E’ morto il commendatore Luigi Maina, dal dopoguerra presidente dei festeggiamenti delle celebrazioni di Sant’Agata, a Catania. Aveva 89 anni. Solo chi è catanese sa di cosa stiamo parlando: il nome di Maina, per oltre mezzo secolo, è stato accomunato a quello della festa della Patrona della città. Un’istituzione. Un personaggio d’altri tempi (essendo nato nel 1931). “A partire dalle ore 12,00 e fino alle ore 20,00 di oggi – comunica il comune – verrà allestita a palazzo degli elefanti per consentire ai cittadini l’estremo saluto allo storico cerimoniere e presidente del comitato dei festeggiamenti di Sant’Agata. I funerali sono previsti, invece, per domani venerdì 24 luglio alle ore 10,00 nella Basilica Cattedrale. Il sindaco Salvo Pogliese ha disposto per domani il lutto cittadino e le bandiere a mezz’asta nel palazzo degli elefanti”.
Maina lo conoscemmo in occasione della festa di Sant’Agata del 2003. Un uomo mite, sensibile, attaccato alla “Santuzza” in modo incredibile. Il suo racconto ci colpì molto: era venato dalla commozione, sia per i ricordi che cominciò a snocciolare durante la nostra conversazione, sia per le inquietudini da cui in quel momento la società era attraversata.
Era il periodo della guerra in Iraq, dell’invasione e dei bombardamenti degli Stati Uniti per destituire Saddam Ussein. Nell’aria si avvertiva che il conflitto potesse allargarsi al Bacino del Mediterraneo e quindi anche all’Italia. “La gente è inquieta non solo per il presentimento della guerra, ma per la fame nel mondo, per il dissesto ecologico, per certe mostruosità come la clonazione. Di fronte a tutto questo, l’essere umano preferisce la spiritualità, la fede. Ecco perché dico che da alcuni anni la festa, pur rimanendo ancorata a certi aspetti folcloristici, è ancora religiosa, almeno per certe persone”.
Poi il discorso si spostò sui catanesi: “Sapeste da quanti bisogni sono afflitte molte persone che vivono nei quartieri popolari: la mancanza di casa, di istruzione, di soldi, di diritti, eppure riescono a sopravvivere grazie ad una grande vitalità. Ogni anno si riuniscono attorno alla santa perché nella santa riescono a trovare la forza per andare avanti”.
Maina era contento perché quell’anno era stata riaperta la chiesa di Sant’Agata la Vetere: “Dopo dieci anni di attesa, i catanesi si possono recare in pellegrinaggio nella chiesa nella quale vennero riportate le spoglie naturali della martire”. Era l’anno in cui l’arcivescovo Salvatore Gristina aveva preso il posto di Luigi Bommarito, l’anno della ripavimentazione (in quel momento ancora parziale) di piazza Duomo e della gente che si chiedeva: “Ma il comune ce la farà a completare i lavori per la festa?”.
Era convinto che la festa di oggi fosse più religiosa di quella di un tempo: “Mentre una volta, nel corso della processione, si diceva soltanto ‘Cittadini, viva Sant’Agata’, adesso si recita il Padre nostro grazie all’importante contributo di molti sacerdoti che invitano tutti a pregare, fateci caso”. Ieri si è spento all’ospedale San Marco di Librino.
Questo il comunicato del sindaco Salvo Pogliese: “Con il cuore gonfio di tristezza e pianto partecipo ai catanesi la scomparsa del commendatore Maina, che pochi minuti fa è spirato nell’ospedale San Marco dov’era ricoverato. Catania perde una parte di sé, scompare una memoria storica di servizio e amore verso il prossimo nel nome della devozione a Sant’Agata e della Città di Catania”.
“Lo ricorderemo per come merita – seguita Pogliese – : un grande uomo di fede e testimone diretto di una storia quasi centenaria, fatta di intelligenza e lungimiranza nel Municipio che egli ha custodito come fosse casa propria. Stringiamoci tutti insieme come una grande comunità, attorno a un personaggio che ha saputo fare del servizio al prossimo una ragione di vita: Catania è grata ora e sempre a Maina e faremo quanto necessario per conservare le sue azioni a perenne memoria”.
L’Ugl di Catania scrive: “Maina ambasciatore della cultura e delle tradizioni popolari catanesi, instancabile lavoratore. Il Comune ne raccolga l’eredità e ne renda merito”. E poi: “Con la scomparsa del cavaliere Luigi Maina si chiude un’epoca straordinaria segnata da uomini, come lo storico cerimoniere del Comune, monsignor Gaetano Zito ed il professor Antonino Blandini che, nel tempo, hanno onorato la città con il loro talento messo a disposizione per la conservazione della memoria e della valorizzazione delle tradizioni popolari catanesi, legate al culto soprattutto della patrona Sant’Agata. Maina è stato un instancabile lavoratore, ambasciatore di cultura e bellezza, per anni primo ‘Cittadino’ da devoto e cultore delle molteplici peculiarità connesse ai festeggiamenti agatini, espressione massima dell’essenza civica, lascia una pesante eredità morale ed immateriale. Siamo certi che l’ente comunale si impegnerà da subito a raccogliere quest’importante testimone, rendendone il dovuto merito.” E’ il pensiero della Ugl di Catania con il segretario territoriale Giovanni Musumeci, che si associa al dolore dell’intera comunità etnea rivolgendo le più sentite condoglianze alla famiglia del compianto cavalier Maina.
Nella foto: l’ex presidente dei festeggiamenti per Sant’Agata, Luigi Maina, scomparso ieri a Catania
Luciano Mirone
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