Sbaglia, secondo noi, chi pensa che la netta sconfitta dell’alleanza M5S-Pd in Umbria, e il conseguente trionfo della destra (molto Salvini, poco Meloni, quasi niente Berlusconi), rappresenti una protesta nei confronti del governo giallorosso. È un tipo di elezione da valutare su scala locale analizzando i vari aspetti della competizione (la proposta, la credibilità, la fiducia, la popolarità del candidato e dei partiti che lo hanno sostenuto).
Se per la prima volta in Umbria ha vinto la destra, vuol dire che la destra di quella regione “buca” attualmente più della sinistra e dei 5S. Punto. E’ capitato in altri luoghi “rossi” e capiterà ancora. Certi tabù sono infranti da tempo e tutto sommato non è un male che la sinistra, soprattutto, faccia un serio esame di coscienza degli errori commessi, senza illudersi di vivere di rendita.
Perché – con tutto il vento “salviniano” che si abbatte sul nostro Paese – se i risultati sono questi, un motivo deve pur esserci. E probabilmente va ricercato fra quelli elencati nelle righe precedenti.
Non è il caso di deprimersi di fronte a una sconfitta come questa. Se oggi ha vinto ha destra, che governi la destra. La vera partita si gioca a Roma. Tutto dipenderà dalla capacità di governare di una coalizione che – non dimentichiamolo – si è messa insieme per frenare la deriva salviniana che per molti rappresenta un pericolo. Sia per i messaggi razzisti di cui è portatrice, sia per i collegamenti di cui dispone in tutto il pianeta. Con governi speculari che stanno disegnando un nuovo ordine mondiale in cui “i muri” rappresentano l’argine ai valori che all’indomani della seconda guerra mondiale i grandi padri dell’Europa affermarono a Ventotene per far prevalere la libertà, la pace, la democrazia, l’accoglienza, l’apertura fra i popoli.
Le notizie che arrivano dalla Russia – dove, secondo molti organi di informazione, si starebbe mettendo a punto una strategia per pilotare le nuove elezioni presidenziali americane attraverso una manipolazione del sistema informatico – non sono consolanti, come non sono consolanti le notizie che arrivano dagli Stati Uniti, dove Trump progetta altri fili spinati per chiudere l’ingresso ai disperati, mentre nella profonda Sicilia è operativo il Muos, un potentissimo sistema satellitare micidiale – secondo gli esperti – per la salute degli abitanti di tre quarti della regione.
Alla fine – se certi progetti dovessero prevalere – saranno soprattutto i disperati a pagare. Non solo, poiché mentre il Dottor Stranamore elabora nuove diavolerie, la terra continua a riscaldarsi, i ghiacciai continuano a sciogliersi, l’Amazzonia continua a morire, le guerre continuano a farsi, i poveri continuano a migrare.
In questo contesto è fondamentale l’Italia. Le elezioni in Umbria servano da monito agli sconfitti per fare autocritica e per rinnovare – il riferimento è, ripetiamo, soprattutto alla sinistra – le realtà locali ancora afflitte da mille contraddizioni.
Ma si governi con saggezza, si stia dalla parte dei deboli e si valorizzi il mondo produttivo, la scuola, i giovani, gli anziani, l’ambiente, le periferie. Si governi con lungimiranza e ci curino i rapporti con l’Europa attraverso il dialogo e il buon senso.
Nella foto: Roma, Palazzo Chigi
Luciano Mirone
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