La Casa della Sinistra-Unità dei Comunisti di Belpasso prende posizione nei confronti del Pd – sia belpassese, che nazionale – all’indomani del risultato delle primarie che, con quasi due milioni di voti, ha incoronato Nicola Zingaretti nuovo segretario del partito.
E lo fa con un comunicato stampa dai toni duri, che, pur parlando di “ricerca di unità a sinistra” (messaggio ribadito più volte nel documento), dice che bisogna andare “oltre il Pd”, non attraverso “i voti”, ma attraverso “i progetti”, in quanto bisogna “mettere le basi per la costruzione di un nuovo percorso, autenticamente di sinistra, per valori, sentimenti, progetti, per una trasformazione ampia della società a partire dalla questione ambientalista fino ad arrivare -perchè no!- alla messa in discussione di questo macabro capitalismo che ogni giorno ci rende più deboli, più poveri, più soli, più egoisti verso il prossimo”.
Un esempio: “Il neo-segretario del Pd – si legge nella nota – si è precipitato a volere dichiarare di far visita ai cantieri TAV. Si, avete capito bene: non ai lavoratori in sciopero, non ai pastori sardi”.
E poi alcune domande? “Che cos’è condivisibile in futuro, un partito di ‘sinistra’ protagonista e/o complice dell’abolizione dell’Art.18, del Job-Act, del decreto salva-banche, la Montepaschi, la riforma Fornero, il decreto Minniti, la buona scuola?”.
“Noi – è scritto nel documento – come ‘Casa della sinistra’ ce la poniamo questa domanda. E ci chiediamo se è davvero questa la sinistra da cui ripartire. Si cercano ‘nuove alleanze’, ma con quali progetti politici?”
Per quanto riguarda Belpasso (dove il Pd ha registrato un record in negativo di affluenza alle primarie), il movimento prende le distanze dalla politica locale condotta finora dal partito di Zingaretti: “A fronte degli oltre 450 votanti recatisi alle urne per le primarie del 2017 a Belpasso, in piena epoca renziana, registriamo ad oggi un dimezzamento dello stesso processo”.
Secondo La Casa della Sinistra, si tratta di “un dato prevedibilissimo, se si tiene conto del trascorso trasformistico ed auto-distruttivo del Pd locale”, “con buona pace di chi vuol far credere sia stato un successo, che neanche le rivoluzioni…”.
“Il nostro percorso – scrive il movimento – non è nato per dividere, bensì per unire. Siamo aperti al dialogo con chi vorrà interloquire e non con chi tenta disperatamente di tenerci sotto ostaggio”, perché, si legge ancora, “non viviamo la nostra militanza civica e politica sulla base di sommatorie di voti e di ceti politici”.
E ancora: “Lavoriamo affinché cittadine/i possano essere per noi gli alleati di tutti i giorni, nelle assemblee, negli incontri “a tema”, nelle lotte nei quartieri, nelle serate culturali, impegni su cui abbiamo già iniziato a camminare e continueremo a farlo. Volendo offrire risposte collegiali -e non individuali- anche ai tantissimi compagni che non hanno preso in considerazione le primarie”.
Infine una stoccata ad incertam personam: “A differenza di chi -quasi quotidianamente ad ogni ipocrita pulpito ci punta il dito contro- noi non crediamo di essere né ‘puri’ ne tantomeno ‘settari’. Partiamo semplicemente da convinzioni politiche che difficilmente vogliamo ‘svendere’ in cambio di alleanze elettorali e riunioni strategiche di partito”.
Redazione
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