Un disegno di legge di civiltà. Così è stato definito questo testo finalizzato all’accoglienza e all’inclusione dei migranti in Sicilia, elaborato da alcuni deputati dell’Assemblea regionale siciliana (Damante, Campo, Cappello, Ciancio, Di Caro, De Luca, Marano, Pasqua, Siragusa, Sunseri, Schillaci, Trizzino, Zafarana, Zito, Lupo, D’Agostino, Fava), che adesso aspetta il sì definitivo del Parlamento regionale.
Un disegno di legge (ddl) che “è il frutto di un intenso lavoro”, coordinato da una cinquantina di associazioni della Rete “L’isola che c’è” (che alcuni mesi fa ha proposto con successo la legge sui cibi biologici), cui hanno preso parte anche imprese sociali, cittadini attivi, sindacati, enti del terzo settore operanti nell’ambito di cui si occupa il ddl.
“Il lavoro – è stato detto – si è sviluppato attraverso il metodo del percorso condiviso di partecipazione e di co-progettazione, e si è svolto nell’arco di diversi mesi su tutto il territorio siciliano e ad esso hanno partecipato attivamente deputati regionali appartenenti a gruppi parlamentari diversi”.
Adesso finalmente anche la Sicilia – l’unica regione italiana assieme al Molise a non disporre di una legge sui migranti – potrà avere un apparato normativo finalizzato a regolamentare i diritti e i doveri dei migranti “per dar loro dignità”.
“Stiamo vivendo – è stato affermato durante la presentazione del ddl – una contingenza storica epocale in cui la questione ‘flussi migratori’ si pone tra le più rilevanti, in quanto comporta sollecitazioni tali da indurre le ‘politiche pubbliche’ a far fronte a criticità operative e gestionali straordinarie. I dati relativi agli arrivi nel nostro Paese consentono di osservare come, ad oggi, i flussi migratori si pongano come fenomeno strutturale e non più emergenziale”.
“Considerare l’immigrazione – secondo i proponenti – una realtà ordinaria, da governare attraverso politiche pubbliche di ampio respiro, significa gestire gli interventi in maniera programmata e strutturale, soprattutto in una regione come la Sicilia, da sempre terra crocevia di popoli e culture”.
“Accoglienza – questo il parere dei promotori del disegno di legge – significa capacità di includere le persone nella comunità locale, riconoscendole come parte di una comunità più ampia; a questo fine occorre porre il territorio al centro, in quanto cardine di un sistema di governance che vuole essere improntato alla solidarietà e alla coesione sociale”.
Il ddl individua interventi integrativi a sostegno del diritto d’asilo, con particolare attenzione per i minori stranieri non accompagnati, con interventi nei settori della sanità, delle politiche abitative, dell’istruzione, della formazione e del lavoro (istituita, a tal proposito, la figura del “mediatore culturale”), della maternità. “Nella norma – si legge nel progetto di legge – viene evidenziata la lotta alle pratiche di mutilazione genitale femminile, nonché di contrasto a pratiche clandestine di circoncisione, in un’ottica di tutela della persona, rispetto delle diverse culture e a tutela della sanità pubblica”.
Ogni singolo articolo spiega in modo esauriente lo spirito degli interventi che si intendono portare avanti in ogni settore.
Ad esempio, sulle politiche abitative (articolo 14), si fa riferimento “al diritto d’accesso all’abitazione e alla coesione sociale, sì da evitare la creazione di ‘ghetti’ e favorire la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente”.
Gli articoli 15 e 16 si occupano degli “interventi volti a garantire l’accesso ai servizi educativi, il diritto allo studio e alla formazione professionale (anche attraverso la valorizzazione delle competenze già acquisite)”, e sono improntati “al principio del pluralismo e della formazione continua, anche per scongiurare il rischio di marginalizzazione una volta concluso il percorso scolastico”.
L’articolo 17, invece, “riconosce agli stranieri il diritto all’inserimento lavorativo ed al sostegno per l’avvio di attività autonome ed imprenditoriali”. L’articolo 18 le “misure di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo e si pone come norma di particolare rilievo non solo per la tutela dei lavoratori immigrati, ma anche per gli inevitabili effetti sui lavoratori cittadini italiani, spesso vittime di sfruttamento al pari dei primi”.
All’elaborazione dei contenuti del ddl hanno contribuito tra i tanti, Fulvio Vassallo Paleologo (Università di Palermo, avvocato, esperto in diritti umani e immigrazione), Hassan Maamri (mediatore culturale), Fausto Melluso (ARCI Sicilia), Santa Sicali (Psicologa, Croce Rossa), Mimma Argurio (CGIL Regionale), Emiliano Abramo (Comunità di Sant’Egidio), Sebino Scaglione (Passwork – Impresa Sociale), Paolo Amenta (Vicepresidente ANCI Sicilia), Francesco Magnano (ex direttore CARA di Mineo), Don Carlo D’Antoni (sacerdote impegnato nell’aiuto ai migranti a Siracusa), Leoluca Orlando (Presidente ANCI Sicilia), Simonetta Cascio (Presidente Arci Siracusa), Medea Ferrigno (Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto), Francesco Piro (già deputato all’ARS). Alla stesura hanno partecipato costantemente anche i deputati Di Paola, Ciancio e Schillaci (M5S), Di Pasquale e Lupo (PD) e Claudio Fava (100 Passi). Presente ai lavori anche Sergio Lima in rappresentanza di ‘100 passi’.
Luciano Mirone
Viva la Sicilia ONESTÀ, accogliente e libera.