Un giro di svariate decine di milioni di Euro, assunzioni di comodo, affari. Il tutto sulla pelle dei bambini extracomunitari, dei diversamente abili e degli anziani, maltrattati, ricattati, costretti a dormire in letti pieni di pulci, costretti a mangiare cibi avariati.
È questo il “sistema” creato ad arte a Catania per fare soldi, assumendo in cooperative e associazioni di assistenza i parenti dei funzionari pubblici addetti al controllo del settore, creando così una commistione tra controllore e controllato, e contemporaneamente somministrando ai minori cibo di scarto, non garantendo loro condizioni igienico sanitarie adeguate e non fornendo la dovuta assistenza tramite personale qualificato.
Da queste “circostanze – scrivono i magistrati – il sistema corruttivo traeva considerevoli vantaggi”. Un sistema socio-assistenziale per minori extracomunitari non accompagnati, persone diversamente abili ed anziani, “allo scopo di accumulare, massimizzandoli, i profitti economici che poi venivano reinvestiti in altre lucrose attività imprenditoriali”.
Per questo nella mattinata di oggi la Procura distrettuale della Repubblica di Catania, nell’ambito di indagini collegate con la Procura della Repubblica di Gela, sono stati arrestati dai carabinieri di Catania (in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare disposta da Gip del Tribunale etneo) Pietro Marino Biondi (62 anni, tradotto in carcere); Hatarzyna Eugenia Chylewska, detta “KASIA” (38, ai domiciliari); Natale Di Franca (59, domiciliari), Paolo Duca (50, domiciliari), Clara Favatella (36, domiciliari), Giuseppina Foti (46, domiciliari), Alessandro Giannone (35, domiciliari), Gemma Iapichello (42, in carcere) Giuseppe Maria Palumbo (61, domiciliari), Liliana Giuseppina Pasqualino (55, domiciliari), Francesca Provvidenza Politi (33, domiciliari), Francesca Ventimiglia (57, domiciliari).
Soggetti da un anno sottoposti ad indagini per aver costituito una “associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di vari delitti contro la pubblica amministrazione, come quelli di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e di frode nelle pubbliche forniture, nonché i delitti di estorsione e di maltrattamenti”
Le indagini, dirette dalla Procura catanese ed eseguite dai militari dell’Arma, sin dal giugno 2017, hanno consentito di acquisire concrete fonti di prova in ordine alla sussistenza e attività dell’associazione delinquenziale. Nel dettaglio, le investigazioni, hanno permesso di acclarare che le persone arrestate hanno portato avanti delle condotte illecite finalizzare ad eludere “metodicamente e fraudolentemente” l’osservanza degli obblighi contrattuali stipulati con vari enti della pubblica amministrazione.
Per far questo il sodalizio si è avvalso della compiacenza di tali Natale Di Franca e Paolo Duca, dipendenti rispettivamente dell’INPS di Catania e di Sondrio, allo scopo di ottenere illeciti profitti e vantaggi, “consistenti per il Di Franca – scrivono ancora i magistrati – in ulteriori benefici per i propri congiunti dipendenti di cooperativa, e per il Duca di riavere assunta la moglie”.
Questi compivano – seguitano gli inquirenti – vari atti contrari ai propri doveri d’ufficio, come favorire e trattare con priorità le pratiche di gestione delle associazioni e informare “i membri delle cooperative/associazioni riguardo all’imminente esecuzione di controlli o ispezioni, nonché tralasciando di applicare le sanzioni previste per le infrazioni rilevate durante le verifiche compiute”.
Negli atti si parla, come detto, di maltrattamenti degli ospiti affidati alle cooperative, consistiti nell’offrire ai giovani un insufficiente abbigliamento sia estivo che invernale, nel somministrare loro pietanze solitamente insufficienti e talvolta avariate, così non garantendo la dovuta e salutare alimentazione, nel fornire posti letto infestati da pulci, tanto da indurre i giovani a dormire in terra per lunghi periodi. “Tutte condotte – dicono i magistrati – aggravate dal fatto che erano compiute ai danni di soggetti in condizione di minorata difesa, sia per l’età sia per la loro condizione di stranieri”.
C’è di più: “Biondi e Favatella tentavano di farsi consegnare 400 Euro da un giovane extracomunitario loro ospite, in cambio di un contratto di lavoro presso le cooperative da loro gestite, contratto che avrebbe consentito al giovane di ottenere il permesso di soggiorno e, quindi, la possibilità di rimanere in Italia evitando, di fatto, la sicura espulsione dal territorio italiano”.
Le indagini sono state portate avanti attraverso un’articolata serie di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali corroborate da diverse attività istruttorie, nonché una mirata consulenza
economico-finanziaria. Alla fine, in capo al sistema BIONDI (dal nome dell’organizzatore dello squallido affaire) è stato accertato un considerevole patrimonio.
Per tali motivi, il Gip accogliendo la richiesta formulata dalla Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo delle seguenti cooperative e associazioni: Associazione Solidarietà 2000, Cooperativa Comunità Per Vivere Insieme, Cooperativa Onlus Pianeti Diversi, Cooperativa Progetto Vita Onlus, Cooperativa Comunità Il Quadrifoglio Onlus, Cooperativa Alba, Cooperativa Le Fata Dell’arcobaleno, Associazione Albero Della Vita che, nell’insieme dispongono di un valore patrimoniale di circa 3 milioni di Euro e un giro di affari di circa 20 milioni.
Luciano Mirone
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