Lo sciopero della fame di dieci giorni fatto da fratel Biagio Conte per protestare contro il rimpatrio di Paul in Ghana è una notizia al margine, che probabilmente non interessa più di tanto. Biagio Conte nei giorni scorsi aveva rivolto un appello a Papa Francesco, al presidente della Repubblica, al presidente della Regione, al prefetto, al questore, al sindaco di Palermo affinché trovassero una soluzione per non espellere Paul.
“Paul non è un delinquente – dice il missionario – È un disperato. In 10 anni di permanenza nell’Italia non ha mai commesso un reato. È una persona giusta. Non potete condannare un giusto. Questa ingiustizia ritornerà male per tutta la nostra società. L’Italia era un Paese aperto, generoso cosa sta succedendo?».
La Missione Speranza e Carità di don Biagio Conte, oggi ospita più di un migliaio di persone: donne e uomini di ogni nazionalità, è di fatto un’ esperienza intensissima di solidarietà di rete che coinvolge a vari strati tutta la Chiesa locale e la città di Palermo.
Fratel Biagio è accampato mano a mano con Paul proprio dove è stato ucciso don Pino Puglisi. (Fabio D’Urso)
Questo il suo appello:
“Non possiamo dimenticare la storia, ci sono ancora dei solchi profondi degli anni della schiavitù, della deportazione.
In questo periodo vi è un ritorno alla sopraffazione e alla disumanizzazione.
Negli anni passati avevamo superato questo periodo negativo della storia, nelle nostre coscienze era maturato un cambiamento che tutto questo non accadesse mai più.
In questi ultimi tempi purtroppo c’è stato un ritorno ai tempi bui.
Tutti quei paesi africani che hanno subito deportazioni dei loro popoli, dovevano ricevere un aiuto, un sostegno concreto per le loro terre ma invece non abbiamo dato nulla, abbiamo tolto le risorse, colonizzando interi territori.
Negli ultimi anni, siamo stati invasori con le multinazionali, qual è stato il risultato?
Che stanno impoverendo l’ Africa. Una piccola minoranza di africani ha ricevuto ricchezze, e tutto il resto del popolo è affamato creandosi cosi una nuova emigrazione (deportazione).
Questo popolo affamato, i nuovi profughi, scappano per cercare una terra promessa, un luogo dove ricominciare.
Adesso dopo anni e dopo aver ricevuto e nutrito una speranza, a tanti fratelli che stavano ricostruendo la loro vita si rischia di togliergli la speranza, con metodi (leggi) ingiusti che oggi ci riportano ad una nuova schiavitù, ad una nuova tratta.
Li stiamo giudicando annientando e condannandoli a rientrare forzatamente nei loro paesi.
Con quale rischio? Un ritorno fortemente negativo e ingiusto.
Ma abbiamo capito che l’Africa è il futuro e la nostra Speranza?
Attendiamo che si spezzino le catene mettendo così fine alle ingiustizie.
Questo appello non è per una parte politica o per un’altra parte politica ma per tutta l’umanità”.
Pace e Speranza
Fratel Biagio
Piccolo servo inutile
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