Da un anno David Mascali è il presidente di una delle realtà più innovative e rivoluzionarie d’Italia, il Presidio partecipativo del Patto del fiume Simeto, un organismo che opera in dieci comuni siciliani fra le province di Catania e di Enna (Paternò, Adrano, Biancavilla, Belpasso, Santa Maria di Licodia, Ragalna, Motta Sant’Anastasia, Centuripe, Regalbuto e Troina), attraversati dal fiume più lungo dell’Isola.
In questi luoghi di incomparabile bellezza ma devastati dal cemento dei decenni scorsi, lo sviluppo sostenibile è diventato l’altro volto delle comunità, il modello alternativo per risorgere, il centro di un’attività fatta di agricoltura biologica, di cibi genuini, di artigianato di qualità, di suggestioni del paesaggio, di una nuova visione dei centri storici e di tanto altro. Non solo con l’entusiasmo o le idee estemporanee (specie dei più giovani, piuttosto numerosi), ma con l’apporto dell’Università di Catania. Prova ne siano gli oltre 40 milioni di Euro di fondi europei intercettati dal Presidio grazie ai progetti presentati. Un gruppo di sognatori certo, ma anche di gente pragmatica e colta che dimostra in modo concreto cosa vuol dire governance del territorio.
David ha 38 anni, è di Santa Maria di Licodia e fa il Fisico all’Istituto nazionale di fisica nucleare. Qualche anno fa si è aggiudicato a Sidney il premio Richard Geller “per il suo contributo nello sviluppo delle sorgenti di ioni dell’Electron Cyclotron Resonance”.
La sua attività nel mondo del volontariato lo ha portato, alcuni anni fa, all’interno del Presidio partecipativo, dove ha conosciuto persone che da tempo conducevano dure battaglie per migliorare l’economia attraverso un ambiente pulito e una adeguata valorizzazione del territorio: Graziella Ligresti, Turi Maurici, Luigi Puglisi, Silvana Ranza (che lo ha preceduto in questa carica), Chiara Longo, Salvo Ferlito, Paolo Guarnaccia e autorevoli rappresentanti del mondo accademico come Filippo Gravagno, Laura Saija e Giusy Pappalardo.
Questa intervista viene fatta alla vigilia dell’assemblea del Presidio che si svolgerà venerdì 20 dicembre alle 17,30 a Biancavilla nello scenario di Villa delle Favare. “Potranno partecipare associazioni e semplici cittadini – dice David – . Ci saranno i gruppi di lavoro che si occuperanno di agricoltura, di cultura, di rifiuti, di cibo biologico, delle criticità del territorio. Saranno raccolte delle idee e delle proposte per costruire il piano di azione del 2020. Tutto si concluderà con una festa”.
David, il bilancio di un anno di presidenza.
“Sicuramente positivo. Per me è un grande onore essere il presidente del Presidio”.
Qual è il tuo ruolo?
“Di servizio dal punto di vista etico e di coordinamento del Consiglio direttivo dal punto di vista tecnico”.
Cos’è precisamente il Presidio?
“Tante cose. Un esperimento di democrazia partecipata. Una ‘associazione di associazioni’ e di singoli cittadini, una ‘rete’ che opera nella Valle del Simeto abbracciando dieci comuni in un contesto territoriale vasto. Un grande Piano di sviluppo sostenibile. Un progetto ambizioso e complesso che è possibile portare avanti se ci si dota di un’organizzazione. Ecco, se devo fare un bilancio di quest’anno partirei dallo sforzo che insieme al Consiglio direttivo (nove membri, più due delegati all’Assemblea del Patto di fiume) è stato fatto per dotarsi di un’organizzazione efficiente ed efficace. Abbiamo creato dei team per la comunicazione ‘interna’ ed ‘esterna’, intensificando i rapporti con la stampa locale e con i Social. Dopodiché grazie all’interazione continua con diversi ricercatori universitari abbiamo creato un team per la progettazione di diverse iniziative”.
Un esempio?
“La ricerca di bandi che possano contribuire allo sviluppo della Valle. L’ultimo al quale abbiamo partecipato ha la finalità di tenere insieme le associazioni, le scuole, il volontariato, la cultura e la tutela dell’ambiente. Poi ci sono i progetti ‘in itinere’, in particolare la Snai e il Life”.
Cos’è il Life?
Il Piano europeo per l’ambiente erogato direttamente da Bruxelles, che propone azioni sperimentali nei territori”.
E la Snai?
“La Strategia nazionale per le aree interne, che ha visto la Valle del Simeto beneficiaria di oltre 30 milioni di investimenti. Una cosa importante giunta alla firma dell’accordo del programma quadro. Siamo pronti per mettere in campo i progetti esecutivi che riguardano le infrastrutture viarie, la sanità, l’istruzione e la cultura. Una grande opportunità ottenuta attraverso la partecipazione attiva dei cittadini”.
Il vostro piano prevede una collaborazione con le Amministrazioni comunali. Com’è il rapporto con i sindaci?
“A volte buono, a volte non proprio idilliaco. Alcuni mesi fa la tensione con il sindaco di Adrano ha raggiunto l’apice perché, nell’ambito del progetto Snai, un finanziamento destinato alla ristrutturazione e alla rimodulazione culturale dell’ex Macello (importo 1 milione e 300mila Euro) è andato perduto per inadempienze formali dell’Amministrazione comunale. I rapporti sono ripresi adesso, anche se il finanziamento non è stato recuperato. Intanto continuiamo ad appellarci alle istituzioni locali, in particolare allo stesso sindaco di Adrano, comune capofila delle aree interne, affinché si possa attuare una maggiore sinergia fra politica, mondo del volontariato e Università di Catania. Senza una strategia a lungo termine i fondi europei rischiano di perdersi”.
Il vostro è un progetto per cambiare modello culturale di queste comunità?
“Certamente. Ogni anno ospitiamo la Summer School con studenti delle Università americane che considerano il nostro lavoro come un modello altamente innovativo. Quest’anno la Summer School (che si è tenuta a Regalbuto e ad Adrano) ha visto una partecipazione straordinaria non soltanto degli studenti italiani e americani, ma anche di molti cittadini. È stato fatto un ottimo lavoro sul problema dei rifiuti sia in ambito locale, sia in ambito più esteso”.
È un progetto d’elite o credi che sia stato recepito dall’opinione pubblica?
“E’ una domanda che mi pongo ogni giorno. Il rischio è che correndo troppo alcuni passaggi possano sfuggire a una parte dell’opinione pubblica. Infatti ci poniamo sempre il problema della comunicazione”.
Notiamo la presenza di molti giovani.
“E’ il grande valore aggiunto di questo percorso”.
Questo che vuol dire?
“Anche se molti dicono che per avere un futuro bisogna andare via dalla Sicilia e addirittura dall’Italia, noi diciamo che se riusciamo ad offrire delle opportunità, forse possiamo creare nuovi strumenti per stimolare i ragazzi a rimanere”.
Si può creare occupazione con questo tipo di esperienza?
“Assolutamente sì. Si possono innescare nuovi processi di imprenditoria. Si parla spesso di Green new deal, cioè di intraprendere un nuovo percorso di crescita economica attraverso una nuova rivoluzione industriale basata sullo sviluppo sostenibile. Una volta l’ambientalismo era considerato un ostacolo e invece la conversione verde dell’economia può essere considerata una leva”.
Qualche esempio?
“Il Biodistretto del Simeto finalizzato all’agricoltura biologica e di qualità. Un’associazione di agricoltori che fa parte del Presidio si è aggiudicata la misura del Piano di sviluppo rurale: 100mila Euro per promuovere la filiera corta, i prodotti di qualità e la cultura del cibo. E poi ci sono i giovani di Santa Maria di Licodia selezionati da Banca Etica (con un progetto scaturito dalla Summer School) che riguarda un’app per telefonia mobile: una sorta di Trip advisor della Valle del Simeto, destinata ai piccoli produttori locali che fanno agricoltura di qualità: su questo è in corso un finanziamento dal basso”.
Quanto potenziale ha espresso finora il vostro progetto?
“Non più del trenta, quaranta per cento. Ci sono ancora grandi margini”.
Cos’è per voi la bellezza di un territorio?
“Un elemento straordinario da non intaccare, ma anche un volano formidabile di crescita economica. Monsignor Bregantini dice spesso che in un posto bello è più facile che i ragazzi crescano belli”.
Luciano Mirone
Grande presidente! Complimenti Luciano Mirone per la bella intervista!!!