Adesso anche le uova! Per giunta “dei cent’anni”, come vengono definite le uova d’anatra provenienti dalla Cina, che stanno invadendo il mercato italiano. Per questa ragione i Carabinieri del NAS (Nucleo antisofisticazione) di Catania, durante un’operazione di controllo nella linea commerciale degli alimenti etnici, hanno sequestrato 800 uova d’anatra in guscio, provenienti dal Paese asiatico, che, secondo precise direttive comunitarie, non possono essere importate in Europa.
Il servizio, che rientra in una più ampia pianificazione dei controlli a livello nazionale sulla sicurezza alimentare, disposti dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute e che vengono particolarmente intensificati con l’approssimarsi delle festività, è stato svolto con la collaborazione del Dipartimento di Sanità Veterinaria dell’Asp di Catania.
La caratteristica di queste uova è quella di aver subito un processo naturale di conservazione con metodi tradizionali della cucina cinese, della durata di circa cento giorni, che trasforma l’albume in una massa gelatinosa ambrata e semitrasparente, mentre il tuorlo assume una colorazione verde scuro.
Questo processo produttivo non è riconosciuto dalla normativa europea e ne vieta l’importazione da qualsiasi Paese terzo poiché, le uova in guscio trasformate, come peraltro richiamato di recente da una nota del Ministero della Salute, non possono essere definite ovoprodotti, ovvero prodotti risultanti dalla trasformazione di uova.
Le uova sequestrate dal NAS di Catania erano esposte nei banchi di vendita, confezionate nei classici imballaggi in plastica da mezza dozzina, con idiomi in caratteri cinesi e, per gran parte di essi, privi di etichettatura in lingua italiana, indispensabile affinché il consumatore sia messo in condizione di conoscere le caratteristiche merceologiche del prodotto alimentare.
“E’ estremamente importante – spiegano i Carabinieri del Nas – leggere le etichette di tutti i prodotti alimentari posti in vendita nei supermercati poiché, come ribadito dal legislatore, la non conoscenza delle caratteristiche degli alimenti può esporre il consumatore a rischi specifici per la salute”.
Nella foto: le uova sequestrate
Barbara Contrafatto
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