Il sistema è collaudato, almeno in Sicilia, ma qualche volta va male: posteggiano l’auto, aspettano che qualche macchina in movimento la incroci, mettono in piedi una sceneggiata per accreditare la tesi che l’automobilista di passaggio ha urtato contro lo specchietto laterale del mezzo in sosta, e poi chiedono un risarcimento “forfettario” per evitare di “mettere in mezzo” l’assicurazione. In fin dei conti, per uno specchietto, conviene. E così che una coppia di Noto (Siracusa) intendeva fare quattrini a spese di ignari e malcapitati automobilisti passati in prossimità dello “specchietto” e caduti regolarmente nella trappola. Ma stavolta i coniugi Paolo Mirabile (44 anni) e Salvatrice Gentile (37) non sono riusciti a farla franca. Stavolta sono stati i Carabinieri della Tenenza di Misterbianco (cittadina catanese dove i coniugi si erano recati in trasferta) ad arrestarli nella flagranza, poiché ritenuti responsabili di tentata truffa aggravata in concorso.
La coppia aveva preso di mira un pensionato catanese di 82 anni, pedinandolo con estrema cautela finché lo hanno costretto a fermarsi all’interno dell’area di servizio “IP” di via Galermo, dove hanno improntato una sceneggiata dicendo al malcapitato di avergli danneggiato uno degli specchietti retrovisori della loro Fiat Punto. La cosa, secondo i due, si sarebbe potuta risolvere attraverso un bonario risarcimento di 75 euro in contanti.
La discussione animata tra le parti è stata notata da due carabinieri in abiti civili che, avvicinatisi con cautela verso i contendenti, sono riusciti ad ascoltare dalla viva voce del 44enne la seguente frase in dialetto indirizzata alla potenziale vittima: “Ma’ dari 75 euro po’ specchietto!”, devi darmi 75 Euro per lo specchietto.
Espressione in siciliano che non ha lasciato alcun dubbio agli operanti che, acquisendo anche la testimonianza dell’anziano (“qualche chilometro prima dell’area di servizio ho sentito come un botto sul lato destro della mia autovettura, senza però rendermi conto di cosa fosse realmente accaduto”), sono riusciti a raccogliere gli elementi probatori utili a giustificare il provvedimento restrittivo adottato nei confronti dei due coniugi.
Gli arrestati, dopo una notte in camera di sicurezza, sono stati ammessi al giudizio per direttissima dove il giudice, dopo averne convalidato l’arresto, ha imposto loro la presentazione giornaliera dinanzi alla polizia giudiziaria del luogo di residenza.
Barbara Contrafatto
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