Se non è guerra è certamente scontro aperto. Non passa giorno in cui l’ex segretario del Pd di Belpasso (Catania), Nunzio Distefano (che oggi si definisce “militante di base”), non attacchi il suo partito – specie il segretario locale Giuseppe Lucio Piana e il presidente Saro Spina – con denunce, frecciate e soprattutto sfottò per un’attività politica che lui stesso giudica “inconsistente”. Un’attività blanda (termine che usiamo in base ai post pubblicati sui Social dall’ex segretario Pd) sia per un’opposizione “inesistente” a un’Amministrazione comunale di ispirazione fascista (Diventerà bellissima, movimento di cui è leader e fondatore il governatore della Sicilia, Nello Musumeci), sia per la “scarsa” proposta del Pd, che non riesce a bucare il muro dell’indifferenza di una cittadinanza che negli ultimi decenni preferisce decisamente votare a destra.
Lo scontro Distefano-Partito democratico avrebbe potuto avere un epilogo clamoroso se, come ha denunciato lo stesso ex segretario, l’attuale gruppo dirigente avesse accolto la “proposta di espulsione” formulata prima dell’estate da un componente dello stesso.
La verità è che la ferita – una delle tante negli ultimi anni – apertasi alle ultime elezioni (2018) brucia ancora nel corpo del Pd belpassese, allorquando una guerra interna, a dire di Distefano, scatenata da alcuni componenti nei suoi confronti aveva prodotto dei risultati talmente sgangherati da portare molti, anche a livello nazionale, di parlare di Caso Belpasso.
Una storia tragicomica che ha registrato il seguente epilogo: niente partecipazione del Pd alle elezioni (nel senso che il partito non è riuscito a trovare sedici persone – su quasi 28mila abitanti – per comporre una lista), inserimento di alcuni esponenti (vecchi e giovani) nei movimenti di Musumeci da un lato e del deputato regionale di Forza Italia Alfio Papale dall’altro, fra cui lo stesso l’ex segretario che oggi lancia fulmini e saette nei confronti dei suoi amati-odiati “compagni”, i quali ricambiano apostrofandolo come trasformista, pur avendo fatto le medesime scelte.
insomma, una situazione fra Kafka e Martoglio registratasi anche all’interno del movimento di sinistra La direzione giusta, nel quale un componente della “sinistra radicale” nel 2018 decideva di candidarsi con la destra, ritenendo (per quanto riguarda il voto di genere) di allearsi con un consigliere comunale dichiaratosi fascista.
Dopodiché la sparuta pattuglia de La Direzione giusta è confluita nel Pd, e al posto di Distefano è stato eletto il giovane Giuseppe Lucio Piana (ex consigliere comunale de la Direzione giusta).
Da quel momento lo scontro interno, invece di placarsi, si è acuito, alimentato dal coinvolgimento in una inchiesta di mafia dell’attuale segretario provinciale del Pd, Angelo Villari, oggetto delle dure critiche di Distefano e “riferimento” (a suo dire) “del gruppo dirigente del Pd attuale”.
Ultimo esempio: se il Pd di Belpasso ha dichiarato di schierarsi per il No al prossimo referendum del 20 e del 21 settembre per il taglio dei parlamentari, Distefano si è schierato apertamente col Si, in sintonia con la decisione assunta dal Pd nazionale.
Ma queste, per dirla con Totò, sono solo quisquilie e pinzillacchere. Nei post dell’ex segretario del Pd si leggono spesso le incalzanti sollecitazioni a prendere posizione contro l’Amministrazione comunale, con frequente stoccata finale ai vertici locali: “Il Pd di Belpasso, dopo aver sostenuto l’elezione di Motta (attuale sindaco, ndr.), continua a coccolarsi questa amministrazione”, oppure (rivolto al segretario e al presidente del partito): “Scusandomi per avervi distolto dalle pressanti attività di Partito, abbiate i miei più fraterni saluti”. A proposito di “pressanti attività di Partito”, non va dimenticata la foto della sede (spesso chiusa) che Distefano pubblicò su facebook alcuni mesi fa, con commenti che molti hanno giudicato esilaranti.
Dopodiché – in altri scritti – l’ex dirigente entra nel merito della crisi che attanaglia il suo partito. Distefano, in preda a un nostalgico rimpianto per “quel che poteva essere e non è stato”, pubblica la foto di gruppo risalente a un anno prima (quando era segretario) e scrive: “Questa foto, di un anno fa, dice tantissimo a chi sa e vuole ascoltare. La prima cosa che comunica è che il Partito viveva una fase dalla quale era ancora possibile nascesse un percorso davvero unitario e di rilancio. La seconda è che si deve retrodatare di dieci mesi il presunto ‘rinnovamento’, che sarebbe figlio della scoperta della militanza nel Pd di elementi già protagonisti della stagione chiusa dalla (auto) distruzione del Movimento e del Gruppo consiliare de La Direzione Giusta”.
“Gli atteggiamenti a dir poco ambigui – scrive Distefano – nei confronti dell’amministrazione musumeciana, l’afasia, l’immobilismo e l’assenza su qualsiasi questione (da quelle locali – cimitero, bilancio, prg, farmacia comunale, cinema Caudullo – e nazionali -referendum -) somigliano tristemente a ciò che portò all’estinzione La Direzione Giusta”.
In ultimo, l’invito al Pd di Belpasso “di svegliarsi” sulla questione della paventata privatizzazione del cimitero. “A settembre – afferma Distefano – occupiamo la sala consiliare”.
“Da semplice iscritto – spiega l’ex segretario – non ho altro mezzo se non quello dell’appello pubblico per chiedere al Partito nel quale milito di non rinnegare le lotte fatte in passato e di rompere il silenzio almeno sulla vera e propria ‘porcheria’ amministrativa rappresentata dalla privatizzazione del cimitero. Conseguenza diretta del project financing voluto fortemente – chissà perchè – dall’amministrazione comunale”.
“Si tratta di un progetto insensato sul piano socio-economico e aberrante su quello politico”, si legge nel post. “Un affare – continua – nel quale guadagnerebbero soldi a palate i privati, che si troverebbero ad agire in regime di assoluto monopolio, mentre la collettività risulterebbe impoverita ed ostaggio di interessi ‘legittimi’ ma assolutamente contrapposti”.
“Propongo, quindi – prosegue Distefano – , al segretario del Partito GIUSEPPE LUCIO PIANA e al Presidente SARO SPINA di occupare la sala consiliare ad oltranza, fino a quando l’amministrazione non recederà dall’iniziativa anti popolare, assente da qualsiasi programma elettorale, mai prospettata ai cittadini, ma già in corso nel silenzio totale”.
“Il sindaco, gli assessori e i vari consiglieri, infatti – denuncia l’esponente del Pd – , mentre votano e deliberano per il project financing sul cimitero, si guardano bene dal comunicare questa ‘bella pensata’ alla cittadinanza. Non dice nulla, non crea sospetto, il fatto che tra la miriade di post prodotti dagli amministratori, nessuno ne abbia mai scritto uno su questo argomento?”.
Luciano Mirone
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