Negli anni 80 l’attività di Gladio e’ incessante: viene creato il gruppo “Operazioni speciali” (Gos), chiamato anche “Nucleo K”. Entra in azione in molte operazioni: nella rivolta del carcere di Trani come nel sequestro Dozier. In quest’ultima operazione e’ presente il libanese Bou Chebell Ghassan, indicato da un ufficiale della Guardia di finanza come collaboratore del SISMI. Aveva preannunciato la preparazione di un attentato dinamitardo a un giudice di Palermo, ma nessuno l’aveva preso in considerazione.
Qualche settimana dopo, il 29 luglio 1983, in via Pipitone Federico, a Palermo, un’autobomba uccide il magistrato Rocco Chinnici, inventore del pool antimafia e capo dell’allora ufficio istruzione del tribunale di Palermo. Insieme al giudice vengono uccisi gli uomini della scorta ed il portiere dello stabile dove abitava il magistrato.
La figlia del consigliere istruttore riesce a scovare tra montagne di carte un piccolo diario. Trentatre’ pagine, pochi fogli che fanno tremare gli ambienti giudiziari di Palermo e che mettono a nudo alcune verità’ riguardanti quello che da molti e’ stato definito ” Il palazzo dei veleni”.
L’agenda viene consegnata all’allora procuratore della Repubblica di Caltanissetta , dottor Patane’, titolare dell’inchiesta, il quale trasmette ventinove pagine al CSM trettenendone quattro sotto il vincolo del segreto istruttorio.
Nel diario sono presenti denunce, fatti sospetti e sopratutto tanti nomi e cognomi di politici, magistrati, forze dell’ordine, avvocati, cavalieri del lavoro , mafiosi. Chinnici esprime giudizi severi nei riguardi di alcuni suoi colleghi, li definisce ’emissari e servi della mafia’.
Qualche mese prima di morire assassinato, il giudice Rocco Chinnici aveva dichiarato davanti al CSM: “Perche’ l’azione sia efficace, occorre lavorare uniti, formare squadre di giudici coordinati fra loro, sfuggendo al rischio gravissimo di personalizzare un’indagine. Nessuno dovrebbe dire quello lì è il giudice in guerra con la mafia. Sono convinto che il giudice Gaetano Costa sia stato ucciso proprio perche’ ad un certo punto era stato lasciato solo’.
Quello stesso meccanismo di emarginazione e solitudine ha determinato la fine di Rocco Chinnici che, pochi giorni prima di essere ucciso, aveva annunciato alla vedova di Pio La Torre di avere trovato il filo dei grandi delitti politico-mafiosi. Ha lasciato sul suo tavolo i carteggi riguardanti gli omicidi del segretario della DC Michele Reina, del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, e del segretario regionale del PCI Pio La Torre. Dopo tanti anni, i mandanti di questi delitti restano ancora impuniti.
Nella foto, il giudice Rocco Chinnici con il collega Giovanni Falcone
Antonio Cimino
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