C’è una Madonna nera in fondo al mare abbracciata a un bambino nero che sembra Gesù Bambino. Non sono statue, ma una madre e un figlioletto che giacciono laggiù, negli abissi marini al largo di Lampedusa, dopo che il loro barchino proveniente dall’Africa l’altro giorno si era rovesciato in vista della Terra promessa e aveva scaricato a mare diversi esseri umani, fra cui otto bambini e dodici donne. Sono stati ritrovati oggi da un sonar a molti metri di profondità, dove i sommozzatori non riescono ad arrivare. Degli otto bambini, l’unico ad essere stato ritrovato è questo, che mi viene di chiamare Gesù. Delle dodici donne, l’unica ad essere stata ritrovata è questa, che chiamo Maria.
Gesù e Maria erano partiti diversi giorni fa dall’Africa: lei avrebbe voluto dare un futuro diverso a quel piccolo, un futuro normale. Il pane, la scuola, il sorriso, il lavoro, in un Paese civile dove se il tuo bimbo fa una partita al pallone non viene sommerso dai buuu o dai fischi e dai cori osceni dei poveri di spirito, ma si diverte e si abbraccia coi compagni felici di abbracciare lui. Non ce l’hanno fatta Gesù e Maria, neanche questa volta. Adesso sono lì, abbracciati, nell’Eternità. I loro capelli sono accarezzati dalle onde e il loro volto è sereno.
Luciano Mirone
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