“Non farò mai alleanze col M5S. Dobbiamo riconquistare i nostri ex elettori che hanno scelto il M5S”. Parola del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria Pd.
“Non ci potrà essere spazio per nessuna apertura a Leu: mai con chi ci ha distrutto”. Parola di Roberto Giachetti, altro candidato alla segreteria del partito democratico.
Già. Ma allora con chi intende allearsi il Pd, dato che in Italia governi se disponi di una maggioranza in Parlamento? Alla convenzione di tre giorni fa dove è stata fissata la data (3 marzo) per le primarie per la segreteria del partito, nessuno lo ha detto, ma a questo punto, andando per esclusione, non rimane altro che immaginare una riedizione delle larghe intese con Berlusconi e Verdini. Magari è solo fantasia, ma qualcuno ci può spiegare quali sono i progetti di questo partito senza più identità? Qualcuno ci dice come il Pd intende riconquistare i propri elettori e con chi, eventualmente, intende governare?
Magari ci sbagliamo, ma in queste convention non vediamo un guizzo di rivoluzione, un minimo di novità, un briciolo di autocritica: solita (giusta) solfa su Salvini, solito sermone sui 5S, e poi? Qualcuno ha parlato della drammatica crisi del Pd siciliano, della guerra scriteriata che lo stesso Pd ha fatto all’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino; della questione morale, delle scenette comiche cui si assiste in certi comuni dove il Pd inciucia tranquillamente con la destra, della responsabilità storica di avere regalato il movimento Cinque Stelle a Salvini e di aver dato la possibilità a quest’ultimo di guadagnare ampi consensi in pochi mesi?
“La situazione è grave ma non è seria”, diceva Flajano. Grave perché Salvini – se salta il governo con i 5S – tornerà con Berlusconi e allora ci ritroveremo un governo di destra-destra, in cui il capo della Lega sarà l’indiscusso lider maximo, col risultato che l’intolleranza verso i deboli si mescolerà con il liberismo e l’affarismo più becero, senza la deterrenza di un movimento come quello di Di Maio che, malgrado le contraddizioni, non può essere considerato il peggio del panorama politico nazionale, come dice il Pd. Che errore non aver tentato una trattativa con l’ala più ragionevole dei grillini! Che errore non aver mandato Salvini e Berlusconi all’opposizione!
Non è una cosa seria perché il Pd spera sempre nell’errore degli altri, senza costruire un valido rinnovamento di uomini e di progetti. Ma state tranquilli cari amici del Pd: anche se gli altri sbagliano, cadranno in piedi, perché l’alternativa ce l’hanno e la useranno al momento giusto. Voi è da tempo che siete per terra e ancora non riuscite neanche ad alzarvi.
Luciano Mirone
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