Malta vuole la verità sull’assassinio con l’autobomba della giornalista Daphne Caruana Galizia e scende in piazza in coincidenza con i fatti nuovi che stanno emergendo dal processo. Ecco perché si prospetta un’estate davvero torrida per lo Stato più piccolo dell’Unione europea, ma non da un punto di vista metereologico. Ancora una volta, “Freedom Square” la piazza principale della capitale Valletta, diventa lo scenario perfetto per una storia che difficilmente si potrà dimenticare.
Le Ong “Repubblika” e “Occupy Justice” hanno organizzato un’ennesima protesta di fronte al palazzo del Parlamento, con lo slogan “Vogliamo la verità, la giustizia per l’omicidio di Daphne Caruana Galizia”, chiedendo a gran voce l’arresto dell’ex ministro dell’Energia Konrad Mizzi – definitivamente scomparso dallo scenario politico maltese -, dell’ex capo staff del Governo Muscat, Keith Schembri e dello stesso ex Premier Joseph Muscat, appellato dalla folla “ix-Xiħ”, ossia il Vecchio, il tutto sui cori di “Korrotti” e sventolando le bandiere maltesi.
Presente alla manifestazione anche la figlia dell’ex Primo Ministro del Partito laburista Dom Mintoff, Ann Mckenna, così come diversi parlamentari dell’opposizione , tra i quali Jason Azzopardi – noto per essere il legale della famiglia Caruana Galizia – accolto da un fragoroso applauso.
Dopo le ultime rivelazioni durante la ripresa del processo per l’omicidio della giornalista, è stato richiesto l’avvio di un’indagine congiunta tra Europol e polizia maltese relative accuse di corruzione del Governo, ed ai dirigenti di Enemalta di fornire quanto prima un resoconto completo in merito all’accordo tra l’azienda ed lo stato del Montenegro, che faccia luce sull’acquisto di un impianto eolico presso il paese balcanico. Per la prima volta sembra che non vi siano più scissioni politiche, non vi siano differenze tra i partiti: ciò che conta è solo la trasparenza dei rappresentanti della popolazione maltese, così come la “pulizia” del marcio che continua a gettare un’ombra oscura sul Paese.
Stando a quanto emerso durante il processo, Keith Schembri aveva testimoniato contro l’imprenditore Yorgen Fenech, proprietario della società “17 Black” con sede a Dubai, che avrebbe versato mazzette per 2 milioni di euro nei conti panamensi dei ministri Konrad Mizzi e lo stesso Schembri . Daphne Caruana Galizia è stata la prima ad avere rivelato l’esistenza della compagnia, denunciando collegamenti con il Governo maltese.
Schembri, che in precedenza aveva negato ogni conoscenza con il proprietario della società “17 Black”, aveva appellato Fenech come un “buon amico”, pensando che quest’ultimo potesse presumibilmente fare milioni con l’acquisto di un impianto eolico da parte di Enemalta, in Montenegro.
Un altro punto importante emerso durante le ultime sedute processuali riguarda Silvio Valletta, ex Vice capo della polizia maltese e che ha fatto parte del team investigativo dell’omicidio Caruana Galizia fino al giugno del 2018. L’uomo era solito frequentare le partite di calcio con Yorgen Fenech: all’epoca dei fatti, durante il volo aereo che avrebbe portato i due ad assistere all’incontro del Chelsea FC, un testimone dichiarò d’aver sentito Fenech dire ai suoi figli di “tenere per mano Zio Silvio” , facendo peraltro sì che Joseph Muscat e Keith Schembri fossero continuamente informati in merito all’andamento delle indagini in corso sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia.
Ancora una volta, dunque, il caso si infittisce, coinvolgendo nomi “illustri”dell’arcipelago maltese, ma la parte onesta di Malta si aspetta quanto prima che venga fatta giustizia.
Valentina Contavalle
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