Botta e risposta tra i sindaci delle maggiori città italiane (comprese quelle siciliane, Palermo e Catania) e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sui problemi economici legati alla pandemia. I primi cittadini non si sentono tutelati, avvertono uno scollamento con Roma che non consente loro di dormire sonni tranquilli e temono un impoverimento ulteriore delle loro comunità, che potrebbe portare a reazioni imprevedibili da parte di pezzi di società al colmo dell’esasperazione economica. A tarda sera il premier ha rassicurato tutti con un comunicato. Ma andiamo con ordine.
Il più pesante nei confronti del capo del governo e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “Così continuando il Presidente Conte darà da solo una ‘autospallata’ al proprio Governo. Da lui continuano ad arrivare risposte più che deludenti, che non rispondono alle necessità dei territori espresse dai sindaci”.
Una dichiarazione che arriva alla fine della teleconferenza fra il Presidente del Consiglio e i sindaci delle città metropolitane.
“Il Governo nazionale ed il Presidente del Consiglio – spiega Orlando – non possono continuare ad essere condizionati da strutture legate a logiche contabili incompatibili con l’emergenza e con la ripresa economica. Fino ad ora i sindaci, tutti i sindaci, hanno tenuto un comportamento responsabile di fronte ai lutti di migliaia italiani e alle sofferenze di milioni di nostri concittadini. Ma questo comportamento responsabile non può essere scambiato per rinuncia ai propri compiti e ruoli”.
“Come già detto più volte, – prosegue Orlando – il Governo nazionale deve immediatamente restituire ai sindaci la possibilità di agire nei propri territori e per le proprie comunità, fissando regole chiare e tempestive per livelli essenziali di sicurezza”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, intervenuto anch’egli alla riunione in video conferenza con il presidente del Consiglio. In un comunicato del Comune etneo, il primo cittadino dice che, “oltre a ribadire, in linea alla presa di posizione del presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio De Caro, l’assoluta insufficienza della manovra finanziaria del Dl Rilancio verso i Comuni, ha evidenziato la particolare difficoltà che attraversano gli Enti Locali in dissesto finanziario”.
“I Comuni in dissesto – ha detto il sindaco Pogliese rivolgendosi al Premier- hanno difficoltà, hanno problematiche aggiuntive che vanno tenute nella giusta considerazione. E’ necessario – secondo Pogliese – modificare le ‘regole’ per i comuni in dissesto per poter utilizzare le misure predisposte per l’anticipazione di liquidità ex dl 35 e per la rinegoziazione dei mutui con la cassa depositi e prestiti. In caso contrario – ha aggiunto il sindaco di Catania – sarebbe una doppia inaccettabile penalizzazione. Occorre anzitutto dare le stesse opportunità anche ai comuni dissestati che hanno approvato in giunta e in consiglio comunale l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato”.
A conclusione della videoconferenza, Pogliese ha reso noto che il Ministero economia e finanza ha assegnato la somma di quasi tre milioni di Euro “quale anticipazione del contributo del governo per assicurare lo svolgimento delle funzioni fondamentali”. “Si tratta di una cifra – ha detto il sindaco di Catania – assolutamente insufficiente a garantire il mantenimento dei servizi essenziali, a fronte di necessità che sono almeno una decina di volte superiore”.
A tarda sera la replica di Conte: “Non permetterò che i Comuni vadano in dissesto”. “Capisco che ci possa essere insoddisfazione e anche preoccupazione da parte vostra – ha aggiunto – ma dovete darci atto che non c’è mai stata una sottovalutazione sul grande ruolo che avete concretamente espletato in questa emergenza”.
“C’è la possibilità – avrebbe detto Conte in un altro passaggio – che in Parlamento prossimamente venga chiesto un nuovo scostamento di bilancio. Il presidente avrebbe spiegato che i nuovi fondi chiesti dai Comuni per evitare il default non andranno nel decreto Rilancio ma che c’è l’impegno a stanziarli con un nuovo provvedimento che, se servirà, potrebbe anche essere finanziato con una nuova richiesta di deficit.
Barbara Contrafatto
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