Appuntamento con la grande tradizione del teatro a cura della Brigata d’Arte Nino Martoglio che venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 aprile al Teatro comunale di Belpasso rappresenta “La lupa” di Giovanni Verga, interpretata da Rosa Miranda, per la regia di Mario Sangani. Questo l’articolo di presentazione di Filippo Rapisarda.

Rosa Miranda. Sopra: un primo piano dell’attrice

Scritta nel pieno della maturità artistica e della svolta verista di Giovanni Verga, “La lupa” entrò a far parte della raccolta di racconti “Vita dei campi”, pubblicata nel 1880. Nel decennio successivo, su sollecitazione dell’amico e sodale Luigi Capuana, l’autore decise di cimentarsi anche col teatro e scelse di sceneggiare, tra l’altro, alcune delle sue novelle, tra cui la celeberrima e fortunatissima “Cavalleria rusticana” e questa “La lupa”.

Nella sua versione narrativa la gna’ Pina (detta la lupa per la sua furiosa e insaziabile fame di maschi) campeggia come una figura solitaria e fatale, un demone meridiano, una sorta di emanazione della natura scabra e ostile che fa da scenario alle sue isolate scorribande in cerca di prede.

Invaghita di un giovane ed avvenente contadino (Nanni Lasca) ella riesce ad irretirlo nelle spire della sua passione, concedendogli in sposa la propria figlia Mara e tutto quel che possiede, pur di tenerlo avvinto a questo legame scandaloso che si scioglierà in modo drammatico, portando scompiglio e distruzione nel piccolo e sofferente nucleo familiare.

Nel passaggio alla sceneggiatura teatrale la figura della lupa perde parte della sua dimensione stregonesca e acquista una sua più dolente umanità; è una donna di pena, vittima di un sentimento tormentoso e irresistibile, che fa di tutto per attirare l’attenzione dell’amato e dar sollievo all’arsura che l’opprime. Ma il legame incestuoso della lupa per Nanni Lasca non conosce la tenerezza di chi vuole il bene dell’altro; è, invece, un fuoco che brucia e consuma, che non purifica ma contamina, che non esalta lo spirito vitale ma porta all’annientamento, all’avvilimento, alla morte: (eros/tanatos – amore/morte, l’amore è morte).

Giovanni Verga

Nella sua asciutta essenzialità e nella potente espressività del dettato drammatico, “La lupa” richiama la grande tragedia greca ed ha il rilievo di alcune eroine euripidee come Medea o Fedra. In questa versione dell’opera verghiana la regia ha operato alcune soluzioni innovative che danno maggior risalto spettacolare all’opera e ne approfondiscono la dimensione realistica.

La vicenda risulta scandita in scene che ricostruiscono puntigliosamente il susseguirsi stagionale dei principali lavori campestri: la raccolta delle olive, la mietitura, la vendemmia; nonché i momenti di aggregazione sociale in occasione di importanti cerimonie collettive: il matrimonio di Nanni e Mara, la processione del venerdì santo.

Per animare queste situazioni, è stato aggiunto un “coro” di contadini e paesani che integreranno i personaggi del dramma nelle scene d’insieme e nelle figurazioni e, soprattutto, un cantore, un aedo, che commenta liricamente il dramma intimo e la sofferenza dei protagonisti.

Filippo Rapisarda

Il cast:

La gna’ Pina, detta la Lupa, Rosa Miranda

Mara, sua figlia, Claudia Sangani

Nanni Lasca, Giuseppe Ferlito

Compare Janu, Nuccio Vassallo

Zia Filomena, Valentina Ferrante

Malerba, contadino Santo Santonocito

Cardillo, contadino, Federico Fiorenza

Bruno, contadino, Antonio Marino

Grazia, contadina, Alessia Gurrieri

Lia, contadina, Eleonora Auteri

Un cantore, Giuseppe Magrì

Nunzio, musico, Domenico Longo

con la partecipazione del CORO CANTICUM VITAE diretto dal M° Salvatore Signorello

Scene: MARTINA CIRESI e STEFANO PRIVITERA

Costumi: SORELLE RINALDI

Regia: MARIO SANGANI