Nino Di Guardo, sindaco di Misterbianco (Ct), nei giorni scorsi il governatore Nello Musumeci ha dichiarato che la sua Sicilia sta cominciando a volare per quanto riguarda la raccolta differenziata, arrivata oggi a una percentuale del 40 per cento. Il M5S però lo ha smentito dicendo che Musumeci prende in considerazione solo i piccoli comuni, tralasciando i dati delle grandi città (soprattutto Palermo, Catania e Messina), dove la differenziata è arrivata a una media del 10 per cento. Qual è l’interpretazione di un sindaco alle prese quotidianamente con il problema spazzatura per la presenza di una grossa discarica ad appena 800 metri dal centro abitato?
“Credo che bisogna tenere conto delle grandi città, in quanto nelle piccole è facile raggiungere percentuali elevate. E siccome le grandi città prendono metà della popolazione della Sicilia, bisogna tenerne conto. Io posso dire che nel mio comune (50mila abitanti) è stato superato il 60 per cento di differenziata: malgrado i grossi problemi, siamo una delle prime città in Sicilia. Nelle grandi città è molto difficile fare una raccolta del genere. E allora dico che esiste un solo sistema per risolvere il problema”.
Quale?
“In tutti i Paesi sviluppati (penso alla Francia, alla Germania, all’Olanda) ci sono i termovalorizzatori. In Italia ce ne sono 49, in Lombardia 8, in Emilia Romagna 7, in Veneto 5. Perché in Sicilia dobbiamo avere il tabù di non realizzare impianti del genere? E allora dico che se in quest’isola non si realizzano tre, quattro termovalorizzatori per bruciare i rifiuti che non vengono differenziati, moriremo in mezzo alle discariche e ai rifiuti”.
Lei dice di bruciare i rifiuti non differenziati?
“Certo. Quelli che superano il 50 per cento e che si fa fatica a smaltire”.
Quindi bisogna bruciare di tutto?
“Di tutto, certo. Le discariche devono essere chiuse”.
Però gli ambientalisti, ma anche autorevoli docenti universitari ed esperti del settore, sostengono che se viene bruciato l’indifferenziato (quindi la plastica, le batterie delle macchine, ecc.) si emette diossina. È questo il motivo per il quale ci si oppone alla costruzione degli inceneritori.
“Ma allora in Germania, in Francia, in Olanda o in Emilia Romagna non viene emessa diossina?”.
Negli Stati di cui parla c’è una percentuale altissima di raccolta differenziata, per cui la plastica e il resto dei materiali nocivi alla salute dell’uomo vengono riciclati. Nei termovalorizzatori viene bruciato l’organico, che non emette diossina.
“Parlo di strutture all’avanguardia, di ultima generazione, che esistono. Ce n’è una a Vienna che è ubicata accanto a un ospedale”.
Non è il caso di spingere la differenziata ad alti livelli in modo da risolvere o quantomeno ridurre drasticamente il problema?
“Sì, ma la differenziata non potrà mai raggiungere percentuali altissime. Arriveremo complessivamente al 45-50 per cento. E il resto dove lo buttiamo? Non ci sono neanche gli impianti, quindi voglio dire, con tutto il rispetto per gli ambientalisti e gli studiosi del settore, che la realtà è una sola: perché portiamo i rifiuti all’estero per essere bruciati e qui no? E’ una questione culturale: possibile che in Sicilia o in Campania il problema debba persistere? In Campania non possono più smaltire neanche le eco-balle, vi rendete conto? E allora cerchiamo di essere concreti”.
Perché nelle grandi città non si riesce a fare una raccolta differenziata efficace come nelle piccole?
“Perché è oggettivamente difficile: troppe culture diverse fra abitanti dei quartieri ricchi e dei quartieri poveri. Mancano a volte i concetti basilari dell’educazione civica. La realtà del piccolo centro, anche se è complessa, è più omogenea. La verità è che tutto deve essere risolto in tempi brevi, sennò moriremo di spazzatura”.
In che senso?
“Cosa sono le discariche? Dei grossi contenitori che vengono riempiti di spazzatura, che copriamo. I rifiuti intanto fermentano per mezzo secolo e guai a chi si avvicina a una discarica, in quanto quei rifiuti emettono dei miasmi fetidi micidiali. Misterbianco soffre della posizione a ridosso della discarica Valanghe d’inverno, che, pur essendo nel territorio di Motta Sant’Anastasia, è più vicina al mio comune”.
Lei poc’anzi ha detto che in Sicilia sono insufficienti perfino gli impianti dove viene conferito il rifiuto differenziato. Ma allora che senso ha per un cittadino fare la raccolta differenziata?
“Non lo dice il sottoscritto, ma una recente inchiesta di Repubblica. Gli impianti preposti alla differenziata non riescono più a smaltire l’esistente, immaginiamo se le percentuali della raccolta dovessero aumentare. Lo slogan ‘rifiuti zero’ è un’utopia che possiamo raggiungere fra due secoli, ma intanto oggi dobbiamo vivere e per vivere dobbiamo essere concreti e per essere concreti non si possono escludere i termovalorizzatori. Questo è il mio punto di vista”.
Lei ad agosto – in merito alla discarica di Motta-Misterbianco – ha fatto una denuncia forte, parlando di un colpo di mano della Regione Sicilia.
“Certo. La discarica Valanghe d’inverno era stata chiusa perché non aveva i requisiti previsti dalla legge. Ora hanno chiesto il rinnovo della vecchia discarica. Nel 2009, per questo impianto, fu concessa una Aia (Autorizzazione integrata ambientale). Poi un’indagine giudiziaria acclarò che quell’autorizzazione era stata condizionata dalla corruzione e quindi è nata illegittima. Ancora aspettiamo l’esito del Tribunale penale di Palermo, che ha condannato alciune persone, ma manca ancora la sentenza per leggere le motivazioni. Nelle more la Regione vuole rinnovare l’Autorizzazione integrata ambientale. Ma a mio avviso lo farà in modo illegittimo”.
Perché?
“L’autorizzazione che si vuole rinnovare deve tenere conto che nel 2010 in Sicilia è stata approvata la legge 9, che all’articolo 17 dice: ‘Gli impianti di rifiuti (quindi discariche e altro) non possono sorgere a distanze inferiori a tre chilometri dai centri urbani’. Questa è a 800 metri, quindi non può funzionare. Se volete fare la discarica, fatela in un sito distante dalle abitazioni. Questa discarica va chiusa sia perché è illegittima, sia per salvaguardare la salute pubblica”.
Ma allora perché la Regione vuole rinnovare l’autorizzazione?
“Perché non sa dove portare i rifiuti. In attesa di realizzare la nuova ‘vasca’ di Bellolampo (un anno di lavori), mandano mille tonnellate di rifiuti al giorno da Palermo nelle discariche di Misterbianco-Motta e di Lentini”.
Che incidenza ha la mafia su tutto questo?
“Non ho prove, ma la mafia dove avverte puzza di marcio è sempre presente. Sulla spazzatura ci sono montagne di soldi da guadagnare. Pensa che Cosa nostra non sia interessata?”.
Se questa situazione dovesse permanere, quali potrebbero essere i rischi?
“Di finire come in Campania”.
Luciano Mirone
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