Rifiuti zero. È la risposta al progetto della mega discarica “inquinante” – la più grande della Sicilia, con una vasca che dovrebbe ricevere 2 milioni 800 mila metri cubi di spazzatura – prevista nel territorio di Centuripe (Enna), che il Presidio Partecipativo del Fiume Simeto ha deciso di dare attraverso un piano da sottoporre “a tutte le organizzazioni che si stanno muovendo per contrastare tale impianto”.
E per far questo chiama a raccolta tutti i soggetti nati “dal basso”, che negli ultimi anni portano avanti le stesse battaglie nei dieci comuni dove operano, ovvero il Biodistretto Valle del Simeto, il Comitato Restiamopuliti di Centuripe, il Comitato cittadino per l’acqua e beni comuni di Centuripe, il Comitato no discarica di Catenanuova, Zero Waste Sicilia, Rifiuti Zero Sicilia, e le Associazioni ambientaliste Wwf, Lipu e Legambiente.
“La proposta – dice David Mascali, presidente del Presidio Partecipativo del Fiume Simeto che raggruppa i comuni di Paternò, Adrano, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Ragalna, Motta Sant’Anastasia, Belpasso, Centuripe, Troina e Regalbuto – è quella di creare, attraverso il metodo della partecipazione e nel rispetto dei principi del Patto, un ‘Piano rifiuti zero simetino’, che sia condiviso tra tutti i comuni della Valle e che sia pienamente calato alle esigenze di questi”.
Una fase interlocutoria molto significativa, poiché se da un lato, già da tempo, l’associazione Sicilia Antica – anche con l’appoggio del Presidio – si sta muovendo per fare apporre alla Sovrintendenza un vincolo paesaggistico grazie alla presenza di importanti testimonianze archeologiche in quel territorio, dall’altra lo stesso Presidio sta portando avanti la strategia dei “rifiuti zero” da promuovere nei comuni attraversati dal Simeto.
“A tale scopo – dicono i componenti – il Presidio ha già organizzato due incontri di progettazione, alla presenza dei tecnici e dei rappresentanti dei Comitati No-Discarica di Centuripe. Da questi due momenti sono emersi i promotori, i partner e gli interlocutori del progetto”.
“Durante gli incontri – seguitano – sono anche stati costituiti tre gruppi di lavoro: il gruppo tecnico che si occuperà dello studio delle carte, delle richieste di vincolo presso la sovrintendenza, l’attivazione della VAS, e così via; il gruppo comunicazione/animazione che si occuperà di diffondere e pubblicizzare l’iniziativa e tutti gli eventi ad essa collegati, attraverso social, newsletter ecc.; il gruppo studio e ricerca che si occuperà di portare avanti un’azione di ricerca e azione sul territorio, finalizzata alla stesura del piano rifiuti zero di Valle”.
Come si ricorderà, secondo il progetto stilato dalla ditta Oikos della famiglia Proto – che da anni gestisce altre discusse discariche – depositato quest’estate al Comune di Centuripe, l’impianto dovrebbe accogliere un quarto della spazzatura prodotta in Sicilia, con pericoli seri – secondo gli oppositori – per l’inquinamento che dovrebbe produrre all’ambiente e agli abitanti.
A questo bisogna aggiungere il fatto che nello scorso novembre un attivista del comitato No discarica di Centuripe, Michele Sportaro, è stato fatto oggetto di alcuni atti intimidatori dopo avere organizzato una conferenza molto partecipata sul tema. Nessuna prova sulla connessione fra le minacce e la discarica, ma intanto in quella zona si stanno registrando questi fatti. E sono fatti che stanno portando diversi soggetti della Società civile a mobilitarsi per scongiurare “il pericolo di una discarica inquinante” in un territorio che vive di agricoltura e di pastorizia.
“Ciclicamente – scrivono gli aderenti al Presidio Partecipativo – succede che nel territorio della Valle del Simeto si presenti l’annoso problema dello smaltimento dei rifiuti”. Il riferimento è al termovalorizzatore – con annessa mega discarica – che all’inizio del Duemila l’ex governatore della Sicilia, Totò Cuffaro (all’epoca commissario straordinario per l’emergenza rifiuti) decise di installare nel versante di Paternò, territorio da sempre vocato alla coltivazione degli agrumi esportati in tutto il mondo.
Poi fu la volta di Adrano, zona tradizionalmente valorizzata per la coltivazione degli ortaggi. Quindi – ultimamente – la giunta comunale di Motta Sant’Anastasia aveva ritenuto di di realizzare un impianto di incenerimento al confine con il territorio di Belpasso. Se finora questi progetti non sono andati in porto lo si deve all’impegno di queste associazioni che da diversi anni portano avanti delle battaglie per la difesa e la valorizzazione di quel territorio.
“Insomma – come denuncia un’altra associazione ambientalista, Zero Waste Sicilia – periodicamente qualcuno decide di utilizzare la Valle del Simeto (con le sue straordinarie peculiarità naturalistiche, culturali ed economiche) come una pattumiera per portare avanti un grande business in cui è interessata la mafia”.
“E’ ancora in corso l’ultima battaglia per contrastare l’ennesimo progetto di dar vita ad un mega impianto di stoccaggio rifiuti, questa volta sul territorio di Centuripe”, dicono i componenti del Presidio Partecipativo del Fiume Simeto. Una battaglia ancora all’inizio di cui non conosciamo l’esito. Sappiamo però che la Valle possiede gli anticorpi naturali per combattere certi pericoli. E questo basta.
Luciano Mirone
Ottimo articolo, ricostruzione seria ed articolata di questo ennesimo attacco alla valle del Simeto. Ancora una volta troveranno una comunità matura capace di intraprendere le iniziative necessarie per far capire che l’economia del nostro territorio non può includere una discarica che rischia di compromettere il percorso di rilancio delle nostre eccellenze agricole che legate alle emergenze naturali, ambientali, archeologiche e culturali può far crescere un settore innovativo capace di coniugare il turismo e le attività economiche.
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