Infila la cocaina che deve smerciare all’interno di un profilattico e la ingerisce per non farsi beccare dai carabinieri di Randazzo (Ct) che lo avevano fermato durante un servizio ordinario di pattugliamento.
I militari del Nucleo Operativo della Compagnia del comune etneo hanno arrestato nella flagranza il 53enne Vincenzo LO GIUDICE, ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, nonché detenzione illegale di armi e munizioni.
I carabinieri ieri sera hanno imposto l’alt alla Fiat Panda con a bordo il pusher il quale, alla vista dei militari, ingeriva un profilattico contenente della droga. Dubbio dissipato nell’ospedale “Castiglione Prestianni” di Bronte dove, previa somministrazione al reo di adeguata terapia, si è potuto recuperare e sequestrare il condom contenente diverse dosi di cocaina.
Nel medesimo contesto operativo, gli operanti hanno provveduto a perquisire sia il domicilio che la casa di campagna dell’uomo, con conseguente rinvenimento e sequestro di 1 revolver cal. 38; 28 cartucce cal. 38; 1 cartuccia cal. 44 magnum; 1 bilancino elettronico di precisione, nonché del materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per confezionare le dosi di stupefacente da porre in vendita.
Altra operazione antidroga è stata svolta a Belpasso (Ct) dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò che hanno arrestato nella flagranza il 55enne catanese Giuseppe RECCA, ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel corso di un servizio finalizzato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, i militari, nei pressi del parco commerciale “Etnapolis”, hanno imposto l’alt alla Fiat Panda condotta dall’uomo il quale, sottoposto a perquisizione personale e veicolare, è stato trovato in possesso di oltre un chilo di marijuana (valore al dettaglio di oltre 10mila euro), conservata dentro una busta di plastica sottovuoto.
La droga è stata sequestrata, mentre l’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato relegato agli arresti domiciliari.
Barbara Contrafatto
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