Arrestata dalla Polizia di Catania la madre che lo scorso 14 novembre ha causato il decesso del figlioletto di tre mesi, “dapprima scuotendolo con veemenza e poi lanciandolo al suolo e sbattendolo più volte”.
Un fatto raccapricciante, quello descritto dalla Procura della Repubblica di Catania, che ha visto come protagonista F.V.S. (queste le iniziali), la quale, avrebbe inscenato il ricorso al pronto soccorso per simulare una dinamica incredibile che solo dopo le indagini è stata chiarita dai magistrati.
Questi i fatti. Il 14 novembre la donna portava il piccolo F.L. – nato il 31 luglio – al pronto soccorso dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Il bambino – scrive la Procura – successivamente “veniva intubato per via oro-tracheale, non sedato, pallido ed ipoteso, presso l’unità di rianimazione pediatrica dell’ospedale Garibaldi Nesima di Catania, dove veniva ricoverato in prognosi riservata per la presenza, tra l’altro, di un imponente ematoma nella regione parietotemporale destra con numerose emorragie sparse su tutto l’ambito retinico”.
“Nonostante tutte le cure e l’assistenza prestata dai sanitari – si legge nella nota dei magistrati – , attestata dalle certificazioni in atti, lo stesso decedeva il giorno successivo”.
Senonché, si legge ancora, “nell’immediatezza del ricovero”, come si evince dalla lettura del certificato di pronto soccorso, “la madre del bambino, odierna indagata, riferiva che lo stesso si era fatto male cadendole accidentalmente dalle braccia a causa di una spinta datasi da solo”.
Scattate le indagini attraverso l’audizione di tutti i soggetti intervenuti nell’immediatezza e della stessa” donna, alla presenza del difensore di fiducia, “si accertava che la caduta del bambino non era stata accidentale, bensì che era stata la madre dello stesso a scaraventarlo a terra con forza”.
A quel punto l’Autorità giudiziaria riteneva di sottoporre la signora a consulenza neuropsichiatrica. L’esito della stessa portava “questo Ufficio a richiedere la misura custodiale”, richiesta accolta dal Gip, il quale ha ritenuto che la donna “attesa anche la tenerissima età del figlio, agiva di certo al fine di ucciderlo (dolo intenzionale) e, comunque, si è rappresentata l’evento omicidiario come realizzabile con elevato grado di probabilità o anche con certezza come conseguenza diretta ed immediata della propria azione (dolo diretto)”.
“Pertanto – scrivono ancora i magistrati – non può in nessun modo ritenersi corrispondente al vero neppure quanto dalla stessa riferito in ordine alla assenza di volontà omicida ai danni del neonato”.
L’arrestata è stata condotta, per le formalità di rito, presso la Casa Circondariale di Catania, ove verrà interrogata dal Gip.
Luciano Mirone
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