Caso di Covid-19 all’interno del municipio di Belpasso (Catania). Il sindaco Daniele Motta – contattato da noi – non conferma né smentisce, l’Asp rassicura, ma all’interno del comune si avverte tensione, qualcuno addirittura parla di paura, anche perché la persona contagiata risulta asintomatica.
Quel che il primo cittadino conferma è che oggi pomeriggio comincerà la sanificazione dei locali, segno evidente che il contagio c’è e che fa parte degli otto positivi registrati complessivamente dopo il lockdown: una notizia, quest’ultima, che Motta ha dato con un post del 22 settembre, senza aggiungere altri particolari.
Ma perché il sindaco – si chiedono al comune – sapendo la notizia almeno da tre giorni, ha deciso di effettuare la sanificazione solo a partire da oggi pomeriggio? Perché non siamo stati sottoposti a test? Perché non siamo stati informati ufficialmente? Perché una notizia così importante è stata nascosta?
Motta risponde serenamente: “C’è un canale di collegamento quotidiano con l’Asp. Attraverso una mail riservata, vengo costantemente informato degli sviluppi che ci sono a Belpasso. Le autorità sanitarie hanno confermato di rassicurare la popolazione: su ogni contagiato è scattata un’indagine per verificare i contatti che quest’ultimo ha avuto con altre persone. Quindi chiunque, dipendenti comunali compresi, può stare tranquillo”.
Un fatto analogo si è verificato nei giorni scorsi in uno dei due uffici postali (quello centrale) della cittadina etnea: anche in quel caso nessuna conferma e nessuna smentita su una impiegata risultata positiva. E però subito è stata disposta la sanificazione dei locali. Più o meno la stessa cosa è avvenuta – con il contagio di un’insegnante, che però non era stata a contatto con gli alunni – in una scuola della frazione di Piano Tavola sabato scorso, il giorno prima delle consultazioni referendarie: sanificazione urgente, malgrado qualche richiesta di spostare il seggio in un altro edificio. In quel caso, il sindaco ha risposto abbastanza duramente: “Ma vi sembra che metta a repentaglio la vita delle persone?”.
Ovviamente la massima riservatezza sul nome della persona positiva impiegata al comune. Altre domande: è stata in contatto con altri colleghi? E stata in contatto con dei cittadini? Sempre con la mascherina e con il distanziamento previsto dalla legge anti Covid?
Non lo sappiamo. Però seguendo le fasi del contagio, così come ci sono state descritte, qualcosa si può dedurre: questa persona avrebbe contratto il virus durante una cena fra amici verosimilmente il 4 settembre. Non si reca al comune dal 10, data in cui – secondo le notizie che apprendiamo – risulta in isolamento obbligatorio. A un secondo tampone eseguito nei giorni successivi sarebbe risultata positiva. Facendo il conto delle date, e considerando una incubazione del virus di quindici giorni, l’Asp evince che il covid si sarebbe già dovuto manifestare. Questo se il contagio è avvenuto davvero il 4. Ma se è avvenuto dopo?
Non lo sappiamo. Quel che è importante dire è che nel palazzo comunale, al momento, non risultano sintomi attribuibili al coronavirus. Quindi – dice il primo cittadino – non è il caso di creare allarmismi.
Il sindaco tuttavia afferma che – bilancio permettendo – farà sottoporre a test sierologico tutti i dipendenti comunali (circa 93). Probabilmente, a causa dei costi, non verranno effettuati i tamponi. Il prezzo del sierologico infatti si aggira su 30 Euro a persona (al comune costerebbe circa 2mila 790 Euro), mentre il tampone sui 100 Euro, con un esborso per le casse comunali di circa 9mila 300 Euro.
Nella foto: il municipio di Belpasso (Catania)
Luciano Mirone
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