L’Aiab, l’Associazione italiana agricoltura biologica, denuncia che nel centro abitato di Belpasso – Catania – e nelle zone adiacenti, di recente, si sarebbe fatto ‘uso di diserbanti con prodotti chimici, senza le necessarie cautele previste dalla normativa’. E cita la III Retta Ponente, la via Fiume e la strada – meglio conosciuta come Decima – che collega la cittadina con il centro commerciale Etnapolis. Con il coinvolgimento di certi luoghi ‘sensibili’ del paese.
Il presidente dell’associazione ambientalista Alfio Furnari chiede al sindaco Daniele Motta – al quale chiediamo, fin da ora, un’intervista sull’argomento -, all’assessore comunale all’ecologia, ai dirigenti degli uffici comunali preposti, e per conoscenza al comandante dei Nas, al dipartimento di prevenzione dell’Asp 3 di Catania, al Dipartimento forestale e all’Arpa Sicilia, ‘le ragioni che hanno indotto l’Amministrazione ad eseguire il trattamento di diserbo chimico in periodo primaverile, quando durante la fase fenologica di piena fioritura dovrebbe essere vietato’, nonchè ‘informazioni sull’iter’ seguito dal Comune di Belpasso in merito alle leggi che disciplinano la materia.
Secondo Furnari si rende urgente ‘un controllo puntuale e rigoroso sui trattamenti degli spazi verdi’, poiché le leggi che regolano tale disciplina ‘non sembra che siano state rispettate’.
E nel suo esposto cita puntualmente la normativa vigente in fatto di utilizzo di diserbanti. La legge con la quale la Regione Sicilia, per esempio, ha emanato delle linee di indirizzo, dove viene indicato che “ai fini della tutela della salute e della sicurezza pubblica è necessario ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari o dei rischi connessi al loro utilizzo nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, ricorrendo a mezzi alternativi (meccanici, fisici, biologici), riducendo le dosi di impiego e utilizzando tecniche e attrezzature che permettano di ridurne al minimo la dispersione nell’ambiente”.
La legge – spiega l’Aiab – specifica che “le suddette aree includono’, anche ‘parchi e giardini pubblici, campi sportivi, aree ricreative, cortili e aree verdi all’interno e confinanti con plessi scolastici, parchi gioco per bambini, superfici in prossimità di strutture sanitarie, piste ciclabili, zone di interesse storico artistico e paesaggistico e loro pertinenze, aree monumentali e loro pertinenze, e alberature stradali’.
Inoltre, sottolinea il documento, la legge ‘impone l’obbligo di avvisare la popolazione ‘attraverso l’apposizione di cartelli che indicano, tra l’altro, la sostanza attiva utilizzata, la data del trattamento e la durata del divieto di accesso all’area trattata’.
In virtù di quanto esposto, l’Aiab chiede ‘informazioni riguardanti le modalità con le quali sono state eseguiti gli interventi, se direttamente dall’Ente, ovvero tramite ditte esterne’.
Informazioni in merito ‘ai prodotti utilizzati, alle loro caratteristiche, alle cautele in ipotesi adottate, ad esempio, per ridurre al minimo la dispersione delle sostanze chimiche nell’ambiente, al possesso da parte dell’operatore o degli operatori dei requisiti professionali dovuti e del relativo patentino, all’utilizzo da parte loro dei dispositivi di protezione individuale, alle annotazioni eseguite nei registri obbligatori per la documentazione dei trattamenti con fitofarmaci, alle modalità di smaltimento dei contenitori vuoti’.
Tutto nasce, racconta l’Associazione italiana agricoltura biologica, da una comunicazione fatta ‘di recente’ alla stessa dal ‘signor Giovani Samperi, apicultore itinerante di Acireale, socio dell’Aiab Sicilia, che colloca le arnie in giro a seconda della fioritura’.
‘Lo scorso 23 aprile – si legge nell’esposto del presidente Furnari –, Samperi mi ha avvertito molto allarmato (è ormai notoria l’enorme incidenza negativa dei fitofarmaci sulla insostituibile opera delle api) che in alcune zone pubbliche del paese, in particolare in via III Retta Ponente, in via Fiume e nella strada Comunale Decima – una arteria di campagna nei pressi del centro abitato, ndr. – il verde era stato trattato per il diserbo con prodotti chimici, senza le necessarie cautele previste dalla normativa’.
‘Questo, a dire dell’apicoltore – seguita Furnari – , era avvenuto da non molto tempo, considerato che solo pochi giorni prima egli era passato dai luoghi senza constatare tracce dell’intervento’. ‘Il Samperi – afferma ancora Furnari –, per documentarmi di quanto ha constatato, mi ha trasmesso un primo gruppo di foto’.
Secondo il presidente dell’Aiab, le immagini scattate l’8 maggio ‘svelano la vastità dell’intervento’. Segue didascalia con il relativo luogo dove sarebbe avvenuto il trattamento con i diserbanti. Ad esempio, ‘di fronte a una fontana, davanti ad un barbiere, davanti all’ingresso di una scuola elementare, oltre ad altri luoghi ‘sensibili’.
‘Alla luce di queste immagini – prosegue Furnari – che attestano l’esecuzione di interventi per il diserbo con l’utilizzo di presidi chimici, riteniamo che possa dedursi un vulnus alla normativa, soprattutto con riguardo al divieto di interventi di questi tipo nel periodo di fioritura delle alberature; probabilmente al divieto di utilizzo di alcune categorie di fitofarmaci nei pressi di plessi scolastici; al mancato preavviso alla popolazione; alla mancata delimitazione delle aree, ancor più doverosa con riguardo alle zone all’interno del perimetro urbano interessate’.
L’Aiab chiede alle Autorità preposte al controllo, ‘una verifica puntuale di quanto accaduto e la repressione degli illeciti’, nonché ‘tutta la documentazione relativa alla esecuzione dei lavori sopra individuati’.
Luciano Mirone
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