Migliaia di accessi, decine di commenti di lettori indignati (assenti i politici) in seguito all’articolo pubblicato da L’Informazione nei giorni scorsi sulla cementificazione che si sta perpetrando alle pendici dei Monti Rossi di Nicolosi (Ct), dove si sta costruendo una grossa struttura commerciale in una zona Unesco di rarissima bellezza e di notevoli rischi vulcanici e sismici (ricordiamo l’eruzione del 1669 che seppellì diversi centri abitati e che arrivò fino a Catania).
Dopo il fermento creatosi in seguito all’articolo, abbiamo cercato di approfondire le nostre conoscenze sull’argomento attraverso la consultazione di libri, lo studio della carta geologica dell’Etna e il parere di geologi e di vulcanologi di chiara fama. Sono scaturite delle conclusioni che traduciamo sotto forma di domande ai politici del Comune di Nicolosi (nel cui territorio si stanno preparando almeno altre due colossali colate di cemento) e della Regione Sicilia, nonché ai funzionari della Sovrintendenza ai Beni culturali e del Genio civile:
1) Dato che l’Etna è patrimonio mondiale dell’Unesco, perché si è pensato di cementificare in modo così invasivo alle pendici dei Monti Rossi, fra i simboli più straordinari del vulcano?
2) È vero che la struttura commerciale in fase di realizzazione, ubicata nella strada Belpasso-Nicolosi, è solo la prima di tre mega costruzioni previste dal Piano regolatore di Nicolosi? Qualcuno ci può dare notizie sul grafico riprodotto qui sotto?
3) Qualcuno può dirci se il vincolo paesaggistico relativo al territorio di Nicolosi, approvato nel 1978 dalla Regione Sicilia – dove si parla di “interesse naturalistico”, di “imponenti colate laviche” dei millenni precedenti, di “coni dei vulcani”, di “particolare vegetazione formata da piante che presentano degli aspetti riscontrabili soltanto nelle località del circondario etneo” – sia ancora valido o no? Quale escamotage normativo è stato utilizzato per superare il vincolo?
4) Non pensate che il patrimonio naturalistico dell’Etna possa subire un degrado di enormi proporzioni che potrebbe avere ricadute negative sull’identità, sulla qualità del commercio e del turismo di tutta la zona, soprattutto Nicolosi?
5) È sufficiente giustificare scelte come queste dicendo che “sono previste dal Piano regolatore”? Per caso il Consiglio comunale di Nicolosi ha pensato di correre ai ripari con una variante allo strumento urbanistico?
6) Sapete che quella è la zona più attiva e più fragile del vulcano, caratterizzata fra l’altro da decine di crateri?
7) Sapete che la zona interessata si trova lungo il cosiddetto rift (spaccatura) di Sud dell’Etna, una delle tre fasce del vulcano (le altre sono il rift di Nord-Est a monte di Linguaglossa, e quello di Ovest a monte di Bronte), dove c’è una più alta probabilità di apertura di fratture eruttive?
8) Sapete che il rift di Sud parte dal cratere centrale, attraversa il Rifugio Sapienza, le zone di Nicolosi e di Mascalucia, e si ferma dove c’è la frattura al confine con Tremestieri Etneo?
9) Sapete che il rift di Sud è anche una zona particolarmente sismica, dato che negli ultimi anni ci sono stati degli eventi di questo genere, anche se di bassa magnitudo?
10) Sapete che dagli stessi Monti Rossi, nel 1669, è scaturita l’eruzione che ha seppellito diversi centri abitati ed è arrivata fino a Catania, con una frattura eruttiva che si è aperta a partire dalla base del cratere centrale, lunga quasi 15 chilometri, della quale i Monti Rossi furono l’apparato eruttivo più importante? Non l’unico, dato che un’altra frattura, in quei giorni, si aprì un po’ più in basso, in zona Mompileri?
11) Sono stati eseguiti dei sondaggi per fare le fondamenta del centro commerciale? Siamo convinti di sì, poiché da quanto risulta, si tratta di un terreno in parte sabbioso (c’è un notevole spessore di piroclastiti, cioè materiale friabile), in parte attraversato da diverse colate laviche succedutesi nel corso dei millenni, e da alcune grotte sotterranee, che rendono la superficie piuttosto fragile. Per quanto si possano realizzare delle fondamenta robuste, ci troviamo o no al cospetto della colata lavica (1669) più importante degli ultimi cinquemila anni?
12) Sapete che da secoli la parte Sud dell’Etna sta subendo un lento scivolamento verso il mare, come se ci fosse un’enorme frana? L’entità del movimento è molto variabile da zona a zona: si va da un millimetro nella zona Sud-Est, a poco più di un centimetro all’anno nella zona Nord-Est. Fra Mascalucia e Tremestieri si vede a occhio nudo: improvvisamente la strada, non solo ha un gradino, ma è tutta spaccata. Quella è una parte del rift di Sud che si muove lentamente e costantemente verso il mare. Questo fenomeno, nel corso degli anni, ha causato l’abbandono di diverse abitazioni costruite negli anni Settanta, che cominciano ad avere dei muretti sfasati, con i tubi dell’acqua, del metano e delle fogne che stanno subendo contorsioni e fratture, poiché si tratta di un movimento lento ma costante”.
13) Sapete che l’ultimo cratere formatosi in quella parte di vulcano risale al 1883, poco sopra i Monti Rossi? Allora si aprirono delle bocche eruttive, si registrò una piccola eruzione di pochi giorni che preparò quella ‘grande’ del 1886, che portò alla formazione di Monte Gemmellaro, un enorme cono eruttivo situato più in alto, le cui colate causarono l’evacuazione del centro abitato di Nicolosi, e arrivarono proprio nella zona dove oggi si sta costruendo il centro commerciale?
Luciano Mirone
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