“L’Agenzia del Demanio ha messo in vendita quasi settemila metri quadri del Parco Pubblico ‘Boschetto della Plaia’ di Catania al costo di ventiseimila euro. L’area in vendita è proprio quella che nel mese di luglio è stata colpita da un grandissimo incendio, la cui matrice non è ancora chiara. A tal proposito, considerato che il litorale della plaia è stato già oggetto di speculazione edilizia e di progetti con gravi infiltrazioni mafiose, chiediamo l’intervento della magistratura al fine di verificare eventuali illeciti”.
Le associazioni catanesi si mobilitano chiamando a raccolta la città per evitare che l’area del boschetto della Playa venga “svenduta” ai privati. Con una doppia mossa chiedono alla magistratura di accertare se esista un nesso di causa e di effetto fra il vasto incendio dello scorso 10 luglio e la preannunciata speculazione edilizia del litorale catanese, e al tempio stesso invitano i cittadini alla manifestazione che si svolgerà domani 18 settembre alle 18 in via Etnea, di fronte la Prefettura. Ad allestire l’evento sono Anpi Catania, Attiviamo Catania, Catania Bene Comune, Catania Ecologia, Cittàinsieme, Città Felice, Comitato No Pua, Comitato Rodotà, Femministorie, FSI Catania, I Siciliani giovani, Legambiente, Lipu, Movimento 5 Stelle, Partito Comunista Italiano, PD Catania Centro, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Udi, WWF, ai quali altri sodalizi, probabilmente, si uniranno nelle prossime ore.
“Il Boschetto della Plaia – s legge nel comunicato della associazioni – rappresenta uno dei pochi parchi e dei più grandi polmoni verdi della città, l’unico situato nella zona sud, luogo storico di aggregazione e di svago per migliaia di cittadine e cittadini. Un bene comune da salvaguardare e curare, di cui l’area in vendita è parte integrante”.
“Vogliamo salvare il boschetto della playa”, dicono le associazioni, attraverso la “revoca” immediata della “procedura di vendita (le offerte per l’acquisto possono essere presentate fino al prossimo 20 settembre), e “l’immediato intervento dell’amministrazione comunale, della Regione, dei Ministeri dell’ambiente e dell’economia”.
“Vogliamo fermare vendita e privatizzazione del nostro territorio – si legge ancora nella nota – , del nostro patrimonio ambientale pubblico e bloccare la speculazione edilizia e la cementificazione che da decenni minaccia la playa e le zone verdi della nostra città. Desideriamo ed esigiamo che il Boschetto della Plaia venga finalmente curato e tutelato”.
Intanto anche i sindacati prendono posizione. “Ciò che sta accadendo negli ultimi giorni attorno all’area del boschetto della Playa di Catania è alquanto preoccupante ed allo stesso tempo inquietante”, dichiara il segretario generale territoriale della Ugl di Catania, Giovanni Musumeci. “Chiediamo al sindaco Salvo Pogliese di attivarsi immediatamente per far luce sulla questione e sgomberare definitivamente il campo da ogni ombra, invitando l’Agenzia nazionale del demanio a ritirare il bando. Nel contempo, non possiamo che invocare l’intervento del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, per i terreni di proprietà dell’amministrazione regionale, nonché della magistratura perché possa innalzare il livello di vigilanza e di controllo su quella che è un’area della nostra città altamente delicata ed appetibile. A questo punto crediamo che la serie di coincidenze che si sono venute a creare – insiste Musimeci – , nei mesi recenti, potrebbero non essere ascrivibili alla categoria dei casi fortuiti, ma presumibilmente appartenere ad un ben definito disegno, volto alla trasformazione urbanistica di una delle poche aree rimaste ancora a fungere da polmone verde di una realtà metropolitana eccessivamente cementificata. Con il discorso ben avviato sia sul Piano urbanistico attuativo Catania sud, che sulle Zone economiche speciali, non si può lasciare tutto al caso, consentendo all’eventuale manovratore di turno di raggiungere l’obiettivo speculativo. Come organizzazione sindacale non possiamo essere che favorevoli ad iniziative utili a far ripartire il settore delle costruzioni, che siano però rivolte al recupero di ciò che è esistente e non all’ulteriore consumo di suolo. Ancor peggio se si tratta di una porzione di territorio a verde. Siamo certi che tutte le istituzioni raccoglieranno il nostro grido d’allarme e, facendo quadrato, si impegneranno in tutti i modi per evitare l’ennesimo saccheggio della nostra città.”
Barbara Contrafatto
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