendo con il fiato sospeso anche parecchi apicoltori di Zafferana, che nelle zone colpite dal maltempo hanno piazzato le proprie arnie.
“Allo stato attuale – spiega ancora il presidente della Coldiretti – ci sono ancora zone inagibili che non possiamo neanche raggiungere: per questi non è ancora stata fatta una conta dei danni. Si è parlato di devastazione. Ma bisogna guardare avanti. Ho incontrato imprenditori di ottant’anni che mi hanno detto che non vogliono mollare. Eppure i nuovi impianti installati per contrastare il virus della ‘tristezza’ (quello che colpisce le arance) sono stati completamente distrutti e spazzati via. Le piogge sono state di portata eccezionale, ma anche la scarsa manutenzione e l’incuria hanno fatto la loro parte”.
Passanisi snocciola una serie di azioni da portare avanti: “Concordo sull’importanza di presentare delle denunce sui furti di arnie da presentare al prefetto con una relazione. Il fenomeno deve avere risonanza nella comunicazione mediatica, occorre fare una buona comunicazione”.
Presente anche Francesco Vasta, rappresentante dell’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone: “Il nubifragio dei giorni scorsi è un evento la cui entità, in termini di danni, deve essere ancora compresa. Occorre un report su quello che è realmente accaduto. La giunta regionale ha intenzione di proclamare lo stato di emergenza per sostenere il comparto agricolo delle zone colpite. Occorre portare all’attenzione del governo regionale anche la particolare situazione degli apicoltori di Zafferana che, pur non essendo proprietari dei terreni in questione, hanno subito danni derivanti dalla presenza sui luoghi delle loro arnie. E’ importante l’incontro di oggi che serve a rappresentare le posizioni degli apicoltori di Zafferana e a sensibilizzare l’opinione pubblica”.
Interessante l’intervento del veterinario dell’Asp, Lucio Consoli: “Le richieste di eventuali risarcimenti non possono prescindere dalla banca dati che raccoglie tutte le informazioni sulle arnie geo-localizzate”. E poi: “Il marchio del miele di Zafferana potrebbe essere una Dop (Denominazione di Origine Protetta) o una Igp (Indicazione Geografica Protetta), ricordando che se si aderisce al marchio occorre sottostare ad un disciplinare”.
Positivo il risultato della tavola rotonda. Il presidente della Coldiretti di Catania promette la sua disponibilità a seguire e risolvere le criticità del comparto: “La presenza di molti giovani apicoltori, il loro dinamismo, il voler risolvere i problemi, la loro voglia di connettersi fra loro per fare squadra è un grande segnale di speranza per il futuro”.
Rosalba Mazza
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