Luis Sepúlveda Calfucura (Ovalle, 4 ottobre 1949) è morto oggi a causa del coronavirus che aveva contratto all’inizio di marzo. Era uno scrittore fantastico, e anche giornalista, sceneggiatore, regista e attivista. Nato in Cile, Sepúlveda ha lasciato il suo Paese al termine di un’intensa stagione di attività politica, quando fu incarcerato dal regime del generale Augusto Pinochet per la sua stretta vicinanza con l’allora presidente socialista cileno Salvador Allende. Grazie alla conoscenza di diverse lingue straniere (oltre allo spagnolo, parlava comunemente l’inglese, il francese e l’italiano) si recò in America Latina e poi nel resto del mondo, anche a bordo degli equipaggi di Greenpeace, di cui ha sposato le battaglie ambientaliste.
Risiedette in Svezia, ad Amburgo, a Parigi, in Spagna, nelle Asturie, insegnando anche nelle università. Autore di libri di poesia e di e racconti, Sepulveda guadagnò il successo ha con il suo primo romanzo, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, uscito in Spagna nel 1989 e in Italia nel 1993. Da allora ha pubblicato altri romanzi straordinari, raccolte di racconti e libri di viaggio, tra i quali spicca Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. Il mondo perde un grande intellettuale, un romantico, uno scrittore che aveva fatto della libertà la sua arma principale contro le ingiustizie umane.
Nella foto: lo scrittore cileno Luis Sepulveda
Redazione
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