Non c’è giorno in cui non si ricevano comunicati stampa da parte delle Forze dell’ordine che denunciano maltrattamenti, episodi di violenza, addirittura tentativi di omicidi di uomini nei confronti delle donne, siano esse mogli, fidanzate o ex mogli o fidanzate. Uno stillicidio di notizie che quotidianamente si verifica senza soluzione di continuità in qualsiasi parte d’Italia e non solo.

Oggi, per esempio, i carabinieri segnalano che a Catania un nigeriano è stato arrestato perché “picchia e ferisce con dei cocci di bottiglia la compagna”, mentre a pochi chilometri, ad Acireale, succede che un energumeno “picchia la convivente in presenza dei figli minori: arrestato mentre tenta di fuggire per le scale”.

Storie che riguardano italiani e stranieri, indifferentemente, come se la violenza nei confronti della donne non conoscesse barriere, culture, religioni. Un fatto nuovo però va colto: il coraggio di molte donne che dopo molte reticenze decidono di denunciare. Questi i comunicati trasmessi stamani dai carabinieri di Catania:

“I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale hanno arrestato nella flagranza un nigeriano di 31 anni, poiché ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate, reati commessi nei confronti della compagna, una connazionale di anni 26.

È accaduto all’interno di una abitazione di via Grotta Magna dove l’uomo, accampando motivi alquanto futili, ha aggredito la giovane compagna colpendola in diverse parti del corpo con calci e pugni, nonché ferendola con dei cocci di bottiglia.

La sventurata, per fortuna, è riuscita a chiedere aiuto al 112 consentendo l’intervento sul posto dell’equipaggio della gazzella che, bloccato l’energumeno intento ancora a strattonare e minacciare la donna, ha provveduto a far soccorrere e trasportare la donna da un’ambulanza del 118 all’ospedale Garibaldi Centro. Nosocomio dove i medici del pronto soccorso le hanno diagnosticato: “trauma facciale e cranico con ecchimosi e contusioni in varie parti del corpo” nonché applicato dei punti di sutura, lesioni giudicate guaribili in 15 giorni s.c.

L’arrestato, trattenuto inizialmente in camera di sicurezza, è stato ammesso al giudizio per direttissima, al termine del quale il giudice ha applicato al medesimo l’allontanamento dalla dimora familiare, nonché il divieto di avvicinamento alla parte offesa”.

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I Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Acireale  hanno arrestato nella flagranza un pregiudicato del posto di 43 anni, poiché ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate, reati commessi in danno della convivente di anni 31.

A seguito di una richiesta di aiuto pervenuta alla centrale operativa della locale Compagnia, attraverso la quale una donna riferiva di essere stata picchiata dal convivente, l’equipaggio di una gazzella si è immediatamente recato in quella abitazione di via Scaccianoce.

Accendendo in casa i militari hanno notato la donna visibilmente provata e sanguinante in terra, i due figli minorenni della coppia in lacrime, e l’uomo che continuava a maltrattarla perché si era permessa a chiamare i carabinieri.

L’uomo, per evitare le manette, mezzo nudo ha tentato di fuggire per le scale del palazzo, gesto reso inutile dal pronto intervento de militari che lo hanno raggiunto ed ammanettato, mentre la donna  è stata soccorsa e trasportata all’ospedale di Acireale, dove i medici del pronto soccorso le hanno diagnosticato le seguenti lesioni: “frattura delle ossa nasali e trauma contusivo regione dorsale dx” giudicate guaribili in 30 giorni s.c.

Dalle prime testimonianze acquisite dai carabinieri, sembra che l’individuo negli ultimi anni sottoponesse la convivente a continue vessazioni, commesse peraltro quasi sempre in presenza dei figli minori.

L’arrestato, in attesa delle decisioni del G.I.P., è stato relegato agli arresti domiciliari in casa dei propri  genitori”.

Barbara Contrafatto