Monte Calvario si trova a Biancavilla, in provincia di Catania. Mai nome è stato evocativo come questo, poiché “calvario” è ciò che hanno attraversato molti abitanti a causa di questo pendio a ridosso del paese. Il monte infatti – per via di una cava ricavata al suo interno, dalla quale si estraeva pietrisco e blocchi lavici – emetteva (o emette? Per capirlo aspettiamo una risposta dalle istituzioni) una sostanza cancerogena simile all’amianto, la fluoroedenite, presente sotto forma di minuscole particelle nascoste nell’aria e nella polvere. Dopo anni di polemiche, di studi e di ricerche, si è appurato che la fluoroedenite è la causa principale di diverse morti per cancro che hanno colpito un pezzo di popolazione biancavillese. Di questo problema, negli anni scorsi, si sono occupati i vari governi succedutisi a Roma e a Palermo, l’Amministrazione comunale, le autorità sanitarie e tanti altri organi.
La cava è stata chiusa, ma oggi arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia della deputata regionale del M5S, Gianina Ciancio: “Biancavilla è ancora contaminata dall’amianto e la bonifica è ancora ferma. Tutti aspettano che la Regione compia i propri atti, ma dal governo Musumeci solo ritardi e nessuna risposta”.
“Da questo sito – dice Gianina Ciancio – si estraevano i materiali usati per tutte le costruzioni locali e che contenevano la fluoroedenite, una particolare tipologia di amianto causa delle decine di morti per mesotelioma pleurico”.
Quindi la parlamentare regionale fa una cronistoria della vicenda: “Per Monte Calvario il ministero dell’Ambiente nel 2015 aveva previsto uno stanziamento di 12 milioni di euro per la realizzazione di un Parco urbano, dopo opportuno ripristino ambientale della zona. Il Governo nazionale nel 2017 annunciava lo sblocco dei fondi, e addirittura aggiungeva per gli anni futuri una provvista di ulteriori 6 milioni di euro, incaricando la Regione siciliana e il Comune di Biancavilla dell’esperimento degli atti relativi alla gara d’appalto”.
Sull’argomento, la stessa Ciancio – rileva il comunicato stampa – aveva presentato il mese scorso un’interrogazione all’Ars.
“L’assessorato regionale delle Infrastrutture – spiega la deputata pentastellata – ha modificato le voci del prezziario regionale per l’espletamento dei lavori pubblici e questo ha fatto lievitare i costi del ripristino ambientale del Sito di interesse nazionale (Sin) di Biancavilla. Nell’estate 2018 è poi emersa la necessità di aggiungere al progetto la realizzazione di un sito in cui dislocare una discarica per inerti derivanti dall’edilizia e collegati inevitabilmente alle particelle di fluoroedenite”.
“Al momento – aggiunge Ciancio – non è ben chiaro a che punto si trovi la procedura di appalto, in quanto, dopo aver tratto le opportune informazioni presso gli uffici regionali, la conferenza speciale dei servizi, propedeutica alla fase di gara, è ancora ferma al palo, e mancherebbe persino la valutazione del progetto definitivo da parte della Commissione regionale ai lavori pubblici, né si conosce quale siano gli atti che il governo siciliano stia mettendo in atto per velocizzare l’iter per la bonifica di Monte Calvario”.
“Chiediamo urgenti chiarimenti da parte degli enti preposti – aggiungono gli attivisti del M5S di Biancavilla, che da tempo seguono la vicenda – e proponiamo di indire un Consiglio comunale aperto, nel quale invitare esponenti del governo regionale e deputati regionali per affrontare in maniera seria e risolutiva una problematica di enorme interesse collettivo”.
Nella foto: uno scorcio di Monte Calvario a Biancavlla (immagine Biancavilla oggi)
Luciano Mirone
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