Trasparenza e legalità. E’ questo il leitmotiv che anima Salvatore Scalia, magistrato in pensione, attuale commissario per la ricostruzione del terremoto che il 26 dicembre 2018 ha colpito Zafferana Etnea e i centri limitrofi (Santa Venerina, Acireale, Aci Sant’Antonio e Aci Catena). “Siamo ospitati in un piccolo ufficio che ci ha concesso gentilmente il sindaco di Acireale – afferma Scalia – , non abbiamo ancora il personale che dovrà comporre il mio staff, mi collaborano due impiegate del comune acese che mi aiutano fuori dall’orario di lavoro”. Parole pesanti, quelle del commissario, pronunciate durante l’incontro pubblico organizzato nella sala consiliare del Comune di Zafferana da Matilde Riccioli, presidente del comitato dei terremotati di quest’ultimo comune.
Il pericolo paventato dall’ex magistrato è di non poter spendere i fondi già assegnati: “Nonostante i miei sforzi, la struttura commissariale non parte perché devono essere reperiti i ragionieri per aprire la contabilità speciale. Lo staff del commissario dovrà essere composto da ingegneri e personale amministrativo da individuare tra gli impiegati che operano presso la pubblica amministrazione”.
Il nuovo commissario si preoccupa anche di avviare presto la ricostruzione in modo che chi è fuori dalle proprie case possa rientrarvi al più presto. A tal proposito i fondi stanziati dovranno servire innanzitutto per ricostruire le prime case, quelle di abitazione e quelle concesse in affitto e in comodato d’uso, per le quali vi sia un contratto registrato; poi si potrà passare alle seconde e terze case, sempre che avanzino fondi anche per queste tipologie di fabbricati.
Tra le preoccupazioni di Scalia c’è anche quella di far sì che i contributi previsti per le attività produttive arrivino a chi effettivamente ne ha diritto, poiché direttamente danneggiate dal terremoto. “Non ci potranno essere benefici per tutti – dice Scalia – e quindi per queste ultime sto studiando, insieme ai commercialisti Giuseppe Rocca e Giuseppe Sapienza, di strutturare l’ordinanza, in modo che i contributi siano assegnati a quelle imprese che hanno avuto danni, evitando che siano spalmati a favore di chi, pur avendo la sede in uno dei comuni danneggiati, non è stato minimamente intaccato”.
“I cittadini interessati – continua il commissario – dovranno essere costantemente informati, sapere a chi rivolgersi e conoscere quali sono i benefici di cui potranno usufruire. A tal proposito sarà data grande attenzione alla comunicazione, sia attraverso il sito internet, sia mediante l’ufficio stampa di cui sarà dotata la struttura commissariale”.
Intanto è di alcuni giorni fa la notizia che i Comuni interessati dal terremoto di Santo Stefano potranno assumere complessivamente 40 unità, fra cui 17 Zafferana, 9 Acireale, 5 ciascuno Santa Venerina ed Aci Sant’Antonio.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Zafferana, Salvo Russo: “E’ interesse dei sindaci delle città terremotate procedere alle assunzioni nel più breve tempo possibile. Purtroppo, però, l’esigenza di celerità non si concilia con la previsione di ben 16 passaggi amministrativi, secondo quanto richiesto dalla legge. Se dobbiamo svolgere tutti i passaggi procedurali, occorreranno non meno di quattro, cinque mesi”.
“Il nostro Ufficio tecnico – seguita Russo – sta lavorando tantissimo per evadere le pratiche relative alla riparazione e alla ricostruzione. A gennaio, alla ripresa delle lezioni dopo le vacanze natalizie, gli studenti di Fleri potranno tornare nella loro scuola media, perché è stato riparato il muro contiguo che ne determinava l’inagibilità”.
Marco Neri dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania affronta il problema della microzonazione dopo l’incontro con i vertici della Protezione civile al Palazzo dell’Esa di Catania: “Un paio di settimane fa è arrivato il tanto atteso chiarimento: la microzonazione si applica alle zone urbane e alle zone di espansione e non alle altre, come le zone di campagna. Se va bene sarà pronto fra due anni. Ma nel frattempo per accelerare si può partire dai dati di cui dispone l’Istituto nazionale di vulcanologia (Ingv), attenzionando le faglie che sono in grado di tagliare il terreno in caso di terremoto. Mi aspetto sull’argomento una grande collaborazione da parte del Genio civile e della Protezione civile”.
“Grazie ad alcuni emendamenti al decreto sisma – spiega l’avvocato Milena Pafumi, che supporta il comitato dei terremotati di Zafferana – è stato possibile intervenire per eliminare alcune ingiustizie che avevano relegato il terremoto di Santo Stefano a terremoto di serie ‘B’. La palla passa ora al Senato. Ci stiamo chiedendo se ci sono altre misure di sostegno previste per altri terremoti e applicabili alla nostra situazione. Abbiamo analizzato le misure previste per il sisma del centro Italia nel caso di proroga dello stato di emergenza. Questo comporterà la sospensione del pagamento dei mutui e la corresponsione del Cas (contributo di autonoma sistemazione); le agevolazioni di tipo fiscale con abbattimento del 60 per cento della busta paga; la sospensione delle bollette di acqua, luce e gas; le agevolazioni alle iniziative di tipo imprenditoriale e agricolo; delle forme di semplificazione per la ricostruzione. In Italia, purtroppo, non c’è una legge che disciplini in maniera organica gli eventi sismici. Mancano dei profili di diritto sostanziale che siano omogenei da regione a regione”.
A Zafferana, il Comune più danneggiato dal sisma di Santo Stefano (1353 ordinanze di inagibilità di edifici privati), il responsabile dell’Ufficio urbanistica Antonio Casella dice: a causa della carenza di personale “da febbraio lavorano alle pratiche del terremoto solo tre tecnici assunti dall’esterno che non hanno ancora percepito un euro”.
Dal prossimo 31 dicembre le famiglie di sfollati ospitate ancora negli alberghi dovranno provvedere a trovare un alloggio alternativo affittando una casa per la quale riceveranno il contributo di autonoma sistemazione (Cas). Se alla scadenza non provvederanno, le spese della permanenza in albergo saranno a loro carico.
Rosalba Mazza
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