Sull’assassinio della giornalista di Malta, Daphne Caruana Galizia, ci sarebbero i mandanti, ma tengono tenuti segreti. Secondo il ministro dell’Interno maltese Michael Farruggia intervistato stasera dal Tg3, “abbiamo prove concrete, le stiamo elaborando e presto contiamo di essere in grado di arrestare i responsabili”.
La “svolta”, dopo un anno dal delitto della giornalista (avvenuto il 16 ottobre 2017) che indagava sui rapporti fra la politica maltese con la mafia e la corruzione internazionale, è stata annunciata stamane dal Times of Malta, ma non viene svelato neanche il movente. Il quotidiano maltese dice che gli investigatori dell’Isola hanno individuato il gruppo dei mandanti formato da non “più di due” persone. Le indagini avrebbero preso le mosse dalle denunce della Caruana Galizia circa “complessi passaggi di denaro – come dice il Tg3 – sul pagamento agli esecutori materiali che la polizia maltese identifica nei tre uomini identificati mesi fa”.
I tre uomini del commando accusati di aver materialmente di aver collocato il tritolo nell’auto dove è stata fatta a pezzi la giornalista si sono sempre dichiarati non colpevoli.
Gli investigatori parlano di una “convergenza di interessi” dietro l’omicidio della blogger maltese, una convergenza che avrebbe portato i mandanti ad assoldare i tre esecutori dell’assassinio. Ma un giallo si profila già in queste ore: la famiglia Caruana Galizia, contattata dal quotidiano, dice di non essere stata informata dalla polizia di questi ultimi sviluppi. I familiari hanno sempre chiesto un’indagine indipendente rispetto all’Autorità e alla polizia maltese, ritenuti dagli stessi “troppo compromesse col potere per potere indagare serenamente”.
Luciano Mirone
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