Coronavirus. Il sindaco di Messina Cateno De Luca sferra un attacco senza precedenti al Governo nazionale e al prefetto Maria Carmela Librizzi sul passaggio delle auto dai traghetti che collegano la Calabria alla Sicilia. “Traghetti pieni”, dice il primo cittadino, “come è successo stanotte”. De Luca ha piazzato una telecamerina nel suo studio ed ha fatto un video attaccando duramente il nuovo decreto del Governo: “C’è qualcuno che gioca con la nostra pazienza, che è finita. Siccome il ministro della Salute, Roberto Speranza (quello che ha fatto il provvedimento che prevede che tutti possiamo uscire per pisciare attorno a casa, e che io invito a revocare, perché da casa non deve uscire nessuno, a Messina non esce nessuno; guai a chi esce, c’è un’ordinanza), ieri, insieme all’altro ministro, quello dell’Interno, Luciana Lamorgese (quella, per intenderci, che può anche revocarmi da sindaco) hanno fatto un altro provvedimento… Perché avete ragione ad incazzarvi, ed io sono super incazzato”.
“Articolo 1: ‘Ulteriori misure urgenti per il contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale…’ Udite udite… ‘E’ fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano’. Il principio è che dove siamo ora, rimaniamo. E basta. Fino a quando non c’era un provvedimento, amen, dove siamo dobbiamo rimanere. Io mi sarei fermato qua. Momento di guerra: ci fermiamo e rimaniamo dove siamo, ma siccome,…il timore non ce l’ho io, ce l’hanno questi ministro, mi permetto di dire… insipidi. E aggiunge: ‘Salvo che per comprovate esigenze lavorative’. Nel nostro caso si fa il censimento di chi sono i pendolari dello Stretto, cioè di chi sono i pendolari Messina-Calabria e viceversa, quindi si rilascia una scheda e quelli possono passare, in un attimo come vedete… Poi aggiungono: ‘Salvo per motivi di assoluta urgenza…’, che non si capisce che cazzo vuol dire…, ‘ovvero per motivi di salute’, e dovremmo capire se il moribondo può passare o meno. Ora… io sto preparando una nota di grande protesta nei confronti del prefetto di Messina, di Reggio Calabria, dei questori, perché voglio capire che cazzo è successo stanotte, per cui voglio la prova e il riscontro dei controlli che sono stati effettuati. Stasera io vado lì, blocco la nave e invito il presidente Musumeci (governatore della Sicilia, ndr.): basta semplicemente con le proteste. Presidente Musumeci vieni lì stasera. Non permetto a nessuno di giocare con la pazienza dei siciliani. Ora io farò una lettera, annuncio un’ordinanza dove io impedisco che si passi in modo indiscriminato: chi deve passare deve segnalare almeno due ore prima le motivazioni. Le verifichiamo e si decide se si passa o non si passa. Stasera mi faccio arrestare, per l’ennesima volta, non me ne frega niente, però basta con i provvedimenti e poi non si organizza sul territorio tutta la struttura per fare rispettare questi provvedimenti, perché è una umiliazione per me, per chi continua a stare murato in casa. Non è possibile. E allora cari ministri, cari prefetti, organizzatevi, perché io sarò lì a non fare passare nessuno, ma nel frattempo vi scrivo, faccio le mie ordinanze sgangherate, impugnatele, ma in ogni caso dovete garantire ai siciliani di schierare l’esercito, dal lato di Villa San Giovanni e da questo lato. Ma soprattutto dovete finirla di prenderci per il culo. Siamo stanchi”.
Luciano Mirone
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