Dopo anni di elogi sperticati verso gli amati “terun”, oggi, addì 11 agosto 2019, il popolo siciliano accoglie degnamente il Ministro dell’Ordine e della Disciplina venuto a visitare la periferia dell’Impero, come si conviene a chi, secondo i pronostici, sarà il Capo con “pieni poteri” del nuovo Governo leghista.
Una folla osannante – composto perloppiù da turisti – lo ha preso d’assalto quando – partito qualche giorno fa dall’Urbe eterna e solcando il Mezzogiorno d’Italia con il coraggio di un guerriero di Cesare – è giunto a Letojanni, paesino di mare a quattro chilometri da Taormina, che, tra il vicolo Trieste e il vicolo Messina, ha vissuto il suo giorno di gloria con selfie, strette di mani e abbracci sul lungomare, davanti al ristorante “da Nino”. Con qualche contestazione di qualche sovversivo (“buffone”, “tornatene in Padania”) che non ha offuscato la giornata di gloria.
Intorno alle 14 è arrivato lui in grande spolvero con maglietta blu, strisce azzurre all’altezza delle maniche, logo dell’Associazione Italiana Canoa Kajak, e scritta “Italia” a caratteri cubitali, dopo aver goduto il fresco ristoratore della mattina al Lido Caparena, a un passo dallo svincolo dell’A18 Messina-Catania, una delle autostrade più disastrose e disastrate d’Italia, con i suoi restringimenti e le sue frane che nessuno da anni riesce a rimuovere. Adesso tutti lo possono toccare, perché “adesso lui risolverà tutto, anche i problemi di questa maledetta autostrada e magari farà pure il Ponte sullo Stretto”, si sente dire.
È proprio il ristorante “da Nino” – dove il ministro Matteo Salvini del fu governo gialloverde ha consumato il frugale pasto a base di pesce – il centro del mondo nel quale per diverse ore la folla in delirio lo attende come un divo di Hollywood, malgrado i quaranta gradi all’ombra e un mare che invita solo a tuffarsi.
Già dalle prime ore del mattino, su quattrocento metri di lungomare, è stato è stato proibito il parcheggio alle auto, mentre le moto d’acqua della polizia (senza il figlio del lider maximo a fare il “giretto” in mare) hanno presidiato lo specchio d’acqua antistante per evitare rischi via mare, come succede da anni con i barconi di migranti che tentano di “musulmanizzare” il nostro Belpaese.
A proposito di migranti, fra la folla in attesa c’è anche un ragazzo di colore, Vincent, coinvolto dalla sua comitiva di catanesi in vacanza a Letojanni in questa gita pro Salvini che ricorda tanto certe “gite” del bel Ventennio che fu: anche lui, Vincent, in attesa del Ministro dell’Ordine e della Disciplina, ma si vede da lontano che il suo atteggiamento non è serio e marziale come quello dei coetanei italici: è qui solo perché ce lo hanno portato gli amici e pare pure che si annoi.
Qualcuno lo prende bonariamente in giro: “Vincent, ora che arriva Salvini ti puoi andare a nascondere”. “Ma chi se ne fotte di Salvini. Casomai parlo con la Merkel e gli faccio fare un culo così”. Il ragazzo ha tredici anni, è alto due metri e vive in Germania. Gioca come portiere nelle giovanili di una squadra di Berlino, tifa Juve, il suo idolo è Buffon, ma sogna di giocare con Messi, nel Barcellona. Da lontano vede la sua madre adottiva: “Cazzo, mia madre: se sa che sono qui per Salvini si incazza”. La signora arriva, ma non si incazza: “Quando viene ti fai un selfie con lui”. “Con Salvini? Ma scherzi?”. “Sì, con Salvini. Devi! È l’unico mezzo per ottenere il permesso di soggiorno in Italia”. E poi, rivolta verso di noi: “Voi non avete idea del calvario che ha vissuto questo ragazzo”.
La folla intanto aspetta, mentre il personale del ristorante porta cozze, vongole, gamberi, gamberoni, ostriche e tanto altro ben di Dio da esporre. Ci sono persone di ottant’anni e ragazzine di dodici. Queste ultime chiamano le loro mamme perché hanno bisogno di acqua: se la spruzzano in testa per rinfrescarsi, con il coro che si leva unanime (o quasi): “E’ quello che ci vuole. Un po’ di ordine e disciplina in questo paese sfasciato dalla sinistra”. “E se qualcuno entra per un furto a casa mia, io gli sparo, e se lo ammazzo tanto meglio. Tanto lui è d’accordo”. “Con questi neri non se ne può più”. “Ma scusate, non ha ragione quando dice prima gli italiani?”. “Ci hanno tolto pure il lavoro, ma di cosa stiamo parlando”.
È quando si sente la parola “lavoro” che qualcuno nomina, con nostalgia, i Cavalieri, i mitici quattro Cavalieri del lavoro di Catania “che hanno dato occupazione a migliaia di persone”, caduti in disgrazia da quando, “purtroppo”, il generale Dalla Chiesa parlò di collusioni con la mafia e Giuseppe Fava lo scrisse su I Siciliani.
Ma qui Dalla Chiesa e Fava sembrano entità astratte, mai esistite, come Mazzini, Cavour, Garibaldi, Pertini e don Sturzo. Qui l’unica nota stonata è quel lenzuolo steso al balcone sul lungomare: “Restiamo umani”. Il poliziotto col collo rasato vorrebbe farlo rimuovere, ma il collega gli dice in siciliano: “Ma ca fari livari?”, ma cosa devi fare togliere?, intendendo che se il lenzuolo non crea problemi, può restare al suo posto. “Sì, ma iò mi vulissi livari ‘u sfizio di falli veniri in caserma pi falli scantari”, dice il poliziotto dal collo rasato (vorrei togliermi il capriccio di fare venire in caserma gli autori per farli spaventare). “Ma finiscila…”, gli fa l’altro.
Da Letojanni è tutto. Il giro di Salvini continua oggi pomeriggio a Catania, dove si attendono le contestazioni dei soliti sobillatori.
Luciano Mirone
A falso, io c’ero.. e l’hanno boicottato! Gli hanno fischiato contro ed era più la scorta che la gente che lo aspettava!
Giustissimo, l’accoglienza la data solo la gente di fuori e forse qualche letojannese ignorante
Ma che pessimo articolo… Cari giornalisti rossi Imparate a raccontare i fatti: per fare politica bisogna farsi eleggere.. Mirone bocciato!
Claudia di la verità imbroglione… imbroglione
Alcune contestazioni mosse sui Social e nello spazio riservato ai lettori al nostro articolo sulla visita del ministro dell’Interno Matteo Salvini a Letojanni (Messina) fanno riflettere molto. Non tanto per la forma, quanto soprattutto per la sostanza e per le cause che l’hanno determinata.
Nell’articolo abbiamo scritto che una folla in delirio ha accolto il leader della Lega a base di selfie, di pacche sulle spalle e di Salvini-sei-tutti-noi. Il pezzo aveva lo scopo, soprattutto, di descrivere l’ambiente per tastare il polso all’opinione pubblica sul gradimento che la stessa attualmente nutre verso il segretario del Carroccio.
Nel corso della mattinata – prima dell’arrivo del ministro – abbiamo fatto la spola fra diverse postazioni per cercare descrivere in modo più fedele possibile il target delle persone presenti. Poco prima dell’arrivo del ministro ci siamo piazzati definitivamente in mezzo alla folla in uno spazio vicino all’ingresso del ristorante (nel quale il leader della Lega ha pranzato). Da lì abbiamo osservato certi “quadretti” che a nostro avviso meritavano di essere descritti.
Proprio in quel momento due scene si sono incrociate contemporaneamente: una di giubilo nei confronti dell’uomo politico, l’altra di contestazione. E nell’articolo lo abbiamo scritto.
Ma fra le due scene – che piaccia o no – quella nettamente prevalente era la prima. La seconda era composta da alcune persone – quante non lo sappiamo, non le abbiamo contate, ma poche – che hanno protestato con parole e frasi contro il ministro. E questo lo abbiamo pure scritto.
Per confutare la versione dell’articolo, qualcuno ha postato su fb delle riprese amatoriali effettuate nella zona dalla quale sono partite le contestazioni. L’effetto è stato quello di “assolutizzare” un fatto importante sì, ma che rispetto all’intera manifestazione va considerato per quello che è: fortemente minoritario. Addirittura si è paragonata questa manifestazione con quella di Catania, dove Salvini è stato nel pomeriggio. Due eventi completamente diversi.
A Letojanni era presente un pubblico “balneare”, leggero, da selfie, insomma un pubblico in prevalenza pro Salvini, con alcuni esponenti contro. A Catania – davanti al municipio – si è verificato il contrario: pubblico in maggioranza contro Salvini (che da diversi giorni aveva preparato la contestazione), con delle presenze non proprio numerose a favore. Sarebbe bastato piazzare una videocamera a contatto con la minoranza inneggiante al leader leghista per distorcere completamente la verità sull’evento.
Dai post presenti su fb abbiamo percepito che diversi commentatori, questa mattina, a Letojanni neanche c’erano. E però, attraverso il video, sono arrivati dritti dritti alla Verità. Ma può un semplice video – peraltro realizzato da una posizione parziale, quindi incompleta – essere identificato con la Verità?
La vicenda di cui parliamo apre un dibattito che in Italia esiste da quando c’è la televisione. Il primo a mettere in discussione il rapporto fra Verità e immagine fu Pasolini. Non c’è dubbio – diceva lo scrittore friulano – che l’immagine, a prescindere dalla veridicità dei fatti, ha il potere straordinario di convincere la gente.
Gli autori delle immagini di ieri mattina hanno agito in assoluta buona fede rendendo anche un buon servizio. Proprio per questo ci hanno consegnato un documento genuino e spontaneo, che però non può essere identificato con la Verità assoluta. Per la semplice ragione che non è completo. In casi del genere, tutto è demandato al senso critico di chi guarda.
In Italia questo dibattito si è fatto serrato soprattutto quando Berlusconi è sceso in politica. Quante immagini parziali sono state fatte, in oltre vent’anni, per indurre un’opinione pubblica spesso distratta o inconsapevole a credere di trovarsi davanti al Verbo?
Qualcuno ha pure scritto che quello di ieri era un articolo pro Salvini, tendente addirittura ad oscurare la libertà di parola. Certo, come no. Chi ci conosce sa. Noi siamo sempre per la Verità. La Verità è Libertà. Che piaccia o no.
Luciano Mirone
A me è sembrato parecchio ironico l’articolo…e in verità lo spero. Se così non fosse farebbe ridere parecchio (a prescindere dalla presenza fisica di chi commenta la “calata” di capitan Findus in un paesino di mare più per la mangiata di pesce a sbafo che altro)
Visto il modo di fare l Italia merita FI dividersi in due nord e sud. Sono figlia di siciliani che vicino a Milano ed ora che il sud diventi indipendente per o cavoli suoi visto come si comportano
La curiosità per il ministro potente era preponderante
Erano presenti pure dei lacchè del potere del luogo, gente se senza memoria e con poca dignità
Scusate, io ieri ero alle 14 in piazza a letojanni esattamente al bar dove ci sono le foto ma ve li sognate queste cose giornalisti? Non c’era Salvini alle 14 a letojanni